L'esame di storia della filosofia medievale è il terrore dei sette mari qui all'Università di Torino. C'è gente che ha provato a darlo per 20 anni e non è ancora riuscita. Per questo motivo, con un po' di sano pragmatismo, provo a dare delle indicazioni pratiche per superare questo benedetto esame, a partire dalla mia esperienza.
Com'è ovvio, non pretendo che i miei metodi siano universali o migliori di quelli di qualcun'altro: provo solo a raccontare ciò che ha funzionato per me, cercando di rendere più piacevole e meno faticosa la preparazione di un esame complicato. Ciò non significa che esistano scorciatoie o soluzioni più facili: dovrai comunque farti il mazzo se vuoi andare bene, e se decidi di prendere delle scorciatoie, come studiare dai riassunti di qualcun altro senza leggere tu stesso il libro, stai comunque riducendo la tua conoscenza potenziale, che risulterà comunque incompleta - e questo si potrebbe vedere da ciò che scrivi all'esame.
Vista la quantità di sbattimento con cui dovrai in ogni caso fare i conti, ti consiglio di compattare la sofferenza nel minor tempo possibile - 3/4 settimane - studiando in modo intelligente e senza dedicarvi a molto altro, e fare una bellissima festa dopo. Ecco quindi la ricetta che ti propongo per avere ragione di questo demone senza soffrire troppo e farvi fottere dalla premiata ditta D'Onofrio-Corbini.
Per la preparazione di questa maratona ci vogliono 4 settimane con calma, 3 settimane se andate particolarmente di fretta e vi volete ammazzare. Viste le modalità di verifica, vi annuncio che sarà particolarmente difficile godersi il viaggio e comprendere in modo approfondito ciò che vi accingete a studiare: tanto vale fare tutto nel modo più efficiente possibile per raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo.
Nel peggiore dei casi quindi, cioè assumendo che vogliate partire da zero, il massacro si articola in 3 fasi, una per ogni settimana. Vi consiglio però di diluire tutto ciò in almeno 4, se decidete di rifare tutto dall'inizio (riassunti, flashcards, etc.). In ogni caso, anche se volete usare i riassunti che ho fatto io, leggete comunque il D'Onofrio. LEGGETE. IL FOTTUTO. D'ONOFRIO. anche se all'inizio potrebbe essere scoraggiante: è comunque utile e almeno vi leggete qualcosa di interessante
Un metodo come quello che vi propongo, basato sulla sintesi e sul riassunto, ha senso se ci fermiamo un attimo a considerare le modalità dell'esame. Si tratta di 6 quesiti a risposta aperta da svolgere in un massimo di 3 ore. Ogni risposta deve essere pertinente ai contenuti di quel paragrafo, se non si vuole essere penalizzati. Quindi: dovrai imparare delle cose a memoria. Molte cose. Almeno i riferimenti schematici saranno a memoria, mentre il tuo genio interiore si occuperà di articolare questi punti fondamentali in un discorso CC, cioè Coeso e Convincente.
Ma adesso passiamo alla spiegazione di ogni singola fase.
Benvenuti all'inferno. Per le prossime 3 settimane, passerete le vostre giornate in compagnia di Tommaso D'Aquino, Boezio e Bonaventura da Bagnoregio.
In breve, questa è la parte in cui sbobinate. Sarete come una macchina: leggerete il paragrafo, cercherete di capire cosa significa (a volte è impossibile), e cercherete di fare una sintesi che esprima i punti principali. È solo una faticaccia. Si tratta di 100 paragrafi da riassumere (sì, li ho contati).
.Questa è la parte in cui prendete il vostro riassunto e lo dividete ulteriormente. In particolare, per ogni paragrafo dovrà uscire una flashcard, composta da 4-5 punti schematici che descrivono i contenuti di quel paragrafo. Qualora vogliate servirvi dell'applicazione che ho usato io, andrà formattata secondo questo standard:
Esempio di Flashcard
Q:
Giovanni Duns Scoto: Lo statuto scientifico della teologia
A:
- informazioni della Rivelazione sono in forma di complexiones
- l'analisi delle complexiones attraverso le categorie amplia le possibilità logiche dell'uomo
- l'ampliamento delle conoscenze dato dalla Rivelazione è inesauribile
- livelli epistemologici:
1. teologia in nobis: subiectum è Dio in quanto rivelato
2. teologia angeli: conosce Dio come essere perfetto - è una scienza perchè distingue i suoi oggetti
3. teologia in se: dio come essenza infinita - non è una scienza in quanto non può aumentare
- theologia in nobis: scienza? include il contingente
aristotele distingue:
1. analitici secondi: conoscenza del necessario caratterizzato da certezza ed evidenza e procedente per via deduttiva - NO SCIENZA
2. sapere vero contrapposto all'opinione: - SI SCIENZA
- quindi non si può essere aristotelici in teologia
- la teologia umana è più una sapienza che una scienza (sapere che orienta l'azione)
Si tratta semplicemente di scrivere Q:
(question) all'inizio della domanda, e A:
(answer) all'inizio della risposta, e poi inserire tutto nell'applicazione.
Riportare alla memoria i punti durante l'esame vi potrà aiutare a organizzare un discorso e capire di che cosa parla quel paragrafo in particolare: tuttavia sarà anche fondamentale verificare di sapere estendere i punti basilari per creare una risposta strutturata e completa.
Ora è il momento di ricordarsi le cose. Quando avrete ultimato le flashcard - che potete fare anche cartacee, se vi sentite particolarmente ispirati - potrete mettervi a tavolino e iniziare a ripeterle fino allo sfinimento, cioè fino a quando non vi si saranno ficcate in testa.
Un secondo metodo, alternativo o complementare, per imparare i punti di ciascun paragrafo, può essere il famigerato palazzo della memoria. Si tratta di una tecnica molto antica, che permette di richiamare alla memoria qualsiasi tipo di concetto, che viene prima trasformato in una immagine e poi posto in un "palazzo", cioè in qualsiasi luogo di cui che conoscete abbastanza bene da poterlo ripercorrere nella vostra mente. Personalmente, pur essendone affascinato, non ero mai riuscito ad impiegare questa tecnica per qualcosa di utile, ma questo esame si prestava veramente troppo per non provarci nemmeno.
Nell'applicare questo metodo ero inizialmente scettico, ma la facilità con cui permette di recuperare le informazioni è veramente sorprendente. La parte più difficile e faticosa per me è stata la "traduzione" dei punti delle flashcard, che possono essere anche molto astratti, in immagini, , oltre, ancora prima, all'ulteriore schematizzazione dei riassunti per creare i punti delle flashcard, che sono poi diventati immagini da inserire nel mio palazzo. Per via di questi due punti, molto faticosi, sono riuscito ad applicare questo metodo fino alla scuola di San Vittore compresa, per poi fermarmi per mancanza di tempo, preferendo vedere con più attenzione la parte un po' più complessa del programma, quella delle domande 4-5.
Sta a voi comunque decidere se utilizzare i palazzi della memoria o meno: per la mia esperienza, dico solo che per la facilità con cui si riescono a memorizzare i concetti, se non avessi fatto tutto all'ultimo opterei sicuramente per costruire un palazzo della memoria per tutto il programma.
E niente follettini e follettine, ci vediamo la prossima volta per il prossimo tutorial. Che il Signore sia con voi.