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Montesquieu (1689 - 1775) [p. 4-10]

opere

Bio

1. la scoperta dello spirito delle leggi

il metodo sperimentale applicato alla scienza politica

nazioni e uomini

le leggi sono in rapporto con lo spirito di un popolo

2. leggi positive e teoria dei governi

Leggi positive servono a far cessare lo stato di guerra latente tra individui e tra Stati. Esistono dunque tre tipi di leggi.

diritto politico: teoria delle forme di governo

Tre tipi di governi:

Ogni società ha una natura e un principio:

  1. Repubblica
    1. Democrazia
      1. natura:
        • il popolo è sovrano ma suddito delle leggi
        • fondamentali leggi relative alle assemblee e al suffragio
      2. principio:
        • virtù (spirito di uguaglianza):
          • chi fa eseguire le leggi è lui stesso sottomesso
          • risiede nel popolo come amore per le istituzioni
      3. decadenza:
        • perdita dello spirito di uguaglianza (insorgenza spirito di estrema uguaglianza)
    2. Aristocrazia
      1. natura:
        • solo pochi detengono il potere
        • il popolo è così povero che i ricchi non hanno interesse a opprimerlo
        • sono meglio le repubbliche piccole e federate tra loro
      2. principio:
        • moderazione:
          • da parte dei dominanti, evita la disparità estrema
          • forma particolare di virtù
      3. decadenza:
        • perdita della moderazione:
          • introduzione successione ereditaria
          • governo arbitrario
  2. Monarchia
    1. natura**:
      • Uno solo governa, in osservanza di leggi fisse e stabili
      • Leggi fisse e stabili limitano il suo potere introducendo altri poteri:
        • nobiltà
          • hanno una loro autonomia
        • clero
          • hanno una loro autonomia
        • città
          • hanno una loro autonomia
        • deposito delle leggi: i parlamenti
          • tengono conto delle leggi fondamentali della storia del regno (costituzione francese)
      • è mediamente estesa
    2. principio:
      • onore
        • legato a una presupposta nobiltà originaria, può ispirare le azioni più alte
    3. decadenza:
      • perdita dell’onore; cioè annullati i bilanciamenti del potere
  3. Dispotismo
    1. natura:
      • uno solo impone a tutti la sua volontà
      • esempio dei “grandi Stati Orientali”
    2. principio:
      • paura:
        • spegne nei sudditi ogni moto di ribellione
        • è un principio già corrotto
    3. decadenza:
      • il suo principio è già corrotto

3. Libertà politica e distribuzione dei poteri

Libertà politica

Distribuzione dei poteri

4. Lo spirito generale e i rapporti fra le nazioni

Diritto internazionale

Rousseau (1712-1778)

Opere

Due paragrafi dagli appunti di Moderna (Rumore 2024):

Rousseau e stato di natura

Rousseau compone le sue opere politiche cento anni dopo quelle hobbesiane, ma lo scenario è analogo. Generalmente si dice che Rousseau abbia un’antropologia più ottimistica di quella di Hobbes (buon selvaggio, stato di natura idilliaco di pace, ecc.). In realtà nel Discorso sull’origine della diseguaglianza fra gli uomini Rousseau dice che il buon selvaggio è buono e vive in pace con i suoi simili perché è completamente autonomo.
Il buon selvaggio non ha bisogno di nessuno, dal momento che ha bisogni elementari, ma anche perché la natura è generosa con lui. In questo stato di natura originario l’uomo vive in un paradiso terrestre, quindi chiaramente non ha conflitti.
L’uomo rousseauiano è mosso da una passione, l’amor di sé, ossia la conservazione della propria esistenza.
Le cose diventano pericolose quando per cause fortuite l’uomo si trova ad aver bisogno degli altri. Quando non riesco più a provvedere da me ai miei bisogni, ecco che le disuguaglianze naturali diventano fondamentali e si comincia ad esercitare il proprio potere secondo il principio della legge del più forte.

L’istituzione della proprietà privata è il primo passo dell’origine della diseguaglianza. Diseguaglianza non è preambolo della minaccia di morte ma violazione della dignità umana. Quando si vive in una condizione di sopruso si rinuncia alla propria dignità di esseri umani. Quando ci si assoggetta ad altri si rinuncia a pensare, a decidere, a rendersi responsabili delle proprie azioni. Questo è ciò che contraddistingue gli esseri umani rispetto agli altri esseri viventi. L’uomo esce dallo stato di natura per affermare la dignità umana, per riconquistare quell’uguaglianza che è l’unico elemento che gli consente di vivere una vita dignitosamente umana.

Rousseau: patto sociale, volontà generale e paradosso della libertà

Come si esce dall’inasprimento delle diseguaglianze? Con un patto: il contratto sociale.

contratto sociale

Il contratto sociale è una patto di unione degli individui, i quali decidono di ristabilire l’eguaglianza. Gli individui decidono che l’assoggettamento ai simili è una condizione disumana e si assoggettano a un soggetto politico democratico, la volontà generale.

La volontà generale è un soggetto metafisico, che poi può essere esercitato da un soggetto politico reale. Volontà generale è quella volontà in cui si raccolgono sublimandosi le volontà dei singoli. Non è la somma delle volontà di tutti, che renderebbe difficile una combinazione funzionale. È una volontà in cui, con una forma di sintesi sublime, si mantengono gli elementi individuali senza irretire le opposizioni tra essi.
Assoggettandosi alla volontà generale il cittadino rousseauiano si assoggetta a se stesso, poche in quella volontà generale riconosce l’espressione della propria volontà individuale.

paradosso della libertà

Per questo Rousseau teorizza il “paradosso della libertà”. Nello stato civile di Rousseau si realizza il paradosso della libertà, ossia si viene costretti a essere liberi quando ci si sottrae ai comandi della volontà generale. Se mi sottraggo al comando della volontà generale mi sottraggo a un principio di libertà, che è fare quello che comanda la mia stessa volontà, quindi vengo costretto ad assoggettarmi a quella volontà che solo mi rende libero.

In altre parole, la volontà generale è un soggetto politico in cui confluiscono le volontà individuali perdendo le loro connotazioni particolari. Quando ci si assoggetta alla volontà generale ci si assoggetta all’espressione sublimata della propria volontà. Quando si fa quel che si vuole si è liberi (= libertà di, di dare corso al proprio arbitrio). Se all’interno di un sistema politico mi sottraggo ai comandi dell’autorità politica, quindi della volontà generale, io sono costretto a conformarmi, cioè obbligato ad essere libero. Rousseau teorizza un sistema utopico, quello della democrazia diretta (no rappresentanti, i cittadini rappresentanti di se stessi).
La democrazia diretta è la massima espressione della voce del singolo all’interno degli organi della comunità politica. Polis greca. Ogni cittadino nell’assemblea dice il proprio parere.

Federalismo americano

Opere

Il Federalista, Alexander Hamilton, James Madison, John Jay è una raccolta di scritti pubblicata sotto lo pesudonimo Publius) tra il 1787 e il 1788

È un’opera molto originale, in cui viene tratteggiato un disegno politico senza precedenti, cioè si immagina un nuovo sistema politico.
Nel 1787, all’epoca della redazione del testo, ci sono soltanto regimi autoritari e dispotici, dunque gli autori si immaginano qualcosa che non si era mai visto, “inventandosi” come mettere in pratica una nuova forma di governo.

Gli autori

Non sono dei democratici, sono dei liberali ostili alla democrazia, vedono in essa un grosso pericolo. Anche Kant era un repubblicano che disprezzava la democrazia. La costituzione, nel corso degli anni, in particolare verso la fine degli anni ’20 dell’800, comincerà a caricarsi di valori democratici.

Articoli importanti

Contesto in cui viene scritta la costituzione

Il 4 luglio del 1776 vediamo la dichiarazione di Indipendenza da parte degli americani, 13 colonie si staccano dalla madrepatria, la Gran Bretagna. Le radici di questo atto di secessione vanno ricercate nella Guerra dei sette anni (1756-1763), la prima guerra mondiale vera e propria perché si combatte ovunque. Risulta vittorioso l’impero Britannico, diventando la prima potenza mondiale, perché aveva un sistema di colonie ramificato in tutto il globo. Durante la Guerra dei sette anni, in America, le colonie sostengono fortemente la madrepatria, chiedendo come riconoscimento alla fine della guerra di avere una rappresentanza nel parlamento di Westminster a Londra (avevano aiutato durante la guerra, e quindi si aspettavano un riconoscimento).

Gli inglesi rifiutano questa richiesta dei coloni, e così poco per volta il clima inizia ad essere sempre più teso, fino a quando i coloni non dichiarano ufficialmente la propria indipendenza. Inizia così una vera e propria guerra tra i coloni e la madrepatria, che dura dal 1776 fino al 1783, guerra molto lunga con azioni militari significative, che diventa anche guerra civile, perché ovviamente non tutti erano d’accordo a separarsi dalla corona inglese. Nel 1783 con la Pace di Parigi si chiude la guerra, con la separazione ufficiale riconosciuta dalla Gran Bretagna. Durante questa guerra, viene elaborata una prima costituzione degli Stati Uniti che entra in vigore nel 1781: articoli di confederazione. Questi però funzionano in parte sì e in parte no, lasciando un po ’insoddisfatti gli americani. Il Congresso Continentale aveva disperso troppo i poteri e non riusciva a governare in maniera efficace (questioni economiche). Rivolta di Shay 1786-1787: insurrezione armata che coinvolge 1200 uomini, diventa motivo per sostenere un maggiore potere centrale, cioè un governo centrale più forte e conservatore.

Protesta contro in Massachussets contro un tentativo del governo di tassazione dei commerci - 4000 manifestanti armati, ma la confederazione non riesce a controllare la cosa e devono intervenire le milizie locali del Massachussets.

Nel 1787, la convenzione costituzionale di riformare alla radice questa costituzione, ed è proprio quella che viene commentata nel “Federalista”. Questo sarà il testo ancora in vigore oggi dal 1789. I tre autori visti prima, Hamilton, Madison e Jay, scrivono gli articoli per far sì che questa carta costituzionale venga votata nello stato di New York. Contro di loro si schierano gli antifederalisti che avevano un’impronta molto più democratica, ma non ebbero la meglio.

Differenza tra federazione e confederazione

Mentre gli articoli di confederazione (1781) danno una struttura confederale agli Stati Uniti, la costituzione del 1787 offre una struttura federale.

L’Europa che noi oggi vediamo è un ibrido tra una confederazione e una federazione, per questo diventa importante capire la differenza tra i due termini.

Due problemi da risolvere: dispotismo e guerra

I temi principali del “Federalista” sono due: i federalisti cercavano di porre rimedio a due grandi mali:

  1. La guerra: la costituzione era pensata per evitare la guerra tra Stati americani. Gli Stati Uniti non sono un paese unitario, perché sono tutti stati indipendenti con legislazioni differenti. I costituenti dunque vogliono rimuovere qualsiasi possibilità che si sviluppi una guerra tra tutti questi stati intra americani.

  2. Il dispotismo: gli americani insistono molto sul fatto che guerra e dispotismo si alimentano a vicenda, perché quando c’è una guerra i governi devono diventare più forti prendendo in mano la situazione, tendendo all’autoritarismo. A loro volta i regimi dispotici tendono a fare la guerra, come diceva Kant, perché il despota decide di fare la guerra per il suo prestigio personale, tanto a morire non è lui, e lo fa senza che nessuno possa contraddirlo.

Secondo i federalisti questi sono mali tipici dell’Europa, dove non si fa altro che avere regimi dispotici e fare la guerra.

Internazionalismo e isolazionismo

Gli americani dicevano di essere diversi in questo, e questo si è tradotto in una dottrina di politica estera che ancora oggi ha un potere straordinario in America: l’isolazionismo.
Nel 1823, con la dottrina Monroe, vediamo questo concetto messo nero su bianco. L’internazionalismo invece, contrapposto all’isolazionismo, è una politica estera aggressiva finalizzata a esportare il modello americano, rendendo il mondo più sicuro per la democrazia, e questa era la modalità utilizzata per esempio da Wilson o Roosevelt.

Due soluzioni a questi due problemi:

  1. Guerra: l’autore di riferimento sulla riflessione della guerra è Hamilton.
    L’articolo 6 del “Federalista” è dedicato appunto a questo tema. Problema: la tesi di Hamilton è che le guerre scoppiano semplicemente se due stati confinano l’uno con l’altro. Prima o poi scoppia la guerra perché non esiste a livello internazionale una struttura sovraordinata agli Stati, in grado di risolvere le controversie tra di essi, non c’è nessun arbitro che possa imporre loro una soluzione pacifica.

Le relazioni internazionali sono caratterizzate da una struttura anarchica. Qua c’è un’analogia con ciò che accade dentro gli stati, quando ci sono delle controversie vediamo che c’è sempre un terzo che risolve il problema. Nello schema di Hamilton la struttura anarchica del sistema internazionale, che è priva di potere, è la ragione per cui le controversie tra stati possono trasformarsi in guerra. Hamilton confuta un’altra tesi, ovvero l’idea che i commerci tra Stati tolgano terreno fertile alla guerra, perché se c’è uno scambio di Stati è più improbabile che vi sia conflitto. Hamilton appunto confuta questo, dicendo che il commercio in realtà è un altro motivo per fare la guerra, l’unica cosa che potrebbe evitarla è un ente terzo.

Soluzione: Hamilton propone una federazione, ma articola la differenza tra federazione e confederazione.

Per Hamilton bisogna diventare una federazione e non una confederazione, e questo è il senso della costituzione americana del 1787.

  1. Dispotismo: come si tiene a bada il rischio che si affermino poteri dispotici? Soluzione: separando e disperdendo in tutti i modi possibili i poteri, con una radicale separazione (principio di sussidiarietà)

I federalisti immaginano la separazione su due diversi piani:

Si basa sul principio di sussidiarietà. Immaginiamo dei comuni, delle contee, poi degli stati, e infine l’unione federale. Man mano che si sale per questi livelli, i poteri nelle mani di queste strutture sono sempre di meno, in modo tale da disperdere il potere. Ogni comunità dunque, è responsabile e indipendente nelle scelte che può fare. Da nessuna parte nel territorio ci deve essere una concentrazione di poteri, essi devono essere sparsi. Il federalismo dunque non è soltanto una ricetta di politica estera per evitare la guerra, ma è anche una ricetta di politica interna. La chiave di questa ricetta è il principio di sussidiarietà : ogni comunità deve autogovernarsi sulle cose che sono di suo interesse. La forma di governo presidenziale.

Sistema politico americano

In America l’organizzazione è:

La camera dei rappresentanti dura 2 anni, i senatori invece hanno un mandato di 6 anni, che però ogni 2 anni si rinnova per 1/3 dei membri.

Quando c’è un Parlamento bicamerale, una legge deve per forza rispondere sia alla maggioranza parlamentare della camera dei rappresentanti, ma anche al volere dei senatori, dunque degli stati. Il presidente viene eletto con un’elezione di secondo grado: i cittadini americani ma votano dei grandi elettori, che poi a loro volta votano il presidente. Questo sistema è stato ideato dai padri costituenti per evitare che il popolo votasse in modo poco obiettivo.

Questi grandi elettori sono un numero pari a quello dei membri del Congresso, dunque camera del senato e camera dei rappresentanti. Il sistema elettorale degli Stati Uniti è di tipo maggioritario a turno unico, ovvero un sistema in cui di norma, in ogni stato, c’è un collegio uninominale, in cui vince un solo candidato. Nei sistemi nominali c’è una circoscrizione.

Questo sistema funziona bene solo dove ci sono solo 2 partiti, perché hanno un effetto fortemente non-rappresentativo, tendono a distorcere la rappresentanza comune, quindi dove ci sono più di 2 partiti è molto difficile che vinca davvero il partito con più rappresentanza. es. immaginiamo due partiti A e B, i candidati del partito A vincono di un solo voto in ogni collegio.

Si ha un Paese in cui ci sarà il 49% di persone che votano B, e per il 2% ci sarà un parlamento in cui governano le idee politiche del partito A. Ma se ci sono tre partiti, non c’è bisogno di avere il 51% dei voti, perché basta avere circa il 34%, dunque si avrà un paese in cui il 64% votano non per il partito che ha vinto, ma per gli altri due. Se ci sono quattro partiti, il 75% non sarà soddisfatto del partito scelto, e così via.

Nei sistemi proporzionali, invece, come in Italia, si divide il Paese in un numero circoscrizioni, e in ognuna di esse sono in palio una certa quantità di seggi. Dopo si stabilisce che un deputato di una delle circoscrizioni, per avere un posto in parlamento, deve avere un tot numero di voti (150.000 circa). Dopo una serie di calcoli escono fuori dei posti.

In Francia invece sussiste il sistema di voto del secondo turno, in cui se si ha una maggioranza al primo turno si tiene il primo risultato, ma se non si raggiunge la maggioranza, ci sarà un secondo turno di voti, circa 15 giorni dopo.

In America c’è un sistema maggioritario a turno unico, ma il collegio è plurinominale, non uninominale. Ogni stato a seconda della propria densità mette in palio un certo numero di seggi. Quando si svolgono le elezioni in quello stato, non c’è la competizione per le singole persone (no uninominale), e se un partito vince anche di un solo voto, si prende tutti i voti di tutti i seggi di quello stato, anche se magari in alcuni seggi quel partito non aveva vinto.

Quindi ricapitolando:

Gli americani durante i giorni di elezione, non votano soltanto il Presidente, ma vota anche per rinnovare la camera dei rappresentanti e 1/3 dei senatori. L’elezione produce necessariamente un aristocrazia di persone, il sorteggio invece corrisponde alla democrazia, perché può capitare a chiunque senza preferenze. Il potere giudiziario: in America ha un ruolo politico molto importante, anche se non è direttamente politico.

“Checks and balances” in the US

Judicial Review

In America c’è il judicial review, ovvero il controllo di costituzionalità delle leggi federali e statali che i tribunali possono esercitare nei normali processi, e questo controllo è reso possibile dal fatto che in America, per la prima volta, viene fissata una costituzione che ha valore di una legge sovraordinata. I giudici nei singoli processi, anche quelli più banali, possono di fatto dichiarare incostituzionale una legge.

es. in Texas il parlamento vota a maggioranza (modo democratico) una legge secondo la quale chi è di colore non può uscire di casa.

Cosa succede? : se una persona di colore esce di casa viene arrestato, e verrà sottoposto a processo, dove un giudice confermerà il fatto che egli debba andare in galera. L’avvocato difensore, affermerà però che secondo la costituzione è vietato imporre una legge discriminatoria, dunque egli convincerà il giudice a liberare l’accusato. Se una settimana dopo accade un episodio simile, l’altro individuo di colore verrà comunque arrestato, perché quella legge è comunque presente, ma successivamente verrà comunque liberato per lo stesso motivo precedente. Questo rappresenta una condanna a morte per quella legge.

Articolo 10 (Madison): difesa del pluralismo

L’articolo 10 del “Federalista”, è scritto da Madison, un liberale progressista. In questo articolo c’è un cambiamento di visione significativo, la politica deve perseguire il bene comune, ma il bene comune non esiste.
Il bene comune non esiste perché le società sono plurali, sono attraversate da interessi, da ideali, da visioni del mondo diverse, ci sono troppe visioni diverse delle cose per permettere l’esistenza di un bene comune.

Come si governa una società divisa in fazioni? Madison dice che le fazioni non si possono abolire, perché abolirle significherebbe abolire la libertà stessa. Piegare una società ad un idea di bene comune, che poi non è condivisa, vuol dire distruggere le fazioni e distruggere con esse la libertà che ne deriva.
Madison fa l’esempio dicendo che è come spegnere un incendio in una casa togliendo l’ossigeno, l’incendio si spegne certo, ma le persone all’interno della casa muoiono. Come si trova una via di mezzo? : attraverso le istituzioni, esse regolano il conflitto, lo tengono a bada, anche perché la politica è guerra.

Madison inoltre, aggiunge che in ogni società ci sono sempre almeno 2 fazioni che si contrappongono, quella dei ricchi, pochi ma con molto potere, e quella dei poveri, con poco potere ma in maggioranza di numero. Il rischio di aprire troppo i ranghi al principio di maggioranza può portare alla tirannide della maggioranza, dunque far prevalere i poveri che per forza di cose opprimerebbero i ricchi.

Madison dice che il modo migliore per contenere il problema delle fazioni è quello di moltiplicarle. Le fazioni devono essere tante, perché se ci sono solo i ricchi e i poveri, i poveri distruggono i ricchi, ma se tra essi ci sono più sfumature, ci sarà più equilibrio poiché una non può prevalere su tutte le altre.

Come fare? Estendendo il territorio della repubblica. Più le repubbliche sono piccole, più è probabile che ci siano poche fazioni, ma più lo stato è grande, più fazioni ci saranno. Per questa ragione Madison dice che la ricetta è la Repubblica Federale di grandi dimensioni.

Nel 1789: entra in vigore la costituzione degli Stati Uniti

Hamilton:

Britannica

Hobbes (1588-1674)

Opere

Locke (1632-1707)

Opere

Tra ’700 e ’800

Renan

La nazione è un principio spirituale.

Da Wikipedia:
quella di Renan può essere considerata una concezione contrattualistica della nazione, basata sulla volontà di un popolo di formare una nazione, in contrapposizione alla concezione tedesca ottocentesca che si suppone molto più di tipo “essenzialisico”, basata su cultura, lingua, religione e razza. I Discorsi alla nazione tedesca di Fichte sono spesso presi come esempio di questo tipo.

Opere

Il concetto di nazione è un fatto soggettivo fondato, un fatto di coscienza. L’appartenenza alla nazione è un fatto soggettivo.

Kant (1724-1804)

Opere (politiche)

1. Stato di diritto e democrazia nel pensiero kantiano

Sul detto comune (1793)

  1. diritto insegna la libertà: la morale ha come scopo insegnarci come dobbiamo diventare degni della felicità, il diritto invece insegna la libertà nei rapporti esterni tra gli uomini.

  2. il diritto fonda uno stato civile o stato giuridico, una condizioni in cui c’è:

  3. superamento del giusnaturalismo: Il contratto non è un fatto, ma un’idea della ragione.

  4. dottrina dei diritti: esistono diritti inalienabili che nessuno potrebbe cedere anche se lo volesse

  5. diritto internazionale da un punto di vista cosmopolitico

2. Critiche e Idea per una storia universale dal punto di vista cosmopolitico (1784)

Critiche

Le conclusioni opere politiche degli anni ’90 trovano dei precedenti nelle tre Critiche, dalle quali non sono dissociate.

Idea per una storia universale dal punto di vista cosmopolitico (1784)

  1. Una società civile perfettamente giusta consente la libertà sotto la forza di leggi esterne, e vale per tutti (quinta tesi)

3. L’idea di una repubblica mondiale

3 condizioni per la pace perpetua:

  1. La costituzione civile di ogni Stato deve essere repubblicana.
  2. Il diritto delle genti deve essere fondato su un federalismo di liberi Stati
  3. Diritto di visita

1.La costituzione civile di ogni Stato deve essere repubblicana.

Secondo queste definizioni, la democrazia diretta di Rousseau deve essere considerata una forma di dispotismo. Ogni forma di governo non rappresentativa è una non-forma, in quanto il legislatore è lo stesso che esegue il proprio volere.

Kant invece intende la repubblica come democrazia rappresentativa. In questa forma di governo, i cittadini possono prendere decisioni sulla pace e della guerra, e voteranno sempre a favore della pace, consapevoli dei mali che derivano dalla guerra.

Il diritto delle genti deve essere fondato su un federalismo di liberi Stati

da Metafisica dei costumi: specifica i caratteri di questa repubblica

Diritto di visita

4. Antropologia e cosmopolitismo

Benjamin Constant (1767-1830)

La libertà degli antichi e quella dei moderni

Quadro

Opere

  1. Principi di politica (1815): potere neutro

  2. Discorso sulla libertà degli antichi comparata a quella dei moderni (1819)

1. Principi di politica

2. Discorso sulla libertà degli antichi comparata a quella dei moderni

  1. libertà politica vs libertà civile:
  2. vita politica e tempo di lavoro:
  3. dimensioni della comunità politica:
  4. democrazia diretta vs rappresentanza:

L’Ottocento


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Tocqueville (1805-1859)

“l’avvento prossimo, irresistibile, universale della democrazia nel mondo…”


Opere

1. America

2. Democrazia

3. Tirannide della maggioranza

4. La Democrazia in America

5. Costruire una democrazia liberale

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J. S. Mill (1806-1873)

Opere

Principi di economia politica (1848)

Prerequisiti

Temi

  1. Diritto di voto: suffragio universale
  2. Diritto delle minoranze
  3. Suffragio universale femminile

1.Libertà e società

2. Democrazia tra rappresentanza e competenza

3. Federazioni e colonie

Marx (1818 - 1883)

Opere

La critica della politica

Il soggetto che non c’è

Guerra e rivoluzione

Dopo Marx

Tra Ottocento e Novecento

Gaetano Mosca (1858-1941)

concetti chiave

  1. elitismo: esistono solo le oligarchie

  2. classe politica

  3. organizzazione classi politiche:

  4. formula politica: una legittimazione

  5. difesa giuridica: divisione sostanziale dei poteri

  6. organizzazione: discriminante tra dominanti e dominati

  7. dominanti e dominati

  8. guerra inevitabile

  9. politica come scienza

  10. guerra e commercio

  11. liberalismo

Opere

Teorica dei Governi (1884): I fatti sociali contro l’apriorismo delle dottrine: classe politica, organizzazione, formule politiche

Elementi di scienza politica (1896): difesa giuridica e sistema rappresentativo

Temi:


La guerra e il conflitto politico: cause e interessi

Weber (1864-1920)

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Opere

1. Un’eredità complessa

2. Le forme del potere e l’essenza dello Stato

Economia e società (1922)

3. La politica moderna: burocrazia, partiti, democrazia plebiscitaria

Burocrazia

Partiti di massa e democrazia plebiscitaria

  1. Partiti di nobilato vs partiti di massa
    1. Partiti di nobilato:
      • propri della borghesia che si afferma come soggetto politico
      • fondato su agire occasionale di personalità preminenti
      • non hanno un’organizzazione stabile
      • il loro lavoro politico si svolge in parlamento
    2. Partiti di massa moderni:
      • la politica diventa un esercizio professionale per conquistare il consenso e dunque il potere
  2. Conseguenze:
    1. I partiti diventano delle imprese, macchine del consenso, governate da leader che sono demagoghi.
    2. I parlamenti non sono più il luogo dove si svolge la politica, che è un esercizio continuato di produzione del consenso.
    3. Affermazione della democrazia plebiscitaria, dove i politici sono dei professionisti che vivono di politica, e stabiliscono con gli elettori un rapporto di fiducia, venendo legittimati dal consenso.
  1. Suffragio universale paritario in Prussia: propone di introdurre in Prussia il suffragio universale paritario.

  2. Ipotesi presidenzialista: ipotizza di introdurre un sistema presidenziale, con un presidente eletto direttamente dal popolo.

4. Lo Stato-nazione e lo Stato-potenza

Stanford

Razionalizzazione

1. aumento di conoscenza

2. impersonalità

3. controllo

La gabbia di ferro

Huntington

Opere

Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale

Tra il 1989 e il 1991 i regimi comunisti cadono. L’Unione Sovietica, con tutti i suoi stati, all’improvviso scompare, con il crollo del muro di Berlino nel 9 novembre del 1989 : questo dà inizio al processo di disfacimento dei regimi comunisti e crolla l’ordine bipolare che aveva caratterizzato la storia della guerra fredda.
Tutti gli studiosi, fino all’inizio degli anni ’90, si interrogavano: e adesso che è crollata l’Unione Sovietica? Cosa si fa? Nel frattempo nel 1991 c’è la prima guerra del Golfo, e la prima guerra fratricida nell’ex Jugoslavia, mossa da motivi religiosi (dura 10 anni).

Questo dà inizio ad un processo di indigenizzazione delle culture, ovvero le civiltà non occidentali vanno a cercare i propri valori nella propria tradizione, senza guardare più a quella occidentale.

  1. Il mondo sta andando verso uno scontro tra le civiltà. Cartografia politica.

Questa prima tesi mostra come la sua opera si configura come un esercizio di cartografia politica, egli vuole costruire una mappa per interpretare il mondo. Non ci vuole raccontare come vanno le cose, ma ci vuole fornire un quadro concettuale attraverso cui leggere il mondo.

Polemizza con due analisti, Fukuyama e Brzezinski. Il primo dice che il mondo ormai si sta unificando e si sta convertendo all’economia di mercato, l’altro dice che il mondo si sta disintegrando in mille pezzi, diventando anarchico alle estreme conseguenze.
Quello che dice Fukuyama ci offre una mappa inutile perché è indistinta, al tempo stesso quello che dice Brzezinski è altrettanto inutile, bisogna trovare una mappa che ci faccia capire in che modo il mondo si sta disgregando.

  1. Le civiltà sono grandi aggregati culturali che ci forniscono un senso di identità e appartenenza.

Come le nazioni, anche le civiltà sono degli aggregati culturali di ampia scala che però sono in grado di fornire un senso di identità e appartenenza.
La civiltà è l’aggregato culturale più ampio dentro il quale ci possiamo riconoscere, oltre non c’è niente, il cosmopolitismo non da nessun senso di appartenenza. Le civiltà sono 8 (vedile sul libro), Huntington oscilla un po’ su questo, ma per lui esistono 3 civiltà:

  1. Le civiltà determinano i rapporti di forza tra le grandi potenze.

Questo cambiamento fa sorgere le ideologie delle civiltà.

Huntington dice che gli Stati Uniti sono un paese in crisi dal punto di vista demografico, non fanno figli rispetto per esempio alla Cina. Sono in crisi anche dal punto di vista economico, militare e morale. È un paese ormai spaccato in due, che sta perdendo la propria identità storica, infatti si parla più lo spagnolo che l’inglese. Mentre gli Stati Uniti pian piano scendono, la Cina e il mondo islamico crescono

La Cina è un gigante sotto tutti i punti di vista, e stessa cosa il mondo islamico, che è sicuramente attraversato da diseguaglianze, ma comunque controllano le grandi risorse energetiche del mondo, e soprattutto si sta espandendo molto a livello demografico. Huntington dice che fin quando l’occidente è stato la più potente civiltà del mondo, ha esportato modernizzazione e valori occidentali, e ha funzionato, perché il mondo è stato toccato dall’occidente. Ma ora che altri pezzi di mondo si sono sviluppati e sono diventati più forti, nessuno più vuole accettare la “lezioncina dell’Occidente”, respingendo i suoi valori.

  1. Emersione delle civiltà - desecolarizzazione

Le civiltà emergono attraverso processi di de-secolarizzazione del mondo, cioè è in atto una rivincita di Dio, che rappresenta un ritorno in grande stile delle religioni.

Le civiltà come entità non hanno un’esistenza politica, e quando esse riemergono con questi processi di de-secolarizzazione, non emergono come civiltà completamente nuove. Quando devono decidere con chi allearsi, lo fanno con Paesi della loro stessa civiltà, e gli Stati possono essere Stati membri (Italia o Francia) oppure stati guida (Cina o Stati Uniti). Nel mondo islamica manca uno stato guida universalmente riconosciuto da loro, ed è per questo che questo mondo è molto in conflitto.

  1. Tipi di guerre di civiltà (conseguenze di un mondo diviso per civiltà):

Nel libro quando Huntington spiega come scoppiano le guerre, non dice mai che è l’appartenenza a civiltà diverse che fa scoppiare le guerre, ma scoppiano sempre per normali ragioni di potenza, che poi scaricano delle retoriche delle civiltà, e sulla base di queste producono poi delle alleanze.

  1. Regole per evitare una guerra di civiltà

Quali rimedi verso lo scontro delle civiltà? : Huntington mette in campo tre regole che in particolar modo gli stati guida delle varie civiltà devono seguire:

  1. Rischi

3 rischi di questo scenario

  1. Soluzioni per USA?.

Huntington propone 2 modi di affrontare la cosa, una di politica internazionale e una di politica interna:


civiltà: - fondata da: + religione + auto-riconoscimento

occidente: - deve mantenere integra la sua identità + modernizzazione/diversa da occidentalizzazione: contrapporre a Impero di toni negri