Psicologia dinamica

Lezione 1

Lezione 2

Lezione 3

Freud

Episodi precedenti Psicologia dinamica: aspetti psicologia, aspetti psicanalisi. Contesto culturale storico di Freud.

Tre aspetti della meta-psicologia

Metapsicologia: dinamico, topografico, economico.

Questo significa che la nostra mente è in grado di regolare il piacere e il dispiacere. Questa regolazione avviene in maniera automatica, perchè non possiamo controllare nulla rispetto al nostro inconscio. L’unica cosa che secondo Freud possiamo controllare è la coscienza.

Principio di piacere e principio di realtà

Due principi (delle pulsioni): principio di piacere e principio di realtà. Questi due principi hanno come obiettivo di mantenere una certa carica di energia. Se l’energia non trova un diretto appagamento può accadere che quell’energia si sposti da una pulsione all’altra. Questo spostamento non è cosciente.
Inoltre, le pulsioni non emergono una alla volta.

(Il livello di energia deve in qualche modo raggiungere l’equilibrio.)

principio di piacere

Il principio di piacere è il primo principio a cui rispondiamo, ha a che vedere con il bambino e l’infanzia (da 0 a 4-5 anni di vita). Il principio di piacere ha come caratteristica: volere una cosa, e volerla subito. Il principio di piacere domina l’es, domina l’inconscio. Le passioni vogliono essere appagate, e il piacere decide di appagarle.
Questo desiderio è un desiderio di liquidare l’energia.

principio di realtà

Il principio di piacere cederà lentamente il posto al principio di realtà. (4-6 anni, quando si ha l’emergere del pensiero logico). Caratteristica principale è dilazionare la soddisfazione, l’appagamento del piacere. Implica che la carica pulsionale non è stata completamente dilazionata, ma ci può permettere di usare quella carica per fare altre cose (es. per concentrarsi di più). Ciascuno di noi è libero di scegliere se quel piacere può avvenire adesso o più tardi. Una parte di principio di piacere resterà sempre in noi.

Questi due principi contribuiscono alla costruzione della coscienza o della mente di ogni essere umano.

Ciò che ti porta a capire se sei dominato da quale principio è l’emozione. Quando l’emozione è più forte, siamo più portati al piacere. Realtà implica pensiero adulto, piacere implica non pensiero. Piacere è la vendetta.

Tre modelli

Il buon vecchio Sig dorato struttura **tre modelli* temporalmente sequenziali della struttura della mente.

Modello telescopico

(1899): descrive la funzione della mente come se fosse uno strumento ottico. Freud ipotizza che vi siano da una parte le stimolazioni sensoriali, dall’altra la memoria. Questo fa sì che la coscienza sia nell’intermezzo, e che queste parti comunichino tra di loro attraverso un passaggio di energia. La memoria è attivata dall’energia che transita. La memoria è data in parte dallo stimolo e dalle possibili associazioni che noi andiamo a fare tra lo stimolo, e la rappresentazione di quello stimolo.

Modello topico (prima topica)

Nel modello telescopico Freud inizia a sostenere che in questo continuum possono esistere delle strutture che contemplano le pulsioni e da qualche parte le trattengono. Queste strutture sono assimilabili a quelle che esporrà nel 1913, quando scriverà un testo affermando che esistono tre sistemi:

I tre sistemi sono in stretta relazione l’uno con l’altro, come un iceberg. La parte dominante “sommersa” è l’inconscio, poi abbiamo il conscio che si trova nella superficie, mentre il preconscio è la parte che viene talvolta scoperta dal fluire dell’acqua, e scopre alcune parti di conscio e di inconscio.

Inconscio

Il luogo del proibito, del vietato, di tutto ciò che è impensabile. Vi incontriamo tutto ciò che ci ha fatto stare male. I pensieri dell’inconscio rimangono lì fino a quando qualcosa non li attiva. Quando c’è un tentativo di rispingere nell’inconscio le cariche pulsionali, questo è possibile, ma se non lo facciamo nel modo corretto andiamo incontro ad una sintomatologia nevrotica. I sintomi nevrotici iniziano nell’inconscio. Nell’inconscio troviamo quelli che Freud definiva i fantasmi originari, i fantasmi legati alla seduzione, all’Edipo, ai rapporti sessuali dei nostri genitori. Pensieri che difficilmente trovano spazio nella nostra mente. Devono stare nell’inconscio, perchè se vengono nella nostra mente ci fanno stare male. Il caso del piccolo Hans e del lupo (moodle). Il timore legato alla castrazione, alla paura di perdere il fallo.
Tutta la teoria freudiana si basa sulla sessualità e sul timore della castrazione. Freud afferma che i fantasmi originari sono di natura universale, cioè appartengono a tutte le popolazioni.

L’inconscio è dominato dal principio di piacere, e non prende in considerazione il principio di realtà. Non considerare il principio di realtà si traduce in una incapacità di valutare la realtà, e di valutare la regola.

Conscio (coscienza)

La struttura più alta e matura dell’essere umano. Recupera gli stimoli dal preconscio e dall’ambiente esterno.

Permette di elaborare aspetti legati alla percezione del mondo interno ed esterno; permette di dire questa cosa la faccio o non la faccio, ma devo esserne consapevole. Se non ho consapevolezza, funziono in base (e vengo dominato dal) principio di piacere.

Preconscio

Ammortizza la tensione che proviene dall’inconscio con le cose che vengono dall’es. Si tratta di mediare. Se l’inconscio vuole placare una pulsione. Il preconscio è separato dall’inconscio dalla censura. La censura serve a non fare emergere la carica funzionale. Il preconscio è dettato da immagini, linguaggio, può usare il linguaggio. Così trasformerà la carica pulsionale in parole che potranno arrivare al conscio.

Esempio del preconscio sono i pensieri razionali intenzionali, allucinati e fantasmatici, cioè i sogni e le fantasticherie. Il preconscio si costituisce tra i 3-5 anni di vita, quando il bambino abbandona (non del tutto) il principio di piacere e si rivolge a ciò che è diverso da sè.

La socializzazione del bambino permette lo svolgimento del preconscio. Gli stimoli dati dai pari sono più potenti, aumenta la capacità del bambino di essere stimolato, di recuperare gli stimoli provenienti dall’esterno.

Modello strutturale (seconda topica)

La prima topica pare a Freud non abbastanza strutturata. La prima topica è parziale, incompleta, e viene superata da questa.

Nel 1920 scrive l’Io, l’Es e il Super-io, nel quale spiegherà che i dati spiegati nella prima topica non sono sufficienti a spiegare il funzionamento della mente. Passa a parlare di istanze anzichè sistemi. Queste tre istanze sono collegate fra di loro. 2 su 3 di queste istanze provengono dall’es. L’es è dominante.

Questo significa che l’Io e il Super-Io hanno una parte inconscia. L’Io comunicherà con l’es attraverso la parte inconscia dell’Io. Anche il super-Io dialogherà con l’es attraverso la parte inconscia.

Il Super-Io è la novità di questa seconda topica. Il Super-Io, dice Freud, è l’istanza che mancava. Mancava la regola, il limite il divieto. Se l’es domina la vita dal principio, a seguire, 4-5 anni di vita, comparirà un abbozzo del super Io.

Questa evoluzione segue secondo Freud le date cronologiche dello sviluppo dei bambini. Per questo ci dirà che questo tipo di sviluppo è universale. L’universalità c’è per l’es, per l’Io, e in maniera minore per il super-Io, dato che le regole sono soggette a limiti culturali e politici.


Es

L’es costituisce la parte pulsionale. È parzialmente sovrapponibile all’inconscio. Ha una componente genetica, in parte ereditaria, è anche il luogo di ciò che abbiamo ricusato noi (schiaffi e sgridate…. roba che mettiamo da parte), e continua a sobbollire, fino a quando non viene superato, attraverso ciò che Freud chiama catarsi: recuperare il ricordo per superare il trauma. L’es è dominato dal principio di piacere. Nell’es non esiste principio di realtà, non esiste la regola. È la matrice del principio operativo della mente. L’es a differenza dell’inconscio è alimentato dalla libido sessuale. Se la pulsione arriva, può essere travolgente: per l’altra persona, ma anche per il soggetto.

Uno dei motivi di conflitto tra Freud e Klein sarà quando si forma l’Io.

Io

L’io è colui che ha il compito di permettere l’appagamento totale o parziale delle pulsioni dell’es. Inoltre deve modulare le richieste che arrivando e dal mondo esterno e dal super Io.

L’io è un mediatore: media, modula, trova soluzioni accettabili per la nostra mente. L’Io funziona secondo il principio di realtà. Grazie all’Io la persona impara a gestire la frustrazione, a rimandare un bisogno. La frustrazione ci permette di comprendere la regola e quando il nostro bisogno può essere posticipato. La frustrazione deve avere una funzione evolutiva. Se un bambino punta un oggetto, e l’oggetto arriva, cosa fa il genitore? Il male del bambino, perchè così il bambino non sentirà mai il bisogno di chiamare l’oggetto, di nominarlo. Ma quella frustrazione gli darà la possibilità di nominare l’oggetto. Questo avviene fino a 2 anni e mezzo. Il pianto del bambino per i 6 mesi di vita è un pianto di richiesta di aiuto.

Meccanismi di difesa: siamo tra es, super Io, mondo esterno. Si giostra tra questi tre elementi grazie ai meccanismi di difesa che scaturiscono dalla parte inconscia dell’Io. Se fossero attivati dalla parte conscia non potrebbero controbattere le pulsioni, perchè non parlerebbe lo stesso linguaggio. Il compito dei meccanismi di difesa è tutelare la mente e far sì che ci sia un equilibrio.

Super-Io

L’istanza si costituisce a partire dai 4-6 anni di vita. Corrisponde alla coscienza morale. È anche detto la critica, le legge, la regola, il limite. Funziona da censura per ciò che facciamo o ciò che vorremmo fare. Il super-Io inizia con la interiorizzazione dei divieti genitoriali. Si attiva quando abbiamo a che fare con la regola.

Il super-Io si regola dall’interiorizzazione fatta nella prima infanzia.
Se un super-Io sufficientemente strutturato so rispettare le regole e rispetto i criteri della società. Il Super-Io può essere più o meno rigido. Più è rigido, più facciamo fatica ad adattarci a un contesto sociale.

Il super-Io si può “ammorbidire”:

  1. con l’analisi
  2. capendo che il mondo non è solo dovere, è anche piacere

Il super-Io è il principio di realtà, non prevede il piacere. Propone modelli ideali.
Un super-Io molto rigido si mostra nella paura della regola e del divieto. Le persone con comportamenti anti-sociali non hanno un super-Io rigido. Il super-Io può cambiare, ma ci si rende conto del cambiamento.

La mente corrisponde anche a due processi, il processo primario e secondario.

nel processo primario ritroviamo tutte le componenti più arcaiche del funzionamento della mente. Questo processo si trasfroma in processo secondario dall’età di 2-3 anni di vita, quando inizia a formarsi l’Io. Processo primario corrisponde all’es, è il più arcaico, il processo secondario corrisponde all’io.

Processo primario

Processo secondario

Lezione 4

Riassunto

Tre modelli:

Grande cambiamento della psicanalisi

Il grande cambiamento della psicanalisi: tentare di mettere in parole qualcosa che fino a quel momento non era stato possibile verbalizzare. Fino all’inizio del ’900 la psicopatologia era stato considerato un problema di natura organica. La psicopatologia era considerato un problema ereditario, una malattia di padre in figlio.

Non viene più messo al centro l’organo, la “mente malata”, ma l’individuo, la sua persona e i suoi limiti. Emerge fin da subito come la pischiatria e la psicopatologia siano legati a un elemento organicistico. Freud scalzerà questa definizione, trasformando la psicopatologia in psichiatria, in psicodinamica.

Il conflitto

Il conflitto si verifica quando delle cariche pulsionali tendono ad emergere e possono creare attrito fra strutture mentali dello stesso tipo o di diverso tipo. Andremo ad analizzare conflitti intrasistemici o non intrasistemici. Ciò che emerge dalla definizione di conflitto è che esso ha sempre un origine profonda. Può essere:

  1. esterno: Si definisce esterno quando si attiva fra il soggetto ed alcuni elementi dell’ambiente in cui il soggetto vive. Ad esempio quando l’ambiente circostante attiva nel soggetto un’ansia, rabbia, aggressività. Il conflitto esterno è mediato dalla coscienza.

  2. latente: Sta sotto il livello di coscienza e consapevolezza. Il soggetto non ne ha completamente idea. Si manifesta con una sintomatologia o può manifestarsi come un conflitto manifesto deformato. Lo troviamo quasi sempre tra l’es e l’Io. Carica pulsionale che tenta di emergere e va messa a tacere.

  3. manifesto: Viene forzata la carica pulsionale. Compare il sintomo. Il conflitto manifesto è la manifestazione di un sintomo sulla base di un conflitto. La contraddizione, fare e non voler fare, è un conflitto manifesto. C’è l’idea di muoversi tra due sentimenti contraddistinti: es. verità e menzogna. In quest’ottica il conflitto è regolato da una certa quantità di energia. Si parla in questo senso di intensità: maggiore l’intensità della carica pulsionale, maggiore la pressione esercitata dall’inconscio.
    Bisogna partire dalla consapevolezza di perchè c’è un sintomo, per capire qual è la causa, capire la causa. La psicanalisi fa questo: cerca le origini, fa sì che ciò che è a monte possa essere risolto.

Il conflitto può essere:

Angoscia

Può accadere che il conflitto potenzi una carica dolorosa, che Freud definisce angoscia. Freud fornirà 2 teorie dell’angoscia. L’angoscia non ha nulla a che vedere con l’ansia, e nulla a che vedere con la paura. QUeste vengono attivate da situazioni sconosciute, traumatizzanti, o situazioni pericolose. L’ansia e la paura fanno sì che il soggetto possa ancora rispondere adeguatamente all’ambiente esterno, mentre l’angoscia è inibente, cioè paralizza.
L’emozione inibisce il processo di pensiero. Interviene il meccanismo di difesa della dissociazione. L’angoscia provoca quelle che Freud chiama sintomatologie somatiche: palpitazioni, problemi di respirazione, ecc. Questi sono la manifestazione dell’angoscia. La nostra mente ha come obiettivo quello di tenere a bada l’angoscia. Da qualche parte dovrà struttura un meccanismo per controllare l’angoscia.

L’ansia al contrario risulta essere un processo attivante; l’angoscia è inibente. I momenti in cui non si è funzionali sono dati dall’angoscia. Diventa psicopatologico quando non essere funzionali diventa la consuetudine. Se io correggo il sintomo e non la causa, il sintomo ritorna. Non è importante correggere il sintomo; i primi approcci cognitivo-comportamentali e l’ipnosi cercano di correggere il sintomo.

Domanda: quindi il conflitto non può essere risolto? Risposta: si, può essere risolto, è difficile farlo in autonomia.

Prima teoria dell’angoscia

L’angoscia è il risultato di un processo biologico, dove la carica pulsionale (libidica) trova uno sfogo. Come se la sessualità debba trovare un canale di liquidazione, e lo trova nell’angoscia.

Seconda teoria dell’angoscia (1926)

Possono esistere diverse tipologie di angoscia: c’è

Queste sono angosce percepite dalla parte cosciente dell’Io, che si trova a confliggere o con l’Io o con l’es. L’Io, percepita l’angoscia, deve trovare il modo di eliminarla. Che cosa farà? Ipotizzerà che esistono i meccanismi di difesa.

Meccanismi di difesa

Sono messi in atto dalla parte inconscia dell’Io, e sono dei processi psichici atti a contenere la spinta pulsionale angosciosa. L’Io fronteggia l’es.

La prima volta che Freud enuncia i meccanismi di difesa è nel 1894, due anni prima del modello telescopico, dove si ipotizzava che ci fossero dei meccanismi che bloccassero. I meccanismi di difesa verranno definiti bene solo da Anna Freud, la figlia, in L’Io e i meccanismi di difesa. Anna Freud teorizzerà i meccanismi di difesa in modo rigoroso, aggiungendone degli altri che il padre non aveva individuato.

Freud parlerà di meccanismi arcaici e meccanismi evolutivi.
I meccanismi arcaici sono quelli che incontriamo nei primi anni di vita del bambino; quelli evolutivi li incontriamo a partire dai 5 anni di vita in poi.

Rimozione

Il primo meccanismo di difesa che incontriamo è la rimozione. La È il meccanismo di difesa con cui l’Io mantiene nell’inconscio alcune cariche pulsionali e rappresentazioni che non possono riemergere. In particolare, parliamo di rappresentazioni legate a pulsioni.
Perchè la rimozione deve respingere la rappresentazioni pulsionali? Perchè se dovessero emergere provocherebbero angoscia al soggetto. L’angoscia senza rimozione diventerebbe pervasiva.

La rimozione è di due tipi:

Dà origine al rimosso originario. Il rimosso originario contiene quei fantasmi e rappresentazioni intollerabili, tra cui il rapporto tra i genitori, la rabbia, l’aggressione, il desiderio di distruggere. Tutto questo viene ricusato nel rimosso originario, a cui difficilmente avremo accesso. Potremo avere accesso solo attraverso un percorso analitico. - secondaria: appartiene ai meccanismi evolutivi. D’altra parte, troveremo la rimozione secondaria, che invece non andrà a rinforzare il rimosso originario, ma si svolgerà in un:

Formazione reattiva

Meccanismo che porta l’individuo a mettere in atto un comportamento di esattamento opposto al desiderio inconscio intollerabile (angoscia). Questo avviene nel periodo di latenza (6-12 anni). Freud individua alcuni comportamenti disfunzionali, come la ripugnanza, l’eccessivo senso del pudore, l’eccessiva moralità. Tutte manifestazioni della formazione reattiva. Ci riconosciamo, vergognandoci.

La formazione reattiva ha un legame con la formazione del super-Io, con l’introiettazione della regola.
Se fino ai 5-6 anni non avevamo problemi a rappresentare il nostro corpo al resto del mondo, questo cambia. Questo processo, il pudore, continua a svilupparsi e a cambiare anche in età adulta.
Il rapporto con il corpo inizia ad assumere un altro valore.

Come regola generale, tutti i sintomi apparentemente disfunzionali diventano tali solo se lo sono per quel soggetto e in quel momento.

Spostamento

Meccanismo di difesa che ha l’obiettivo di spostare la rappresentazione da un oggetto ad un altro oggetto, per far sì che emozioni sentimenti considerati inaccettabili per il primo oggetto lo diventino di più per l’oggetto secondario. Posso spostare la carica pulsionale da un oggetto dove sarebbe fastidiosa, su qualcosa di più socialmente accettabile.
La particolarità dello spostamento è che il passaggio dal primo oggetto al secondo oggetto è rinvenibile attraverso la catena associativa.

es. picchio un muro anzichè picchiare una persona

Sublimazione

Porta a neutralizzare una carica pulsionale libidica o repressiva, che porta a togliere l’energia e canalizzarla verso un obiettivo o uno scopo, che non solo è socialmente accettabile, ma arricchente per il soggetto. Una carica pulsionale intollerabile, es. sessuale, potrebbe secondo questa teoria portare certi personaggi ad eccellere in determinati ambiti. Permette di canalizzare energie difficilmente canalizzabili.
Il lavoro diventa un sintomo. L’unico modo per uscire dalla sublimazione è l’isolamento. È sempre positiva per il soggetto la sublimazione.

Proiezione

Ha come obiettivo far sì che si attribuiscano ad un’altra persone comportamenti che ci appartengono e ci rappresentano. Per esempio, l’attribuzione di responsabilità. È colpa dell’altro. Scindo la parte cattiva di me, la separo e la metto nell’altra persona. Le parti che faccio fatica ad accettare di me le proietto. Si rischia di perdere il contatto con la realtà.

Isolamento

Ci permette di isolare la carica emotiva per un comportamento che altrimenti non riusciremmo a portare a termine. Isolamento è un mentalismo che ci può essere utile per evolvere la potenzialità intellettuali. Permette di isolare, è un’operazione di suddivisione.
Lo troviamo nella nevrosi ossessiva e nelle personalità multipla. Es. scrivo il numero di pagine di ogni capitolo

Negazione

Entra in funzione quando la rimozione non funziona, quando fallisce. Si trova nei pazienti oncologici gravi, quando le persone sono portate a negare una malattia. Troviamo questo meccanismo anche in certi genitori che negano le problematiche del figlio. È più facile negare la realtà che non percepirsi genitori fallaci. È più facile negare la realtà che accettarla. In questo senso, quello dei genitori, si parla di ferita narcisistica (passaggio inconscio). Un genitore che produce un figlio malato non è in grado di essere tale.

La negazione ci fa perdere il contatto con la realtà, e la trasforma nel suo contrario. Posso negare la mia malattia, ma se la nego concretamente penserò di essere sano. La negazione è un processo inconscio, non è razionale come la menzogna. Si tratta di processi distinti.

Lezione 5

Meccanismi di difesa diventano disfunzionali quando vengono usati in maniera massiccia e esclusiva.

Continuiamo con i meccanismi di difesa.

Annullamento retroattivo

L’individuo tenta di fare in modo che i propri pensieri e le proprie idee possano annullare un comportamento precedentemente messo in atto. Uno dei comportamenti di questo annullamento è l’espiazioni, espiare le colpe. Dovrebbe avere l’obiettivo di restituire un processo consolatorio. Obiettivo estremo di annullare quello che abbiamo fatto: “l’ultima sigaretta” della coscienza di Zeno. Abbiamo anche : “ultimo biscotto” o “ultima scommessa”

In questo meccanismo l’Io tenta di combattere la pulsione opposta, ma poi vi si allinea. Riparare un danno, i fioretti, sono annullamento retroattivo.

Conversione nell’opposto

Ad un certo punto la meta pulsionale si trasforma esattamente nel suo opposto, passando da una totale passività ad una attività.

Identificazione con l’aggressore

Questo meccanismo è associato al meccanismo ‘Identificazione con l’aggressore’, questo passaggio porterà al passaggio da abusato ad abusante, il cosiddetto ‘ciclo dell’abuso’. Se sono stato vittima di aggressioni, probabile che manifesterò la mia aggressività con altre persone. Ma questo meccanismo funziona anche in positivo: se sono stato destinatario di una grande attenzione educativa, può essere che riporterò a qualcuno questa attenzione educativa.

Razionalizzazione

Come l’intellettualizzazione, è un meccanismo sviluppato in adolescenza. L’individuo tenta di fornire spiegazioni coerenti per giustificare condotte che non sono coerenti. Ad esempio, trovare motivazioni plausibili per qualcosa che non è accaduto; cioè trovare delle scuse razionali.

In quest’ottica, non è paragonabile alle bugie, ma è un tentativo di ritrovare una giustificazione razionale. Ma soprattutto, il soggetto si muove per il bisogno di giustificarsi.

Intellettualizzazione

Meccanismo di difesa che permette di costruire dei meta-pensieri per controllare i contenuti affettivi e pulsionali. Obiettivo è tenere a bada ansia, tensione ed energia psichica. In particolare, l’Io si muove con una certa libertà rispetto all’intellettualizzazione, e noi lo ritroviamo nelle speculazioni filosofiche o religiose. Avvicinarsi in preadolescenza a gruppi organizzati infatti permette di tenere a bada l’energia sessuale.


Noi abbiamo la capacità di fare quello che possiamo fare in quel momento. Per questo i consigli non funzionano. Chi è infatti che dà buoni consigli? Chi dà il buon esempio.


Ora vediamo alcuni meccanismi di difesa teorizzati soltanto ed esclusivamente da Anna Freud.

Anna Freud lavorerà solo con i bambini, sarà solo una psicopedagogista, fonderà l’Anna Freud Center. Figura molto contraddittoria, perchè eredita l’opera paterna, apporta alcune modifiche, ma sosterrà che i bambini non possono essere analizzati. Ma soprattutto, sosterrà che, dato che non hanno l’Io, non potranno esercitare il transfer.

Meccanismi di difesa solo di Anna Freud

Introiezione

Permette di introiettare alcune caratteristiche dell’oggetto (ansiogeno) per assimilare l’ansia, ma al tempo stesso diventando ansia, assimilando cioè un’esperienza angosciante. Nel processo di introiezione c’è il tentativo di controllare qualcosa di non controllabile. Io posso introiettare non solo aspetti relazionali negativi, ma anche capacità relazionali positive. Questa introiezione permetterà da adulto di sperimentare nuove relazioni, non ansiogene.

Rinuncia altruistica

Va distinta dall’altruismo. Ha come principale caratteristica quella di funzionare attraverso il meccanismo della proiezione, e permette di vede nell’altro un oggetto utile a me. Sto appagando la soddisfazione dell’altra persona, ma in realtà sto appagando il mio bisogno. Implica la rinuncia a se stessi in funzione degli altri.

Rinuncia altruistica prototipica: i genitori nei confronti dei figli. Può invece diventare patologica o problematica: quando una persona passa tanto tempo a curare una persona, e poi quella persona non c’è più, la persona che si prende cura ha bisogno subito di qualcun’altro di cui prendersi cura sennò impazzisce.

Sbagliato perchè si confonde prendersi cura di se stessi con prendersi cura degli altri.

Sviluppo psicosessuale

Secondo Freud ha un’origine epigenetica: è cioè collegato nel processo evolutivo e le nuove strutture si formano a partire dalle precedenti. Epigenetico in quanto segue l’ordine del processo di crescita del bambino. Se vi è una evoluzione corretta, tutte le fasi dovranno essere adeguatamente superate. Freud parlerà di fasi dello sviluppo. Le fasi devono essere tutte separate in sequenza, mentre gli stadi possono prevedere un ritorno allo stadio precedente.

Le zone erogene

Ciascuna fase è legata ad una zona erogena, quelle zone che, in un determinato periodo di vita del bambino, diventano luogo delle cariche e delle pulsioni libidiche/energetiche. Esistono 3 diverse zone erogene:

Se opportunamente stimolate, queste zone daranno piacere al bambino. La stimolazione permetterà l’appagamento.

Si parlerà di zona/fase orale, zona/fase anale, zona/fase fallica-clitoridea.

Fase orale

Nella fase orale, la prima zona erogena coinvolta è la bocca, il palato, la mucosa boccale, la lingua e le labbra. La suzione è l’atto che determina l’esperienza piacevole.
Alle prime suzioni non succede nulla, non si prova niente, perchè la mamma non ha ancora il latte (?). il colostro, una sostanza zuccherina molto dolce che iperstimola la voglia del bambino, dunque itererà la voglia di suzione. La suzione assume una funzione calmante, indipendentemente dalla capacità di nutrirsi.

Quando il biberon e il seno non ci saranno più, il bambino allucinerà il seno, mettendosi il pollice in bocca! Succhiarsi il pollice, il ciuccio, hanno una funzione calmante. Molti bambini usano il ciuccio o il biberon con una funzione rilassante.

Secondo Freud ci possono essere delle situazioni in cui la fase non è correttamente superata. Il piacere di baciare, ad esempio, è psicologico e non fisiologico.

Fase anale

La zona di riferimento è l’ano, la mucosa anale e gli sfinteri. Questa fase viene anche detta fase del trattenere e dell’espellere. Il bambino deve iniziare a capire come trattenere la pipì e come trattenere la pupù. Imparare a trattenere gli sfinteri è difficile…e come si fa? Attraverso un processo relazionale. Questo processo non riguarda solo feci e minzione, ma l’intera persona.

Fase fallica

Esperienza tipica del processo di minzione ma soprattutto di masturbazione e manipolazione del corpo. Il processo di esplorazione del proprio corpo non è da considerare in un’ottica sessualizzata, ma solo di conoscenza. Anche nella fase fallica ci può essere una fissazione. I bambini possono esplorare i propri corpi reciprocamente.

Ma la bambina è mancante di qualche cosa; del pene, e la donna mostrerà l’invidia poenis. Di conseguenza, le donne sono inferiore.

Fase di latenza

5/6-12 anni. È . Nella fase di latenza vengono riprese tutte le emozioni e i pensieri esperiti, e rielaborati. Infatti si va a scuola e si incontra l’altro.

Fase genitale

12-18. Prevede un iniziale processo di autoerotismo, che non è più semplice manipolazione del corpo, ma vero e proprio raggiungimento del coito, svolgimento completo dell’atto sessuale. La masturbazione, se eccessivamente praticata, provoca un’impossibilità di provocare il piacere attraverso un rapporto sessuale completo. Ha come zona erogena l’apparato genitale, ma a differenza della fase fallica non prevede l’autoerotismo, ma l’alloerotismo.

Il coito interrotto e l’astensione avrebbero comunque provocato una nevrosi.

Fissazione

C’è la possibilità di non passare a una fase successiva; c’è un blocco di una quantità di energia che rimane ad una determinata fase. Questa energia è disponibile, ma in una fase che non è stata superata.

La pulsione parziale non è più destinata all’appagamento, ma sarà agganciata ad un appagamento indipendente dalla pulsione. Così Freud individua le perversioni.

Le perversioni avvengono a seguito di episodi traumatici; i traumi sono soggettivi, ciascuno di noi può vivere diversamente il vissuto drammatico, che ha una componente soggettiva. Può succedere che un altro episodio mi faccia tornare indietro: regressione. Non è infrequente che la nascita di un nuovo fratellino o sorellina faccia tornare ad una fase precedente.


*Tecnica di elaborazione della corda per elaborare un trauma (usato in centro africa):
Inizio della corda quando sono nato, fine della corda adesso. Il terapeuta chiede di mettere pietre quando ci sono state difficoltà, fiori quando ci sono stati episodi positivi. Un bambino aveva collegato un solo fiore, attorno ai 5 anni, quando il papà gli portò una lattina di Coca-Cola.

I traumi intergenerazionali possono solo rimanere, non possono essere superati…*


Secondo Freud:

Se rimaniamo vincolati alla fase orale, anche in età adulta possiamo adottare comportamenti orali: fumare, sbadigliare, ecc. Ma la fissazione nella fase orale si mostra anche nella personalità. Per esempio, una estrema passività o credulità mostrano un vincolo ancora esistente alla fase orale.
Una fissazione nella fase anale porta all’estremo controllo, all’estrema ostinazione, parsimonia.
La fase fallica ha invece a che vedere con la vanità, con l’impossibilità di fissarsi sull’altro. In una coppia, questa vanità viene meno… quindi la componente di fissazione è passata. Si è arrivati così alla genitalità.

Nella fase fallica incontriamo il complesso di Edipo. Tra i 4-5-6 anni c’è l’attrazione nei confronti del genitore dell’altro sesso, e di forte aggressività e violenza nei confronti del genitore dello stesso sesso. Parliamo di Edipo positivo e Edipo negativo. Il risultato dell’Edipo dovrebbe essere l’appagamento dell’Edipo stesso.

Il bambino deve essere in grado di separarsi dal genitore dell’altro sesso. I bambini giocano alla guerra (per conquistare la mamma) le bambine giocano alla cucina (per conquistare il papà), ma questo desiderio non può essere appagato. Qualora venisse appagato, si darebbero profondi sensi di colpa, difficilmente affrontabili.

Lezione 6

Manca una parte: arrivato alle 16.39

Psicopatologia

Paraprassie sono manifestazioni minori di disturbo mentale con carattere transitorio.

Motto di spirito

Si esprime in maniera mascherata, cioè accettabile, cose che altrimenti sarebbe sconveniente dire. Non va confuso con ironia e sarcasmo. Permette una scarica della tensione pulsionale ma contemporaneamente una soddisfazione del proprio piacere; inoltre fa sì che la persona possa esprimere la propria opinione.

Due elementi motto spirito:

Si dice qualcosa senza dirlo…es. quante sono le barzellette sui carabinieri? lo sto dicendo senza dirlo; battute sul sesso ad esempio sono battute di spirito.

Il sogno e il motto di spirito sono dati dall’azione di più fattori e più elaborazioni.

Coazione e coazione a ripetere

Sono coazioni tutte quelle azioni che il soggetto deve mettere in atto - perchè non può non metterle in atto, e questi comportamenti non hanno apparentemente per noi alcun senso (es. accendere spegnere più volte un interruttore).

Per quella persona invece il rituale permette di tenere a bada l’angoscia. La coazione non si manifesta solo nelle azioni, ma anche nelle parole: ad esempio utilizzare una parola che si ripete sempre. Coazioni sono legate a tutti quei sintomi che manifestano un disagio.
Poi troviamo la coazione a ripetere, quel processo attraverso il quale l’individuo è indotto a ripetere comportamenti, azioni, esperienze, già sperimentate in un altro momento della sua vita. La coazione a ripetere è facilmente individuabile all’interno del setting analitico (cioè in analisi); e si vede quando il paziente mette in atto dei comportamenti nei confronti dell’analista per impedire il cambiamento.
La coazione a ripetere fonde insieme principio di piacere e principio di realtà. È meno doloroso ripetere un gesto di cui si saprà già l’esito (negativo), che cambiare il comportamento.

Sintomo

È un fenomeno soggettivo che deve essere decodificato. In particolare, è percepito e percepibile dagli individui diversamente. La sintomatologia è comunque sempre l’espressione di un disagio, di un’emersione di una carica energetica o di un’espressione di una complessità. Il sintomo può allora essere definito come una definizione di compromesso tra l’es e l’Io. Il sintomo si può manifestare come formazione reattiva o come formazione sostitutiva.

Il sintomo è una manifestazione. Non è sempre negativo. Il sintomo è dotato di una componente quantitativa, la quantità di energia, e qualitativa, cioè quale energia viene effettivamente attivata. Quantità più qualità danno vita all’aspetto psicopatologico. Il sintomo si basa sul livello di regressione, cioè a quale livello è agganciato.
La sintomatologia si definisce anche in base alle difese attuate dall’Io.

Freud distingue 4 categorie psicopatologiche. (Psicopatologia non è da studiare sul testo).

  1. Nevrosi: psicopatologiche in cui la peculiarità è data dall’Io. L’Io del paziente nevrotico è un Io sufficientemente strutturato. Le difese funzionano più o meno bene, ci sono meccanismi legati all’Io, es, super-Io tutto sommato corretti; può sviluppare delle fobie, ma nulla di particolarmente invalidante (il sintomo diventa invalidante quando la sinfo
  2. Psicosi: schizofrenico, ha un Io frammentato. La regressione del soggetto psicotico è antecedente alla fase anale.
  3. Perversioni: implica un nuovo raggiungimento della fase genitale, implica la possibilità da parte della persona di raggiungere l’orgasmo solo esclusivamente attraverso l’atto perverso. Le perversioni secondo Freud sono feticismo, voyeruismo, esibizionismo, sadomasochismo, pedofilia, omosessualità; zoorastia e necrofilia. Secondo Freud le perversioni non permettono l’appagamento del piacere sessuale totale, che implica il raggiungimento di un orgasmo completo dopo un rapporto penetrativo. Le persone soggette a perversioni raggiungono l’orgasmo solo agendo secondo quelle modalità, indipendentemente da un rapporto completo. Zoorastia e necrofilia sono le più gravi.
  4. Affezioni psicosomatiche: tutti sintomi che si manifestano al livello del corpo; talvolto sono sintomi muti, cioè che il paziente non è in grado di associare nulla per arrivare all’origine del sintomo.

Il sogno

Secondo Freud è la via principale per conoscere l’inconscio, il mezzo favorito per conoscere la carica pulsionale residente nell’es. Per arrivare a definire ciò, dobbiamo decodificare i contenuti del sogno, attraverso l’interpretazione. Il sogno è un ponte tra il reale e il fantasmatico. Appaga i nostri desideri, ma ci mette di fronte ai nostri limiti. Il sogno avviene in un momento particolare, quello del sonno. Nel sonno l’es è dominante, l’Io e il super-Io non possono applicare le difese.

Ci sono 2 contenuti nei sogni:

Noi oggi sappiamo che si sogna durante la fase REM ma anche in fase non REM. Il contenuto onirico è composto da sensazioni, residui diurni, cose che riagganciamo durante il sogno.

Il contenuto manifesto si può definire come l’insieme di immagini visive. Oggi sappiamo che sono coinvolti elementi uditivi, più raramente olfattivi e tattili. I sogni ricorrenti a volte scompaiono quando la carica pulsionale finisce. Il contenuto manifesto è cosciente, è una fantasia con potenziale appagamento del desiderio; si contrappone al contenuto latente inconscio, sconosciuto. A tutti gli effetti, o è desiderio o è un impulso.

Interessante come i sogni vengono trasformati da contenuto latente a contenuto manifesto. Secondo Freud c’è una struttura deputata a farlo, il lavoro onirico, che si compone di più fattori:

  1. condensazione
  2. spostamento
  3. rappresentazione plastica, che implica il mettere in immagini visive il desiderio, la pulsione. Tante immagini in sequenza che però sono statiche.
  4. drammatizzazione: processo che crea la scena filmica
  5. simbolizzazione: possibilità di attivare dei simboli su alcuni desideri o cariche pulsionali. I simboli sono universali. Il simbolo è associato alla carica pulsionale dell’individuo. Ogni simbolo ha un’unica carica a monte, ma può essere rappresentata con vari simboli. Il simbolo compare perchè è accettato socialmente e condivisibile. Il soggetto può prediligere un simbolo rispetto ad un altro.

La tecnica interpretativa ci permette di arrivare al contenuto latente.

Composta da compito tecnico e compito speculativo. Compito tecnico: il terapeuta decifra il sogno per arrivare al contenuto latente. Il compito speculativo è più associato a una comprensione generale del sogno e del suo significato: perchè quel soggetto ha sognato quel sogno e non un altro?

I sogni sono un elemento di conoscenza prezioso che permette di arrivare all’inconscio con più facilità. Viene chiesto al paziente cosa gli viene in mente rispetto a quel sogno; ma contemporaneamente la persona può presentare delle resistenze nella narrazione. Alla domanda ‘quale emozioni prova?’ la persona può rispondere ‘niente’: questo significa che la resistenza è così forte che non può essere attraversata. Se il paziente non ricorda, è perchè in quel momento non è in grado di associare, perchè sarebbe troppo doloroso.

Sogno infantile

Ha una peculiarità: il contenuto latente e quello manifesto coincidono, dato che il bambino è dotato anzitutto di es; i sogni dei bambini sono per la maggior parte il desiderio di appagamento di un bisogno fisiologico. Nei bambini piccoli: i sogni sono semplici appagamenti di desideri. Il sogno è la reazione della vita psichica nel sonno a questa esperienza diretta. I sogni che sembrano più reali sono quelli a più alta carica pulsionale.

Lezione 7: lunedì 26 febbraio

Differenza allucinazioni e deliri

allucinazione può essere uditiva o visiva; non ha coerenza o attinenza con la realtà; è un costrutto con una carica pulsionale… un delirio ha invece un avvio da qualcosa di concreto e reale, per esasperare un comportamento. possono essere presenti contemporaneamente.


ci vediamo un documentario su freud e un film sulla vita degli schizofrenici (tipo)

Lezione 8: martedì 27 febbraio (balzata)

film

Lezione 9: mercoledì 28 febbraio (balzata)

Psicologia dell’Io

Panoramica:

Anna Freud

La figlia di Freud. Apporta dei cambiamenti alla teoria psicanalitica del padre, e porta una nuova corrente teorica (con Klein, Winnicoat e altri). Inizia una nuova corrente centrata sull’Io, che è l’elemento decisivo con cui lavorare con il paziente; non si lavora sull’es ma su qualcosa di consapevole.

Si sviluppa la psicanalisi delle relazioni oggettuali: oggetto come elemento cardine di una relazione. È reale 3/4 delle volte (???).

Psicanalisi del sè: fonde relazioni oggettuali e trasferimento dell’io: l’individuo è composto da tanti sè. In questo senso il riferimento è la psicologica bipersonale orientata ad una costruzione diadica della personalità.

Per Anna Freud l’Io è la struttura della coscienza; Anna Freud è particolarmente attenta allo studio dei meccanismi di difesa. Il soggetto si struttura grazie ai meccanismi di difesa, e più si struttura più è normale; un esempio possibile dell’uso dei meccanismi di difesa:

L’Io si riappropria dei contenuti inconsci, consentendo all’individuo di non finire nella psicosi derivata dalla frammentazione dell’Io, mantenendo una struttura nevrotica in modo normale.

Anna Freud parte dalla teoria pulsionale classica freudiana di Eros e Thanatos, ma c’è un focus sulla strutturazione dell’Io. Estende l’utilizzo degli strumenti psicanalitici per i bambini, introducendo:

Come possiamo indagare i contenuti dell’es in un Io così poco strutturato come quello del bambino? Dobbiamo auspicare che es e io funzionino in maniera armoniosa, in modo da non sviluppare tensioni. C’è una difficoltà nell’inquadrare l’inconscio dei bambini, che non hanno ancora strutture difensive; quindi l’importanza dell’inconscio viene meno. Ma in base a quali elementi alcuni bambini manifestano sintomi e altri no? Cambia il contesto familiare-genitoriale. Il bambino, in Anna Freud, diventa relazionale; mentre il bambino nella concezione di Freud vuole solo appagare i bisogni.

Se nel bambino l’io e l’es non sono in armonia, emerge il conflitto; l’Io percepisce il tentativo di emersione dell’es come un attacco. L’io può tentare di strutturare sempre di più con i meccanismi di difesa, interiorizzando le regole dei genitori.

In generale, tramite l’osservazione, cerchiamo di capire l’importanza della psicanalisi in pedagogia (pedagogia psicanalitica): se si insegnano ai bambini determinati comportamenti relazionali, possiamo ridimensionare e possibilmente evitare, i sintomi patologici. Il bambino viene educato a crescere riducendo il numero di bias relazionali.
Ma la psicanalisi non può sempre prevenire l’insorgenza di patologie, in quanto non si può controllare il contesto sociale familiare, caratterizzato da troppa variabilità; ma rimane importante la prevenzione.

Genitorialità: processo di analisi infantile che si può strutturare entro il primo anno. Il mondo interno fatica ad emergere, e se non emerge c’è un quantitativo di energia bloccata. I genitori e il contesto sociale sono fattori di rischio o di contenimento di una eventuale patologia. Se il bisogno non è appagato, si va incontro a deficit.

Il processo educativo parte da alcuni dati di base:

Tutte queste robe strutturano l’Io. I traumi possono influire su questa struttura, e ritornare.

Fasi evolutive

Anna Freud ipotizza che ogni individuo debba attraversare fasi evolutive, che sono però diverse da quelle del padre, c’è più consapevolezza.

Passaggio dalla non-gestione della relazione; cioè dipendenza totale dalla mamma; impossibilità ad esistere fuori da questa relazione. Il mondo si costruisce attraverso gli occhi della madre; il mondo si costruisce attraverso i suoi occhi; alla fine l’egocentrismo deve diventare socievolezza. L’irresponsabilità deve diventare parizale (da totale), e poi responsabilità. Possono esserci problemi: il bambino regredisce in seguito ad episodi traumatici.

René Spitz

Pediatra diventato psicanalista, è un paziente di Freud.

Utilizza un approccio multidisciplinare e basato sull’osservazione diretta. Parla di organizzatori psichici. Studia l’affetto: il primo bisogno nella vita di un bambino. Studia questo fenomeno in termini psicopatologici.

A volte anche se i bisogni fisici vengono soddisfatti i bambini presentano comunque disturbi comportamentali. Se manca l’interazione con la mamma, si sviluppano comportamenti depressivi e antisociali; se c’è porta ad una evoluzione sana del comportamento infantile.

Osserva i bambini negli orfanatrofi.

Differenza con Freud: non si presume che i legami siano libidici, per Spitz il legame è fondamentale. L’oggetto non è solo un mezzo per raggiungere il piacere, ma l’oggetto produce benessere. Il rapporto umano, il legame è essenziale.

Individua patologie dovute alla privazione della figura materna della prima infanzia.

Depressione anaclitica

Sindrome da carenza affettiva parziale, accade ai bambini che vengono seprati dalla madre fra i 6 e gli 8 mesi di vita. Il bambino che si rende conto che piangere non serve a niente abbandona il comportamento pianto e inizia a non dormire, rifiutare il contatto, e una serie di altri comportamenti sofferenti che non riporterò. Tutto ciò è reversibile se l’assenza della mamma non supera 5 mesi.

Sindrome da ospedalizzazione

Totale deprivazione affettiva. Il bambino non si relazione, non esplora, perchè salta la fase dell’egocentrismo, quella del narcisismo in cui tuttta la realtà è mediata dalla visione della madre.

Utopia esiste (???) intervista di Foucault sull’utopia.

Per Winnicoat la mamma è lo specchio, il bimbo si specchia; se non avviene questo rispecchiamento la realtà non si struttura.

Lezione 10: lunedì 4 marzo (balzata)

Lezione 11: martedì 5 marzo

Lezione su same sex intimate violence.

Organizzazioni personalità modello Kerberg. Diversi livelli di compromissione della personalità: organizzazione personalità sana, nevrotica, borderline, psicotica.

Violenza di Walker

Gabbard: trattamento da supportivo - espressivo

Kerberg e il tabù della psicanalisi: perchè gli psicopatici non possono essere trattati? Franco De masi su questi temi. Come curiamo i pazienti violenti? Il problema dello psicopatico è la compromissione del super-io.

Lezione 12: lunedì 11

La volta scorsa ci siamo concentrati su Spitz.

Eravamo arrivati al riconoscimento del volto materno. All’ottavo mese il sorriso non viene più fornito a tutte le persone, ma solo alle persone che ricordano la madre.

Il no è il terzo organizzatore, che permette per la prima volta al bambino di distinguersi dall’altra persona. La comparsa del no ha a che vedere con il primo tentativo di affermazione del sè. Il no per la prima volta implica che io esisto all’infuori di te. Il no può avere tantissime implicazioni. Perchè per alcune persone è difficile dire di no? Perchè spesso il “no” viene percepito non come un rifiuto di qualcosa di concreto (come un compito); ma è un no relazionale. L’implicito del no è il rifiuto dell’altra persona. In questa indicazione il no, nel bambino che si distingue, implica l’iniziale costruzione di un io più strutturato; diventa un elemento cruciale per la propria configurazione identitaria.

Perchè l’incontro con l’altro mi provoca ansia? QUello che mi dà fastidio è rivedere una cosa negativa di me dentro l’altra persona. Ma il no è anche un’aria di frustrazione. Il no che diventa necessario per individuarsi: il genitore inizierà a distinguere tra ciò che il bambino vuole e ciò che il bambino non vuole. Il bambino spesso non avendo chiaro cosa vuole o cosa non vuole si identifica con la madre e così egli stesso diventa il limite e inizia ad interiorizzare simbolicamente i simboli semantici dell’adulto. Quando il no ha smesso di essere oppositivo? Cioè sempre no? Quando l’identità inizia a essere più strutturata, cioè quando inizio a pensare che quel no può farmi bene, che la persona a cui ho detto di no mi amerà anche se le dicono di no. Ecco che il no diventa meno un no relazionale, ma un no alla richiesta.
A questo inizia l’interiorizzazione dell’oggetto: la madre è un oggetto a se stante. In questo processo, il bambino interiorizzerà tutte le parti della madre, quelle buone e quelle cattive. In quelle buone, l’autonomia dalla madre diventa motivo di capacità di stare da solo per il bambino. Ma dall’altro lato la madre diventerà una tossina che impedisce il corretto sviluppo del bambino, che porta alla impossibilità di individuazione, impossibilità di una identità a se stante. La madre può essere anche una madre non presente. Il bambino che ha esperito carenza relazionale può acquisire anche gli altri organizzatori.

Imparare ad osservare

Osservare è diverso da guardare e vedere. Osservare è vedere una costellazione di elementi che riguardano anche la capacità di relazionarsi con le altre persone. In particolare dobbiamo richiamare il fatto che il sapere si costruisce ed è costruito sulla base di alcuni presupposti. Il primo presupposto è il presupposto dell’essere, dello stare. Nel momento in cui il pensiero sta, abbiamo a che vedere con la costruzione di realtà. Noi conosciamo la realtà attraverso la categorizzazione.

Per osservazione abbiamo due modelli di riferimento.

  1. Identificazione positiva. Cioè: apprendere dall’esperienza. Fa riferimento all’identificazione positiva, cioè alla tendenza ad imparare da qualcuno di pù esperto di noi. In questa chiave l’appredimento abbiamo una forte relazione. Senza una relazione non ci sarebbe apprendimento. Da un punto di vista relazionale questo ha che vedere con il processo di studio, con la scuola.
  2. Presenza di un persecutore. La persona impara facendo pratica di ciò che gli è stato insegnato. Il persecutore è il docente.

L’esperienza è ciò che ci porta a pensare a ciò che facciamo. In questo senso usiamo la pratica per aumentare la nostra conoscenza. La pratica è diversa dall’esperienza. Teoria e pratica vanno insieme e sono unite, nel contesto pratica-esperienza.

Osservazione: ottenere uno sguardo attento qualcosa per che può manifestarsi ad occhio nudo o con l’aiuto di strumenti. L’osservazione è un tentativo per acquisire conoscenza.

Osservazione (del bambino) può essere:

Quando si osserva? In vari momenti: addormentamento, pasto, gioco, separazione dai genitori.

Dove ci collochiamo per osservare, da un punto di vista e fisico e psicologico? Alcune teorie permettono una interazione; altre la escludono. Da un punto di vista fisico, la mia persona è in prossimità della persona?

Metodo psicanalitico

Ha come riferimento l’inconscio, non solo di chi osserva ma anche di chi è osservato. Relazione tra osservatore e osservato. Transfert e contro-transfert hanno a che vedere con l’osservatore e l’osservato. Potremmo anche identificarci con il bambino o con il genitore, empatizzando. Questo significa identificarsi, rispondere contro-trasferalmente. è una teoria, un metodo, che però diventa una prassi psicanalitica. Permette di regolare le nostre emozioni rispetto a ciò che sta accadendo. La rielaborazione emotiva è totalmente soggettiva. L’osservazione infantile può riattivare le emozioni positive e negative della nostra infanzia. Invidia per qualcosa che non abbiamo avuto, gelosia per qualcosa che avevamo e non abbiamo più. La narrazione ci permette di capire quale è stato il nostro investimento in quella situazione. Ecco che osserviamo il rapporto caregiver-bambino ma riflettiamo anche sulla nostra influenza. I protocolli osservativi devono essere redatti dopo la relazione, e non durante.

Un’ora di osservazione corrisponde a 15 pagine di diaristica, di decodifica.

Corpus teorico - psicanalisi Campo di indagine - sviluppo affettivo ed emozionale Ambiente - naturale Chi osserva - osservatore umano Quando si osserva - diaristica Strumento - Carta e matita

Lezione 13: martedì 12 (persa)

Lezione 14: mercoledì 13 (persa)

Lezione 15: lunedì 18 (persa)

Lezione 16: lunedì 18 (persa)

Lezione 17: lunedì 18 (persa)

Lezione 18: lunedì 18 (persa)

Lezione martedì 19: Melanie Klein

Fantasie inconsce

Melanie Klein ipotizza le fantasie inconsce. Pure Freud ha parlato di fantasie inconscie quando passa alla teoria delle pulsioni (dalla teoria della seduzione). La teoria della fantasia inconscia kleiniana è associata all’oggetto e al soggetto. L’oggetto della pulsione è il corpo. La fantasia inconscia secondo Melanie Klein è una funzione dell’io legata alla rappresentazione, che permette al soggetto di strutturare delle fantasie volte ad appagare un bisogno o un desiderio. Allora la suzione del dito viene utilizzata dal bambino non solo perchè ne abbiamo voglia, ma per appagare un desiderio. Secondo Freud questo desiderio richiama la fase orale, secondo Melanie Klein il desiderio ricorda il seno buono. Il seno buono e il seno cattivo non sono visti nella loro interezza fino a un certo punto. Quando io comincio ad allucinare il seno, fantasmaticamente il desiderio è appagato. Ma il desiderio non è realmente appagato. Il senso di fame e il senso di rabbia diventeranno più dominanti nella mia realtà.

La formazione di una fantasia permette di tollerare la frustrazione della mancanza di oggetto, ma soprattutto di controllare la sua realtà interna. La realtà interna è composta di tanti oggetti parziali. Gli oggetti parziali non sono solo buoni, ma sono anche cattivi. Se i morsi della fame sono così lancinanti per il bambino, lui piange. E piangendo perseguirà l’oggetto mancante come oggetto persecutorio (es. la fame -> piango perchè ho fame -> l’oggetto mi odia -> arriva il seno -> bambino ricomincia a pensare che il seno può essere buono). Il bambino avverte il dolore dentro di sè. Il bambino inizia a percepire azioni malvagie verso se stesso. Io non sono stato abbastanza buono da meritare il seno buono. Questa è una fantasia ricorrente del bambino, che si sviluppa a partire da una sensazione corporea.

Rappresentazione oggetto interno buono

Il neonato ha fame e viene nutrito -> appaga un bisogno di nutrimento -> si rende conto che ad un suo bisogno c’è qualcuno che risponde.

Quando il neonato viene allattato ha una duplice esperienza positiva:

L’esperienza affettiva positiva di piacere e sazietà porta ad una relazione oggettuale positiva.

Sperimentare il sè per il bambino significa sperimentare la propria capacità di dare, di mettersi in gioco nella relazione con gli altri; e sperimentare che anche lui può provare piacere. Se il bisogno non viene soddisfatto, si dà una esperienza negativa, che porta ad interiorizzare un oggetto cattivo, cioè ad una relazione oggettuale negativa. Grazie alla rabbia e al terrore il bambino inizia a sperimentare un senso di privazione, a privare se stesso di alcune componenti, tra cui l’affetto.

Gli oggetti interni buoni e cattivi sono tanti quante le relazioni, tanti quanti gli oggetti esterni.

Giocattolo arriva -> oggetto buono papà arriva -> oggetto buono giocattolo non arriva ->

in un’ottica di interiorizzazione. Ci deve essere una integrazione per l’interiorizzazione degli oggetti parziali. Inizia a esserci una alternanza tra oggetti buoni e oggetti cattivi. Pensare che questo oggetto ha portato a oggetti buoni e oggetti cattivi, porta all’ambivalenza: so che non è l’oggetto in sè ad essere cattivo, so che la fame in sè è cattiva.
Se non metto in atto la scissione. C’è un superamento della scissione.

Posizione schizo-paranoidea

Nei primi mesi di vita per la prima volta il bambino teme l’annichilimento (cfr. istinto di morte Freud).

Per difendersi da questo terrore, l’Io:

  1. scinde tutta la cattivera generata da questo istinto di morte; la nega; la proietta sulla madre. Quando arriva la madre, il bambino si calma: la scissione gli permetterà di buttare fuori solo le parti negative e non le parti positive. La madre diventa portatrice di emozioni negative e non positive. Se arriva il seno (oggetto buono) c’è una gratificazione, mentre nel caso di un oggetto cattivo (no seno) si dà luogo ad una angoscia persecutoria. L’Io si difende dall’angoscia persecutoria con difese primitive paranoidi. Le fantasie paranoiche del bambino sono annichilenti.

Processo:

  1. primitivo terrore annientamento
  2. scissione dell’Io e dell’oggetto
  3. introiezione
  4. proiezione: attivazione paranoia - la paura dell’annientamento si trasforma in angoscia persecutoria.

Difese primitive

Sappiamo che dovremmo abbandonarle a un certo punto, mentre le posizioni rimangono tali per tutta la vita.

Queste difese ci fanno perdere il senso del reale. Sono riscontrabili nei pazienti psicotici e nei pazienti border.

Introiezione

Scissione

Identificazione proiettiva

Aspetti scissi del proprio sè vengono proiettati per tentare di non sentirli più dentro di noi, e quindi di sentirci più a nostro agio. Ma io non riesco a separarmene completamente, quindi mantengo un contatto con quella parte.

Se questo processo avviene di frequente il rischio è che io perda i miei confini, e la mia identità si impoverisca.

Idealizzazione

Permette al soggetto di mettere in relazione l’oggetto con il sè. L’oggetto idealizzato viene trattato esattamente come l’Io, quindi dotato di parti di eccellenza, cioè i difetti vengono minimizzati. L’identificazione con l’oggetto idealizzato dà il via alla costituzione dell’ideale dell’Io.


Posizione depressiva

Oggetto buono e oggetto cattivo sono riconosciuti come unico oggetto nei confronti del quale si sperimentano sia odio sia amore: ambivalenza. Inizio a pensare che l’oggetto possa avere parti positive e parti negative.

In questa posizione incontriamo l’angoscia depressiva che ha come componente il timore di aver distrutto/aver perso l’oggetto d’amore con i propri impulsi aggressivi. Cerco di capire se l’ho distrutto, e in me si attiva il senso di colpa.

Risposte possibili in questa posizione:

  1. riparazione
  2. difese maniacali

Svalorizzazione: nella posizione depressiva abbiamo una svalorizzazione, che toglie valore e importanza all’oggetto: in questo modo, l’oggetto diventa meno utile per noi. Il togliere energia all’oggetto ci può permettere di rinunciare all’oggetto stesso.


L’edipo prende vita già dal primo-secondo anno di vita.