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ha solo studiato gli uomini
gli uomini sono guidati unicamente dalle loro fantasie
non fa polemica a differenza dei suoi predecessori
ha visioni generali
ci sono leggi particolari che dipendono da leggi generali
Leggi positive servono a far cessare lo stato di guerra latente tra individui e tra Stati. Esistono dunque tre tipi di leggi.
Tre tipi di governi:
Ogni società ha una natura e un principio:
Ogni forma di governo si fonda sui propri principi e deve mantenerli integri, attraverso l’educazione.
La forma migliore, e più difficile da mantenere, è la monarchia.
In generale è un conservatore: è preoccupato dalle trasformazioni delle varie società
repubblicano (contro liberali)
amor di sé e amor proprio
contratto sociale -cede diritto all’autoconservazione
paradosso della libertà
patto fraudolento
volontà generale:
autenticità
libertà originaria e uguaglianza
pietà
politica e morale
concezione organicistica: cittadino è parte di un tutto indivisibile
chi va in parlamento ha un mandato imperativo, non un mandato libero.
Due paragrafi dagli appunti di Moderna (Rumore 2024):
Rousseau compone le sue opere politiche cento anni dopo quelle
hobbesiane, ma lo scenario è analogo. Generalmente si dice che Rousseau
abbia un’antropologia più ottimistica di quella di Hobbes (buon
selvaggio, stato di natura idilliaco di pace, ecc.). In realtà nel
Discorso sull’origine della diseguaglianza fra gli uomini
Rousseau dice che il buon selvaggio è buono e vive in pace con i
suoi simili perché è completamente autonomo.
Il buon selvaggio non ha bisogno di nessuno, dal
momento che ha bisogni elementari, ma anche perché la natura è
generosa con lui. In questo stato di natura originario l’uomo
vive in un paradiso terrestre, quindi chiaramente non ha
conflitti.
L’uomo rousseauiano è mosso da una passione, l’amor di
sé, ossia la conservazione della propria esistenza.
Le cose diventano pericolose quando per cause fortuite l’uomo si
trova ad aver bisogno degli altri. Quando non riesco più a
provvedere da me ai miei bisogni, ecco che le disuguaglianze
naturali diventano fondamentali e si comincia ad esercitare il
proprio potere secondo il principio della legge del più forte.
L’istituzione della proprietà privata è il primo passo dell’origine della diseguaglianza. Diseguaglianza non è preambolo della minaccia di morte ma violazione della dignità umana. Quando si vive in una condizione di sopruso si rinuncia alla propria dignità di esseri umani. Quando ci si assoggetta ad altri si rinuncia a pensare, a decidere, a rendersi responsabili delle proprie azioni. Questo è ciò che contraddistingue gli esseri umani rispetto agli altri esseri viventi. L’uomo esce dallo stato di natura per affermare la dignità umana, per riconquistare quell’uguaglianza che è l’unico elemento che gli consente di vivere una vita dignitosamente umana.
Come si esce dall’inasprimento delle diseguaglianze? Con un patto: il contratto sociale.
Il contratto sociale è una patto di unione degli individui, i quali decidono di ristabilire l’eguaglianza. Gli individui decidono che l’assoggettamento ai simili è una condizione disumana e si assoggettano a un soggetto politico democratico, la volontà generale.
La volontà generale è un soggetto metafisico, che
poi può essere esercitato da un soggetto politico reale. Volontà
generale è quella volontà in cui si raccolgono sublimandosi le volontà
dei singoli. Non è la somma delle volontà di tutti, che
renderebbe difficile una combinazione funzionale. È una volontà in cui,
con una forma di sintesi sublime, si mantengono gli elementi individuali
senza irretire le opposizioni tra essi.
Assoggettandosi alla volontà generale il cittadino rousseauiano
si assoggetta a se stesso, poche in quella volontà generale
riconosce l’espressione della propria volontà individuale.
Per questo Rousseau teorizza il “paradosso della libertà”. Nello stato civile di Rousseau si realizza il paradosso della libertà, ossia si viene costretti a essere liberi quando ci si sottrae ai comandi della volontà generale. Se mi sottraggo al comando della volontà generale mi sottraggo a un principio di libertà, che è fare quello che comanda la mia stessa volontà, quindi vengo costretto ad assoggettarmi a quella volontà che solo mi rende libero.
In altre parole, la volontà generale è un soggetto politico
in cui confluiscono le volontà individuali perdendo le loro connotazioni
particolari. Quando ci si assoggetta alla volontà generale ci
si assoggetta all’espressione sublimata della propria volontà. Quando si
fa quel che si vuole si è liberi (= libertà di, di dare corso al proprio
arbitrio). Se all’interno di un sistema politico mi sottraggo ai comandi
dell’autorità politica, quindi della volontà generale, io sono costretto
a conformarmi, cioè obbligato ad essere libero.
Rousseau teorizza un sistema utopico, quello della democrazia
diretta (no rappresentanti, i cittadini rappresentanti di se
stessi).
La democrazia diretta è la massima espressione della voce del singolo
all’interno degli organi della comunità politica. Polis greca. Ogni
cittadino nell’assemblea dice il proprio parere.
Il Federalista, Alexander Hamilton, James Madison, John Jay è una raccolta di scritti pubblicata sotto lo pesudonimo Publius) tra il 1787 e il 1788
Alexander Hamilton : il più conservatore
James Madison : il più democratico
John Jay : contributi minori
non è un’opera di carattere sistematico, ma è una raccolta di 85 articoli apparsi sui giornali dell’epoca dello Stato di New York.
i tre autori scrivono per sostenere le ragioni della nuova costituzione degli Stati Uniti, cioè per convincere i votanti dello Stato di New York a votare la nuova costituzione.
È un’opera molto originale, in cui viene tratteggiato un disegno
politico senza precedenti, cioè si immagina un nuovo sistema
politico.
Nel 1787, all’epoca della redazione del testo, ci sono soltanto regimi
autoritari e dispotici, dunque gli autori si immaginano qualcosa che non
si era mai visto, “inventandosi” come mettere in pratica una nuova forma
di governo.
Distinzione tra popolo come soggetto di diritti e nazione all’interno del quale i diritti vengono goduti.
I diritti condivisi da più persone creano una potenza politica collettiva che può essere espressa solo dai rappresentanti.
John Adams: la contrapposizione tra rappresentati e
rappresentanti non finirà mai se non nella rovina del potere del popolo
o in una rivoluzione. Tuttavia la rappresentanza deve riprodurre
le divisioni costitutive di una società.
La perfezione del ritratto consiste nella somiglianza.
Non sono dei democratici, sono dei liberali ostili alla democrazia, vedono in essa un grosso pericolo. Anche Kant era un repubblicano che disprezzava la democrazia. La costituzione, nel corso degli anni, in particolare verso la fine degli anni ’20 dell’800, comincerà a caricarsi di valori democratici.
Il 4 luglio del 1776 vediamo la dichiarazione di Indipendenza da parte degli americani, 13 colonie si staccano dalla madrepatria, la Gran Bretagna. Le radici di questo atto di secessione vanno ricercate nella Guerra dei sette anni (1756-1763), la prima guerra mondiale vera e propria perché si combatte ovunque. Risulta vittorioso l’impero Britannico, diventando la prima potenza mondiale, perché aveva un sistema di colonie ramificato in tutto il globo. Durante la Guerra dei sette anni, in America, le colonie sostengono fortemente la madrepatria, chiedendo come riconoscimento alla fine della guerra di avere una rappresentanza nel parlamento di Westminster a Londra (avevano aiutato durante la guerra, e quindi si aspettavano un riconoscimento).
Gli inglesi rifiutano questa richiesta dei coloni, e così poco per volta il clima inizia ad essere sempre più teso, fino a quando i coloni non dichiarano ufficialmente la propria indipendenza. Inizia così una vera e propria guerra tra i coloni e la madrepatria, che dura dal 1776 fino al 1783, guerra molto lunga con azioni militari significative, che diventa anche guerra civile, perché ovviamente non tutti erano d’accordo a separarsi dalla corona inglese. Nel 1783 con la Pace di Parigi si chiude la guerra, con la separazione ufficiale riconosciuta dalla Gran Bretagna. Durante questa guerra, viene elaborata una prima costituzione degli Stati Uniti che entra in vigore nel 1781: articoli di confederazione. Questi però funzionano in parte sì e in parte no, lasciando un po ’insoddisfatti gli americani. Il Congresso Continentale aveva disperso troppo i poteri e non riusciva a governare in maniera efficace (questioni economiche). Rivolta di Shay 1786-1787: insurrezione armata che coinvolge 1200 uomini, diventa motivo per sostenere un maggiore potere centrale, cioè un governo centrale più forte e conservatore.
Protesta contro in Massachussets contro un tentativo del governo di tassazione dei commerci - 4000 manifestanti armati, ma la confederazione non riesce a controllare la cosa e devono intervenire le milizie locali del Massachussets.
Nel 1787, la convenzione costituzionale di riformare alla radice questa costituzione, ed è proprio quella che viene commentata nel “Federalista”. Questo sarà il testo ancora in vigore oggi dal 1789. I tre autori visti prima, Hamilton, Madison e Jay, scrivono gli articoli per far sì che questa carta costituzionale venga votata nello stato di New York. Contro di loro si schierano gli antifederalisti che avevano un’impronta molto più democratica, ma non ebbero la meglio.
Mentre gli articoli di confederazione (1781) danno una struttura confederale agli Stati Uniti, la costituzione del 1787 offre una struttura federale.
L’Europa che noi oggi vediamo è un ibrido tra una confederazione e una federazione, per questo diventa importante capire la differenza tra i due termini.
I temi principali del “Federalista” sono due: i federalisti cercavano di porre rimedio a due grandi mali:
La guerra: la costituzione era pensata per evitare la guerra tra Stati americani. Gli Stati Uniti non sono un paese unitario, perché sono tutti stati indipendenti con legislazioni differenti. I costituenti dunque vogliono rimuovere qualsiasi possibilità che si sviluppi una guerra tra tutti questi stati intra americani.
Il dispotismo: gli americani insistono molto sul fatto che guerra e dispotismo si alimentano a vicenda, perché quando c’è una guerra i governi devono diventare più forti prendendo in mano la situazione, tendendo all’autoritarismo. A loro volta i regimi dispotici tendono a fare la guerra, come diceva Kant, perché il despota decide di fare la guerra per il suo prestigio personale, tanto a morire non è lui, e lo fa senza che nessuno possa contraddirlo.
Secondo i federalisti questi sono mali tipici dell’Europa, dove non si fa altro che avere regimi dispotici e fare la guerra.
Gli americani dicevano di essere diversi in questo, e questo si è
tradotto in una dottrina di politica estera che ancora oggi ha un potere
straordinario in America: l’isolazionismo.
Nel 1823, con la dottrina Monroe, vediamo questo concetto messo nero su
bianco. L’internazionalismo invece, contrapposto all’isolazionismo, è
una politica estera aggressiva finalizzata a esportare il modello
americano, rendendo il mondo più sicuro per la democrazia, e questa era
la modalità utilizzata per esempio da Wilson o Roosevelt.
Le relazioni internazionali sono caratterizzate da una struttura anarchica. Qua c’è un’analogia con ciò che accade dentro gli stati, quando ci sono delle controversie vediamo che c’è sempre un terzo che risolve il problema. Nello schema di Hamilton la struttura anarchica del sistema internazionale, che è priva di potere, è la ragione per cui le controversie tra stati possono trasformarsi in guerra. Hamilton confuta un’altra tesi, ovvero l’idea che i commerci tra Stati tolgano terreno fertile alla guerra, perché se c’è uno scambio di Stati è più improbabile che vi sia conflitto. Hamilton appunto confuta questo, dicendo che il commercio in realtà è un altro motivo per fare la guerra, l’unica cosa che potrebbe evitarla è un ente terzo.
Soluzione: Hamilton propone una federazione, ma articola la differenza tra federazione e confederazione.
federazione : il modo per disinnescare il rischio della guerra. È un patto tra stati, in cui però su alcune ma importanti materie, come la moneta o la politica estera, gli stati perdono la propria sovranità, lasciando il proprio potere di queste materie ad un ente terzo, che sta al di sopra di quegli stati.
confederazione : è un’alleanza, un patto tra stati che decidono
di fare delle cose insieme, tipo condividere alcune politiche comuni
(es. la moneta), ma mantenendo ogni singolo stato con la propria
sovranità assoluta. Dunque ogni stato ha il potere di decidere in ultima
istanza, ognuno ha il suo esercito nazionale.
Un esempio di confederazione è l’ONU.
Per Hamilton bisogna diventare una federazione e non una confederazione, e questo è il senso della costituzione americana del 1787.
I federalisti immaginano la separazione su due diversi piani:
Si basa sul principio di sussidiarietà. Immaginiamo dei comuni, delle contee, poi degli stati, e infine l’unione federale. Man mano che si sale per questi livelli, i poteri nelle mani di queste strutture sono sempre di meno, in modo tale da disperdere il potere. Ogni comunità dunque, è responsabile e indipendente nelle scelte che può fare. Da nessuna parte nel territorio ci deve essere una concentrazione di poteri, essi devono essere sparsi. Il federalismo dunque non è soltanto una ricetta di politica estera per evitare la guerra, ma è anche una ricetta di politica interna. La chiave di questa ricetta è il principio di sussidiarietà : ogni comunità deve autogovernarsi sulle cose che sono di suo interesse. La forma di governo presidenziale.
In America l’organizzazione è:
La camera dei rappresentanti dura 2 anni, i senatori invece hanno un mandato di 6 anni, che però ogni 2 anni si rinnova per 1/3 dei membri.
Quando c’è un Parlamento bicamerale, una legge deve per forza rispondere sia alla maggioranza parlamentare della camera dei rappresentanti, ma anche al volere dei senatori, dunque degli stati. Il presidente viene eletto con un’elezione di secondo grado: i cittadini americani ma votano dei grandi elettori, che poi a loro volta votano il presidente. Questo sistema è stato ideato dai padri costituenti per evitare che il popolo votasse in modo poco obiettivo.
Questi grandi elettori sono un numero pari a quello dei membri del Congresso, dunque camera del senato e camera dei rappresentanti. Il sistema elettorale degli Stati Uniti è di tipo maggioritario a turno unico, ovvero un sistema in cui di norma, in ogni stato, c’è un collegio uninominale, in cui vince un solo candidato. Nei sistemi nominali c’è una circoscrizione.
Questo sistema funziona bene solo dove ci sono solo 2 partiti, perché hanno un effetto fortemente non-rappresentativo, tendono a distorcere la rappresentanza comune, quindi dove ci sono più di 2 partiti è molto difficile che vinca davvero il partito con più rappresentanza. es. immaginiamo due partiti A e B, i candidati del partito A vincono di un solo voto in ogni collegio.
Si ha un Paese in cui ci sarà il 49% di persone che votano B, e per il 2% ci sarà un parlamento in cui governano le idee politiche del partito A. Ma se ci sono tre partiti, non c’è bisogno di avere il 51% dei voti, perché basta avere circa il 34%, dunque si avrà un paese in cui il 64% votano non per il partito che ha vinto, ma per gli altri due. Se ci sono quattro partiti, il 75% non sarà soddisfatto del partito scelto, e così via.
Nei sistemi proporzionali, invece, come in Italia, si divide il Paese in un numero circoscrizioni, e in ognuna di esse sono in palio una certa quantità di seggi. Dopo si stabilisce che un deputato di una delle circoscrizioni, per avere un posto in parlamento, deve avere un tot numero di voti (150.000 circa). Dopo una serie di calcoli escono fuori dei posti.
In Francia invece sussiste il sistema di voto del secondo turno, in cui se si ha una maggioranza al primo turno si tiene il primo risultato, ma se non si raggiunge la maggioranza, ci sarà un secondo turno di voti, circa 15 giorni dopo.
In America c’è un sistema maggioritario a turno unico, ma il collegio è plurinominale, non uninominale. Ogni stato a seconda della propria densità mette in palio un certo numero di seggi. Quando si svolgono le elezioni in quello stato, non c’è la competizione per le singole persone (no uninominale), e se un partito vince anche di un solo voto, si prende tutti i voti di tutti i seggi di quello stato, anche se magari in alcuni seggi quel partito non aveva vinto.
Quindi ricapitolando:
Gli americani durante i giorni di elezione, non votano soltanto il Presidente, ma vota anche per rinnovare la camera dei rappresentanti e 1/3 dei senatori. L’elezione produce necessariamente un aristocrazia di persone, il sorteggio invece corrisponde alla democrazia, perché può capitare a chiunque senza preferenze. Il potere giudiziario: in America ha un ruolo politico molto importante, anche se non è direttamente politico.
In America c’è il judicial review, ovvero il controllo di costituzionalità delle leggi federali e statali che i tribunali possono esercitare nei normali processi, e questo controllo è reso possibile dal fatto che in America, per la prima volta, viene fissata una costituzione che ha valore di una legge sovraordinata. I giudici nei singoli processi, anche quelli più banali, possono di fatto dichiarare incostituzionale una legge.
es. in Texas il parlamento vota a maggioranza (modo democratico) una legge secondo la quale chi è di colore non può uscire di casa.
Cosa succede? : se una persona di colore esce di casa viene arrestato, e verrà sottoposto a processo, dove un giudice confermerà il fatto che egli debba andare in galera. L’avvocato difensore, affermerà però che secondo la costituzione è vietato imporre una legge discriminatoria, dunque egli convincerà il giudice a liberare l’accusato. Se una settimana dopo accade un episodio simile, l’altro individuo di colore verrà comunque arrestato, perché quella legge è comunque presente, ma successivamente verrà comunque liberato per lo stesso motivo precedente. Questo rappresenta una condanna a morte per quella legge.
L’articolo 10 del “Federalista”, è scritto da Madison, un liberale
progressista. In questo articolo c’è un cambiamento di visione
significativo, la politica deve perseguire il bene comune, ma il
bene comune non esiste.
Il bene comune non esiste perché le società sono plurali, sono
attraversate da interessi, da ideali, da visioni del mondo diverse, ci
sono troppe visioni diverse delle cose per permettere l’esistenza di un
bene comune.
Come si governa una società divisa in fazioni? Madison dice che
le fazioni non si possono abolire, perché abolirle
significherebbe abolire la libertà stessa. Piegare una società ad un
idea di bene comune, che poi non è condivisa, vuol dire distruggere le
fazioni e distruggere con esse la libertà che ne deriva.
Madison fa l’esempio dicendo che è come spegnere un incendio in una casa
togliendo l’ossigeno, l’incendio si spegne certo, ma le persone
all’interno della casa muoiono. Come si trova una via di mezzo? :
attraverso le istituzioni, esse regolano il conflitto, lo tengono a
bada, anche perché la politica è guerra.
Madison inoltre, aggiunge che in ogni società ci sono sempre almeno 2 fazioni che si contrappongono, quella dei ricchi, pochi ma con molto potere, e quella dei poveri, con poco potere ma in maggioranza di numero. Il rischio di aprire troppo i ranghi al principio di maggioranza può portare alla tirannide della maggioranza, dunque far prevalere i poveri che per forza di cose opprimerebbero i ricchi.
Madison dice che il modo migliore per contenere il problema delle fazioni è quello di moltiplicarle. Le fazioni devono essere tante, perché se ci sono solo i ricchi e i poveri, i poveri distruggono i ricchi, ma se tra essi ci sono più sfumature, ci sarà più equilibrio poiché una non può prevalere su tutte le altre.
Come fare? Estendendo il territorio della repubblica. Più le repubbliche sono piccole, più è probabile che ci siano poche fazioni, ma più lo stato è grande, più fazioni ci saranno. Per questa ragione Madison dice che la ricetta è la Repubblica Federale di grandi dimensioni.
Nel 1789: entra in vigore la costituzione degli Stati Uniti
Hamilton:
La nazione è un principio spirituale.
Da Wikipedia:
quella di Renan può essere considerata una concezione contrattualistica
della nazione, basata sulla volontà di un popolo di formare una nazione,
in contrapposizione alla concezione tedesca ottocentesca che si suppone
molto più di tipo “essenzialisico”, basata su cultura, lingua, religione
e razza. I Discorsi alla nazione tedesca di Fichte sono spesso presi
come esempio di questo tipo.
Il concetto di nazione è un fatto soggettivo fondato, un fatto di coscienza. L’appartenenza alla nazione è un fatto soggettivo.
diritto insegna la libertà: la morale ha come scopo insegnarci come dobbiamo diventare degni della felicità, il diritto invece insegna la libertà nei rapporti esterni tra gli uomini.
il diritto fonda uno stato civile o stato giuridico, una condizioni in cui c’è:
superamento del giusnaturalismo: Il contratto non è un fatto, ma un’idea della ragione.
dottrina dei diritti: esistono diritti inalienabili che nessuno potrebbe cedere anche se lo volesse
libertà della penna: è legittimo un uso pubblico della ragione contro volontà sovrana
opinione pubblica: deve potersi esprimere contro la volontà del potere politico
(in Metafisica dei costumi):
diritto innato e originario alla libertà naturale
diritto internazionale da un punto di vista cosmopolitico
Le conclusioni opere politiche degli anni ’90 trovano dei precedenti nelle tre Critiche, dalle quali non sono dissociate.
Concezione del diritto e della società
9 tesi
Le azioni umane sono governate da leggi universali riconoscibile non nell’individuo, ma nell’intero genere, dove si può individuare un progresso.
2. Le disposizioni naturali dell’uomo
cioè si dispiegano completamente nel genere e non nel
singolo (seconda tesi)
4. Antagonismo: è il mezzo con cui si compie lo sviluppo del genere umano, che porta a un ordine legittimo. (quarta tesi)
Insocievole socievolezza: da un lato gli uomini sono portati a unirsi in società, dall’altro fanno valere i propri interessi e le proprie tendenze egoistiche.
Qual è il miglior rapporto tra la costituzione interna e le relazioni internazionali?
Per la pace perpetua (1795)
3 articoli sulla relazione tra il diritto interno e il diritto internazionale
sono
3 condizioni per la pace perpetua:
Secondo queste definizioni, la democrazia diretta di Rousseau deve essere considerata una forma di dispotismo. Ogni forma di governo non rappresentativa è una non-forma, in quanto il legislatore è lo stesso che esegue il proprio volere.
Kant invece intende la repubblica come democrazia rappresentativa. In questa forma di governo, i cittadini possono prendere decisioni sulla pace e della guerra, e voteranno sempre a favore della pace, consapevoli dei mali che derivano dalla guerra.
da Metafisica dei costumi: specifica i caratteri di questa repubblica
Deve essere un’unione come quella degli Stati Uniti, un’unione indissolubile fondata su una costituzione pubblica, uno stato federale
Ma gli Stati non rinunciano alla sovranità, allora potranno realizzare solo il surrogato negativo di una federazione mondiale, cioè una confederazione che possa impedire le guerre senza imporre l’assoggettamento a leggi coattive.
Ma la natura di questa confederazione pacifica è l’instabilità. Si tratta quindi di una soluzione provvisoria, che non potrà garantire la pace perpetua.
Condanna del giusnaturalismo: Grozio e Pufendorf non riescono a impedire la guerra, il loro è un diritto alla guerra.
La pace perpetua è un obiettivo irrealizzabile, ma nella natura umana è il fondamento di un progetto di una pace perpetua.
Chiedendoci se la natura umana sia buona o cattiva, la risposta sarebbe certamente negativa, ma proprio la nostra capacità di indignarci di fronti agli orrori di cui siamo capaci segna la possibilità e l’aspirazione per il genere umano di migliorarsi.
La Rivoluzione francese è l’avvenimento che può confermare questo miglioramento, nonostante le atrocità che ha prodotto.
La libertà degli antichi e quella dei moderni
Principi di politica (1815): potere neutro
Discorso sulla libertà degli antichi comparata a quella dei moderni (1819)
Rivoluzione Francese: stesse opinioni di Madame de Stael
Monarchia costituzionale: è il modello dell’Inghilterra da seguire
Liberalismo: limitazione del potere avviene grazie a rappresentanza
Potere è legittimato dal popolo
Distinzione dei poteri
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“l’avvento prossimo, irresistibile, universale della democrazia nel mondo…”
Aristocratico francese: incarico di studiare il sistema penitenziario nordamericano
Democrazia in America: diario di viaggio in America (1831-l832)
1848: diventa un parlamentare
è l’immagine della democrazia
guardandola non vede:
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Sulla libertà (1859)
Recensione di La Democrazia in America (1840)
Considerazioni sul governo rappresentativo (1861)
Bisogna evitare il dispotismo della maggioranza
Questo testo porta nel 1867 all’estensione del numero degli elettori in Inghilterra (1M > 2.5M) (Second Reform Act)
In una democrazia ogni parte deve avere una rappresentanza proporzionale alla sua forza
Limiti (temporanei) al suffragio universale:
Voto è un dovere perché si esercita un potere sugli altri e bisogna essere consapevoli degli esiti di farlo
Voto plurimo:
Sistema elettorale proposto da Thomas Hare (STV, single transferable vote:
Esiste un bene comune
elitismo: esistono solo le oligarchie
classe politica
organizzazione classi politiche:
formula politica: una legittimazione
difesa giuridica: divisione sostanziale dei poteri
organizzazione: discriminante tra dominanti e dominati
dominanti e dominati
guerra inevitabile
politica come scienza
guerra e commercio
liberalismo
Teorica dei governi (1884)
Nella storia, c’è una minoranza organizzata (dominanti) che prevale su maggioranza disorganizzata (dominati)
Classe politica è una classe speciale, che si distingue per qualcosa
Criteri di formazione della classe politica
Formula politica: un principio astratto con cui i governanti legittimano il loro potere
Esistono:
Temi:
Opera fondativa della scienza politica
Classe politica come minoranza organizzata
Durata delle classi politiche nella storia:
Organizzazione delle classi politiche nella storia:
Difesa giuridica:
Organizzazione politica e giuridica servono a conciliare dimensione potere e libertà:
Superiorità del sistema rappresentativo
Il dogma della sovranità popolare può dar luogo a conseguenze di qualsiasi altro dispotismo
La scienza politica è una missione per le generazioni future
Elementi di scienza politica (1896)
La natura umana è costante: gli uomini:
Nei rapporti internazionali, la guerra può essere fermata solo dal commercio
per un periodo ipotizza un processo di pacificazione fondato sulla antieconomicità della guerra
inevitabilità della guerra
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Economia e società (1922)
Potere: la possibilità di trovare obbedienza a un comando presso qualcuno
Tre tipi puri di potere legittimo:
Questa teoria si riferisce a dinamiche che riguardano il gruppo sociale, un gruppo di potere.
Gruppo politico: un gruppo di potere che garantisce con la coercizione fisica la sussistenza degli ordinamenti.
Stato: una impresa istituzionale a carattere politico nella quale l’apparato amministrativo avanza una pretesa di monopolio della coercizione fisica, per l’attuazione degli ordinamenti.
I partiti avrebbero potuto tenere a bada il funzionario moderno, se ci fossero state due condizioni:
Ma in Germania, a causa dell’assenza di partiti forti e l’accentramento del potere con Bismarck e Guglielmo II, era la burocrazia a governare.
Due proposte:
Suffragio universale paritario in Prussia: propone di introdurre in Prussia il suffragio universale paritario.
Ipotesi presidenzialista: ipotizza di introdurre un sistema presidenziale, con un presidente eletto direttamente dal popolo.
Prolusione di Friburgo: invoca la necessità di una Weltmachtpolitik tedesca. La Germania ha un destino di potenza.
Dura critica del Reich di Guglielmo II
Lontano da nazionalismo e imperialismo
Razionalizzazione
Nega che esista una legge di sviluppo della storia nei suoi studi metodologici
Razionalizzazione si traduce in:
La gabbia di ferro ha intrappolato per la sua irresistibile efficienza
La razionalità procedurale-formale (Zweckrationalität) è diversa dalla Wertrationalität, una razionalità “sostanziale”.
Gli individui sono ridotti a parte di una macchina
La razionalizzazione porta gli uomini a una omologazione, ma che ha come contrappeso una inondazione di valori soggettivi: come uomini siamo incantanti dopo essere stati disincantati, siamo, come gli antichi, disorientati.
“Under the circumstances, according to Weber, a modern individual tends to act only on one’s own aesthetic impulse and arbitrary convictions that cannot be communicated in the eventuality; the majority of those who cannot even act on their convictions, or the “last men who invented happiness” à la Nietzsche, lead the life of a “cog in a machine.”
È un liberale borghese che tiene alla libertà individuale
Sociologia del dominio (Herrschaftssoziologie)
Definizione dello Stato
Herrschaft: dominio. Il dominio è una realtà immutabile della vita politica anche in uno stato democratico.
La prima preoccupazione della politica è stabilire un dominio ordinato, non realizzare giustizia (Kant) o libertà (Hegel)
Dopo la prima guerra mondiale difende l’idea di una Führerdemokratie
I militari e lo Stato (1957)
L’ordine politico in società in cambiamento (1968) La crisi della democrazia (1975) : opera in cui afferma che le democrazie sono in crisi perché stanno diventando sempre più ingovernabili, ci sono sempre più richieste che arrivano dal basso, a cui i governi non sanno più come rispondere, perché se lo facessero ci sarebbe una gravissima crisi economica. La terza ondata (1990) : opera in cui tenta di spiegare come mai dalla metà degli anni 70 fino agli anni 90, quando cadono i regimi comunisti, in una trentina di paesi ci sono stati dei processi evidenti di democratizzazione, che seguono alla caduta dei regimi autoritari. Questo processo di democratizzazione culmina con i comunismi.
Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale” (1996) : anticipata da un breve articolo del 1993 sulla rivista Foreign Affairs, che rappresenta il cuore del libro, e viene dibattuto molto. Huntington trasforma poi questo articolo nel libro, rispondendo a tutte le obiezioni dei critici.
Tra il 1989 e il 1991 i regimi comunisti cadono. L’Unione Sovietica,
con tutti i suoi stati, all’improvviso scompare, con il crollo del muro
di Berlino nel 9 novembre del 1989 : questo dà inizio al processo di
disfacimento dei regimi comunisti e crolla l’ordine bipolare che aveva
caratterizzato la storia della guerra fredda.
Tutti gli studiosi, fino all’inizio degli anni ’90, si interrogavano: e
adesso che è crollata l’Unione Sovietica? Cosa si fa? Nel frattempo nel
1991 c’è la prima guerra del Golfo, e la prima guerra
fratricida nell’ex Jugoslavia, mossa da motivi religiosi (dura 10
anni).
Questo dà inizio ad un processo di indigenizzazione delle culture, ovvero le civiltà non occidentali vanno a cercare i propri valori nella propria tradizione, senza guardare più a quella occidentale.
Questa prima tesi mostra come la sua opera si configura come un esercizio di cartografia politica, egli vuole costruire una mappa per interpretare il mondo. Non ci vuole raccontare come vanno le cose, ma ci vuole fornire un quadro concettuale attraverso cui leggere il mondo.
Polemizza con due analisti, Fukuyama e Brzezinski. Il primo dice che
il mondo ormai si sta unificando e si sta convertendo all’economia di
mercato, l’altro dice che il mondo si sta disintegrando in mille pezzi,
diventando anarchico alle estreme conseguenze.
Quello che dice Fukuyama ci offre una mappa inutile perché è indistinta,
al tempo stesso quello che dice Brzezinski è altrettanto inutile,
bisogna trovare una mappa che ci faccia capire in che modo il mondo si
sta disgregando.
Come le nazioni, anche le civiltà sono degli aggregati culturali di
ampia scala che però sono in grado di fornire un senso di
identità e appartenenza.
La civiltà è l’aggregato culturale più ampio dentro il quale ci possiamo
riconoscere, oltre non c’è niente, il cosmopolitismo non da
nessun senso di appartenenza. Le civiltà sono 8 (vedile sul
libro), Huntington oscilla un po’ su questo, ma per lui esistono 3
civiltà:
Questo cambiamento fa sorgere le ideologie delle civiltà.
Huntington dice che gli Stati Uniti sono un paese in crisi dal punto di vista demografico, non fanno figli rispetto per esempio alla Cina. Sono in crisi anche dal punto di vista economico, militare e morale. È un paese ormai spaccato in due, che sta perdendo la propria identità storica, infatti si parla più lo spagnolo che l’inglese. Mentre gli Stati Uniti pian piano scendono, la Cina e il mondo islamico crescono
La Cina è un gigante sotto tutti i punti di vista, e stessa cosa il mondo islamico, che è sicuramente attraversato da diseguaglianze, ma comunque controllano le grandi risorse energetiche del mondo, e soprattutto si sta espandendo molto a livello demografico. Huntington dice che fin quando l’occidente è stato la più potente civiltà del mondo, ha esportato modernizzazione e valori occidentali, e ha funzionato, perché il mondo è stato toccato dall’occidente. Ma ora che altri pezzi di mondo si sono sviluppati e sono diventati più forti, nessuno più vuole accettare la “lezioncina dell’Occidente”, respingendo i suoi valori.
Le civiltà emergono attraverso processi di de-secolarizzazione del mondo, cioè è in atto una rivincita di Dio, che rappresenta un ritorno in grande stile delle religioni.
Le civiltà come entità non hanno un’esistenza politica, e quando esse riemergono con questi processi di de-secolarizzazione, non emergono come civiltà completamente nuove. Quando devono decidere con chi allearsi, lo fanno con Paesi della loro stessa civiltà, e gli Stati possono essere Stati membri (Italia o Francia) oppure stati guida (Cina o Stati Uniti). Nel mondo islamica manca uno stato guida universalmente riconosciuto da loro, ed è per questo che questo mondo è molto in conflitto.
Tipi di guerre di civiltà (conseguenze di un mondo diviso per civiltà):
guerra di faglia: guerre che si svolgono tra stati più o meno contigui, che appartengono a civiltà differenti (es. ex-Jugoslavia). È una guerra di piccole dimensioni.
guerra globale: vengono coinvolti gli stati-guida, e non gli stati membri. È una guerra di dimensioni più grandi.
Nel libro quando Huntington spiega come scoppiano le guerre, non dice mai che è l’appartenenza a civiltà diverse che fa scoppiare le guerre, ma scoppiano sempre per normali ragioni di potenza, che poi scaricano delle retoriche delle civiltà, e sulla base di queste producono poi delle alleanze.
Quali rimedi verso lo scontro delle civiltà? : Huntington mette in campo tre regole che in particolar modo gli stati guida delle varie civiltà devono seguire:
3 rischi di questo scenario
intraprendenza sinica: l’enorme espansione economica della Cina nel mondo, è un fattore destabilizzante, la Cina diventerà la potenza assoluta della storia secondo lui, nessuna potenza ha mai avuto il potere che avrà la Cina. Prima o poi qusto si tradurrà in un egemonia militare, per questo spaventa.
intolleranza islamica: le frontiere dell’islam grondano sangue, nel senso che tutte le guerre degli ultimi decenni hanno sempre visto coinvolto un paese islamico. L’Islam è intollerante e aggressivo per diversi ragioni: - l’Islam è una religione di guerra e di conquista, basata fondamentalmente sulla violenza - nel mondo islamico c’è un disagio sociale enorme che rende le persone sempre pronte ad usare la violenza, anche perché l’età media è bassissima per via dell’esplosione demografica; non c’è lo stato guida, il mondo islamico è turbolento perché non ha uno stato guida che possa contenerne le esuberanze, manca un punto di riferimento.
l’arroganza occidentale: questo è il vero motivo per cui il mondo potrebbe esplodere. Noi siamo arroganti, pensiamo di essere più sviluppati di altri, e quindi ci sentiamo autorizzati a fare quello che vogliamo, diventando imperialisti, immorali e distruttivi.
Huntington propone 2 modi di affrontare la cosa, una di politica internazionale e una di politica interna:
Relativismo culturale nei rapporti tra le civiltà : gli USA devono riconoscere il diritto di esistere ad altre culture, il mondo è un mondo strutturato e diverso, bisogna quindi rinunciare ad intervenire fuori dalla sfera dei propri interessi, è una proposta isolazionista ovviamente. Il mondo è multipolare, differente sotto tutti i punti di vista, e questo va accettato.
Monolitismo culturale interno : gli USA non devono più cedere alle tentazioni della civiltà multiculturale. Devono ridare sostanza alla propria specifica identità culturale, visto che si sta indebolendo molto.
moderazione basata su accettazione multiculturalità
indigenizzazione delle civiltà
civiltà: - fondata da: + religione + auto-riconoscimento
occidente: - deve mantenere integra la sua identità + modernizzazione/diversa da occidentalizzazione: contrapporre a Impero di toni negri
deriva parti delle sue teorie da Melko
auspica riorganizzazione membri del consiglio di sicurezza dell’ONU sulla base della civiltà
lista civiltà morte: es. cretese
deriva parti delle sue teorie da Quigley
concetto olistico di civiltà: problematico