Bibliografia

Prima lezione: giovedì 18 aprile 2024

Informazioni preliminari

Si inizia alle 17.15. Se non si fa la pausa si finisce alle 19.30.

Esame:

Testi:

Moodle:

Definizione di misticismo

Mistica e misticismo? Quando possiamo usare questa parola? Si pensa che la magia, il misticismo spesso siano una parte della filosofia come legati a una sorta di esoterismo deteriore.

Il misticismo per indicare quella parte della filosofia che concerne gli stati più elevati della conoscenza e dell’amore, e che riguarda la conversione e il ritorno dell’essere umano alla sua origine metafisica. […] Questi stati più elevati della conoscenza e dell’amore (o esperienza) afferiscono a un dominio ancora ulteriore in cui questi due vettori trovano la propria germinazione.

Conseguenze di definizione:

  1. il misticismo è una parte della filosofia seria
  2. il misticismo prevede uno schema metafisico che comporta:

Anche quando l’essere umano si volge verso l’origine, non abbandona il cosmo, la natura esplicata, il corpo esplicato, dunque il mondo.
L’essere umano che si rivolge all’origine si differenzia rispetto agli altri enti e rispetto anche agli altri esseri umani. C’è un certo disprezzo (limitato) nei confronti del mondo. Ci sono delle correnti di misticismo estremo, che prevedono un sacrificio da parte dell’individuo, che deve sacrificare la propria componente creaturale. Questa è un’idea di misticismo molto radicale, in cui per tornare alla propria origine metafisica bisogna disintegrare la propria forma umana. 3. Ritornare: questa idea di ritorno all’origine significa fare conoscenza dell’origine all’interno dell’esperienza.
Qui si possono già evidenziare due direttrici:

Due tipi di misticismo

Secondo alcuni studiosi, si possa parlare di misticismo solo dal 1700 in avanti, secondo alcuni ragionamenti filologici. Può essere vero, ma definendo il misticismo come l’abbiamo definito si può trovare il misticismo in autori precedenti il misticismo, come Plotino.

Facendo un discorso teoretico si cerca di dare delle definizioni che possano comprendere meglio anche fenomeni filosofici che presentano i caratteri del misticismo prima del 1700.

Genericamente e fornendo delle categorie generali per orientarci, possiamo individuare due tipi di misticismo:

Principio personale e principio impersonale

Principio metafisico: Dio.
Ad esempio Eckhart dice che il concetto di Dio va superato in quello di divinità.

Posso dire Dio, divinità, principio metafisico.

Il principio metafisico può essere di due tipi:

La derivazione può avvenire secondo libertà o secondo necessità. In generale, se per il cristianesimo si parla di libertà, in un contesto neoplatonico, in cui dall’Uno deriva il cosmo, se in una prima fase della ricerca si parlava di necessità, c’è una coincidenza di libertà e necessità.

In autori cristiani come Eckhart e Cusano, è tale l’influenza del neoplatonismo di Proclo che il principio impersonale - principio libero, siamo sempre in un’ottica di cristianesimo - abbia un carattere necessario, bonum diffusivum sui, diffusivo per suo stessa natura. In Eckhart possiamo parlare di bonum diffusivum sui.

Anche Cusano nelle prime opere non parla di creazione di Dio, ma di esplicazione. A Dio tutto è co-implicato. Tutta sta all’interno della divinità. Dice Cusano che la divinità si esplica, cioè svolge una cosa che già possiede interamente.
A partire da un certo punto Cusano - influenzato da Eckhart - usa creazione, iniziando a sottolineare la volontà divina. Sottolinea la volontà del principio che si dà nella creazione.

Anima del mondo

Bruno parla di monade prima, monade seconda (che può essere considerata l’anima del mondo dei neoplatonici).

In un opera che si chiama Lampada seginta statuarum (lampa dalle 30 statue), Bruno mette all’origine i principi della luce (pienezza, bene) e dei principi di tenebra (male, vacuità, orco, abisso).

Gli autori più difficili sono Bruno e Weil. Heidegger è difficile, ma con il testo introduttivo si riesce. Dedicheremo meno tempo ad Heidegger e Hakim Bey.

Tutti gli enti di natura sono teofanie, lumi divini, degli enti limitati attraverso cui si mostra la divinità. Il limite, il confine, è usato nel senso della classicità: permette, avendo una mancanza, di avere un confine che è il campo di espressione della divinità. Il limite, cioè, permette alla divinità di manifestarsi.

Giordando Bruno userà il concerto di Minuzzarìa: anche gli enti più marginali, gli scarti, sono enti teofanici, pieni di divinità. Questo viene utilizzato da Bruno soprattutto nelle sue opere magiche - in questo senso il mago è per Bruno colui che è riuscito a stabilire un contatto con l’origine. Così il mago opera con le minuzzarìe.


Cuozzo ha scritto dei libri sull’“etica del resto” in cui parla anche delle minuzzarìe.


Espressione/processione e sottrazione/caduta

Cusano dice che chi vuole trovare l’origine deve prima andare alla scuola del mondo sensibile: gli enti di natura mostrano la divinità. Chi si vuole distaccare dal mondo, deve iniziare dal mondo. Questo è da intendersi come più vicino a un paradigma di espressione/processione.

Posso anche avere una dinamica legata ad una sottrazione/caduta: gli enti di natura sono teofanie in senso meno forte, e la critica agli enti di natura e nei confronti del cosmo sensibile sarà più forte.

Realtà stratificata: ambivalenza di ogni livello

Abituiamoci a questa idea di una realtà stratificata.

Esempio: la creazione può essere considerata + come teofania + come “perdita d’essere”

Per Eckhart la trinità: + aspetto positivo: ogni persona rimanda alla totalità + la trinità è negatio negationis: una radicale negazione della negazione portata dalla determinazione


Scritto sull’Iliade e la filosofia della forza


Vedere il file: Schema Weil su Moodle.

Neoplatonizzante significa iscritto nell’arco del neoplatonismo, ma con dei caratteri specifici che lo differenziano, che derivano dalla mistica ebraica, dallo gnosticismo.. ecc.

C’è sempre una matrice di antropocentrismo in tutto questo pensiero, anche se limitata dall’idea della teofania, perché l’essere umano è l’ente posto in evidenza nello spettro del cosmo, in quanto è l’unico ente che può tornare all’origine.

L’essere umano si muove da uno schema (la realtà) già posto dall’origine. Anche l’essere umano che fa esperienza dell’origine non si sostituisce mai alla divinità.

In Simon Weil la “freccia verso l’alto” funziona in modo peculiare, l’ascesa è più una discesa: la divinità discende, sottranea una sua componente - l’effetto più compiuto di questa discesa è la crocifissione. Questa discesa è una discesa forte. L’essere umano che vuole ascendere non deve salire, ma deve discendere, come ha fatto la divinità. L’immagine è quella della leva. In questo senso devo accettare il male - solo accettando il male posso in parte pormi come barriera. C’è un amore per la sventura.
In termini Bruniani, secondo Weil io “devo farmi” minuzzarìa.

Film tipicamente Weiliano è Martyrs (2008). Influenza anche di Bataille.

Enti naturali e origine: 3 schemi

Primo schema

Il primo schema è quello polare, ascesa, discesa. L’origine è unita agli enti da linee ascendenti/discendenti.

Secondo schema

Il secondo schema è quello radiale. Rispetto a Cusano per esempio.
Posso mettere gli enti naturali intorno all’origine. Metafora degli specchi e metafora dell’icona (entrambe cusaniane). C’è uno schema polare e uno radiale.

Il secondo tipo di schema ci fa capire:

Terzo schema

Secondo un terzo tipo di rappresentazione, la divinità è un luogo perfetto infinito, divino, indeterminato, eterno. Non determinato dallo spazio del tempo. Il luogo è soltanto una metafora.

Come cambia il rapporto con la natura?
Abbiamo visto che per Latouche la natura diventa il principio alla quale tornare.
In Heidegger quando l’essere umano si dà al pensiero tecnico, la natura viene sfruttata. In Bruno, il mago opera modificando una porzione di natura. Il mago riesce a dominare la natura anche da un punto di vista politico. Il mago di Bruno non abbandona mai le vicissitudini, cioè il concorso umano. In Bruno c’è un’idea di dominio guadagnata attraverso l’opera interiore.

Immanenza e trascendenza

In queste forme di pensiero, si dice che il principio è sia trascendente sia immanente.

Trascendenza –> differenza Immanenza –> identità

Quando parliamo di immanenza parliamo di una identità, di una presenza radicale: ad esempio sottolineamo il carattere immanente della teofania.

Il principio è sempre trascendente. Anche nel caso in cui l’uomo si vincola in modo consapevole alla divinità, resta sempre lontano dalla divinità. È anche sempre immanente perché c’è sempre questa idea della teofania.
Allo stesso tempo il piano della divinità eccede il piano della natura e del cosmo. Secondo lui sussistono entrambe ma con una leggere precedenza della trascendenza.

Il principio è ubique et nusquam. Una formula che si ritrova anche nelle Enneadi.
Ogni ente è teofania ma nessun ente risolve la perfezione del principio. Un esempio di ciò è il concetto di contrazione di Cusano.

Seconda Lezione: venerdì 19 aprile 2024

Il discorso mistico usa molte immagini (es. Eckhart) per rappresentare la natura divina dell’essere umano.

L’essere umano deriva dalla divinità (I schema) ed è fissato all’interno della divinità (III schema).
In tutti gli autori si trovano dei riferimenti spaziali.

Ma cosa fa sì che l’essere umano abiti la verità? Nell’essere umano c’è una componente di natura divina, esso è abitato dalla verità. Tutti gli enti sono in qualche modo divini (teofania). Ma non è mai un immanentismo né un panteismo, c’è un livello della divinità che eccede le cose stesse. C’è una radicale differenza legata alla trascendenza, che trascende appunto l’identità, cioè l’immanenza.

Imago Dei, scintilla dell’anima, apex mentis, castello

L’essere umano non è solo un ente determinato, che può essere chiamato teofanico, e oltre a esprimere la divinità, traducendone il principio divino secondo un limite, presenta anche un punto di identità con la divinità. È quindi una teofania, ma a differenza degli altri enti (antropocentrismo) c’è anche una componente divina identica alla divinità. A seconda dei pensatori ci sono vari nomi per definire questa identità: Eckhart e Cusano chiamano questo elemento imago Dei - ma gli studiosi dicono che questa imago significa identità: questo punto è identico alla divinità.
Imago rimanda alla metafora catottrica in Cusano, legata all’idea dello specchio, legata all’idea del superamento dell’identità. Immagine = modello. Eckhart utilizza scintilla dell’anima, castello (la parte alta della città, come parte alta dell’essere umana - recupera un significato di elevazione), e afferma chiaramente che si tratta di un’identità. Nella tradizione neoplatonica si usa apex mentis, cioè apice della mente.

Ci troviamo nel territorio del misticismo speculativo, dove si dà particolare centralità all’intelletto come mezzo per arrivare a Dio. L’apice della mente è una componente identica alla divinità, pur rimanendo l’essere umano in una dimensione bassa riesce ad ottenere una connessione con la divinità, grazie a questo punto in comune.

Conferma dell’imago Dei

Quindi l’uomo è già divino così? È già divino ma deve confermare la presenza divina: deve riconoscerla, deve vederla, deve sapere che c’è una divinità che gli dona questa componente - in questo senso deve riconoscersi subordinato e vincolato alla divinità.
Lo sviluppo, la sapienza in Bruno, è legata sempre all’umiltà (tema ripreso da Agostino). L’essere umano ha una scintilla divina e coltivarla, confermandola. In questi casi si parla di realizzazione dell’immagine. L’essere umano ha l’imago Dei, non è imago Dei, è un complesso creaturale che ha varie componenti e una di queste è l’imago Dei - componente che decreta l’essenza dell’essere umano, che lo lega alla divinità. Questa è presente in tutti gli umani. Ciò a differenza di quanto sostengono alcune sette dello gnosticismo, per cui solo alcuni individui hanno questa scintilla divina.

Complicazione, Esplicazione, Contrazione

Per capire questa dinamica possiamo citare il pensiero di Cusano, nel concetto di contrazione.


Introduzione a Niccolò Cusano, Giovanni Santinello (Laterza).


Complicatio

Tutte le cose sono co-implicate in Dio. Complicazione è riferito alla divinità. La divinità è complicazione di tutte le cose. La divinità è a un livello semplice e unitario - può essere rappresentato come un punto nella sua semplicità: a partire da questo punto, che gira su se stesso (attività) procede l’universo.
Divinità è semplice, unitaria e perfetta. In questo punto sono complicate (cioè co-implicate) tutte le cose. Qui c’è l’eternità (essenza di tempo). Questo è un infinito negativo, cioè un infinito dove non ci sono determinazioni. Il nome più appropriato, secondo Eckhart e Cusano è Uno.

Explicatio

Tutte le cose si esplicano nell’universo, nella natura esplicata. Tutte le cose si sviluppano a partire da questo punto esplicandosi, cioè si dispiegano nell’universo sottoposte al tempo come enti molteplici. Questo infinito si chiama infinito privativo, cioè segnato dalle determinazioni - perché il nostro è universo infinito, composto da una serie infinita di elementi finiti.

Contratio

Ogni ente esplicato è un ente contratto - la contrazione indica una privazione. La divinità è contratta negli enti determinati: la divinità è lì dentro, ma in un modo in cui le “manca qualcosa”.

Secondo Santinello: “nella contrazione è presente tutta la divinità - non può esserci una parte, perché la divinità non ha parti in quanto non è determinata - ma secondo una prospettiva particolare (si rifà probabilmente al prospettivismo di Cusano - per Cusano ogni ente è considerato una prospettiva sulla verità - tema ripreso dall’ermeneutica del ’900, da Pareyson: verità come prospettiva).

Ogni ente è dunque contratto in quanto in ognuno c’è una divinità, ma secondo una prospettiva determinata e situata, segnata dal limite e dalla finitudine.
Tutti gli enti sono contrazioni della verità, lumi teofanici.

Cusano nell’Idiota demente dice che l’essere umano è Imago Dei. Questo ci fa capire che Cusano è più dalla parte del misticismo speculativo.

Bruno Vocab

Nei termini di Bruno, la mente è superiore all’intelletto, in altri luoghi parla di lume di ragione. C’è una componente divina nella dimensione legata alla volontà, detta da Bruno meridiano del core.

Predica nello stile di Eckhart

Si può leggere una predica di Cusano che sta su Moodle, in cui è centrale l’uso del termine latino ubi, che rimanda allo spazio. Stiamo leggendo una predica che si chiama: “Predica nello stile di Eckhart”. Edizione di Cusano, il Dio nascosto (ed. Laterza) (sta in biblioteca, e non i commercio) (anni ’40 del 400) - La predica fa parte di un quartetto di predicozzi.

Realizzare l’imago Dei: l’opera interiore

L’essere umano deve realizzare l’imago Dei… ma come? Deve compiere l’opera interiore, riconoscere la presenza della divinità, e collocare l’Imago Dei al centro della propria anima.

Eckhart utilizza due termini per descrivere l’opera interiore:

Distacco

Riguardano sia la dimensione gnoseologica sia quella ontologica.
Per distacco si intende il congedo dall’influenza degli enti determinati. È un distacco dall’influenza che la determinazione esercita sulla nostra anima. Non c’è una distruzione, una violenza esercitata sull’ente determinato. Il distacco riguarda la rimozione della coltre dell’influenza che gli enti determinati hanno su di noi.
Per questo c’è l’idea di fare il vuoto in alcuni autori - se io sono preso dagli enti determinati, questi occupano il mio spazio mentale con delle immagini (anche elevate, come concetti) - comunque nel fare ciò io racchiudo un certo ente in una certa dimensione, ma dimenticandomi della sua origine. Penso di poter racchiudere la perfezione divina tra le mura di un concetto, pensando di poterla padroneggiare e governare.

A partire dal medioplatonismo questa verrà chiamata teologia negativa. Se secondo la teologia positiva (o catafatica) si pone una determinazione per indicare la divinità (Dio è buono, Dio è ente sommo…), c’è il pericolo di non riuscire ad arrivare all’inesaurabilità della divinità.
La teologia positiva va superata con la teologia negativa, in cui dico ciò che Dio non è. Nella teologia negativa l’idea della negazione rimanda al distacco, in qualche modo è più trascendente.

Uno è una negatio negationis, un termine che rimanda a un processo di negazione estrema.

In alcune correnti dello gnosticismo c’è una fortissima critica della forma, una distruzione della forma dell’ente determinato (anti-cosmismo [volontà di distruggere il cosmo] e anti-nomismo [le leggi del cosmo sono un ordine che va distrutto]

Terzo livello

Ma c’è un ulteriore livello, Cusano chiama teologia mistica, circolare. Cusano in questo riprende Dionigi Aeropagita. Cusano cerca di mettere in una situazione di “corto circuito” le negazioni e le determinazioni. Prova a dire, dell’ente sommo, che tutte le cose che si possono dire, non gli convengono a causa della sua infinità. C’è un Dio nascosto. In questo passo prova a giocare con le parole, Dio non è né ciò che sussiste né ciò che non sussiste, è un principio anteriore a ogni pensiero. In altri pensatori questo terzo livello assume altri nomi. Eckhart parlerà di negatio negationis.

Abbandono

Ha due significati:

  1. distacco: distacco dall’influenza che le cose determinate hanno su di noi
  2. abbandono in Dio. Come se io mi abbandonassi alla divinità. Non c’è un ruolo attivo di chi si abbandona, non c’è un chiedere, ma solo un porsi in attesa.

Heidegger: nell’epoca della tecnica bisogna porsi in ascolto dell’essere, anche se viviamo in un mondo di enti che dimentica il principio. Pensiero rammemorante è porsi in ascolto dell’essere, di ciò che è assente.

L’abbandono è una operazione/opera interiore.

Bisogna svuotarsi, o farsi cavi, per riconoscere la subordinazione nei confronti dell’eternità.

Secondo Eckhart le opere interiori sono opposte a quelle esteriori. Quando c’è l’opera esteriore - guidate dalla creatura (le azioni dominate dall’attenzione verso gli enti determinati) non c’è opera interiore e viceversa. Quando c’è opera interiore è la divinità ad agire sull’essere umano. Eckhart attribuisce alle opere interiori la giustizia. I due tipi di opere sono due contrari incompatibili secondo Eckhart. Si tratta di contrari reversibili: posso sempre passare da uno all’altro. Posso sempre cambiare, sempre sempre sempre, ma non ci sono gradi intermedi.

Ci può sempre essere una conversione (conversio), un cambiamento di prospettiva. Sinonimi di conversione: metànoia o epistrophè.

L’amore inferiore (rivolto a enti determinati) si contrappone all’amore soprannaturale, verticale, pone quella orizzontale come manifestazione subordinata a quella verticale. Quando considero quella verticale, anche i rapporti che avrò con gli enti saranno di natura autentica in quanto incardinati in quel punto centrale che è l’origine.

NON SBAGLIARE: opere interiori e opere esteriori

Quindi se l’opera interiore è incompatibile con le opere esteriori, alcuni studiosi parlano di ritorno alle opere esteriori: non c’è una scansione temporale. Diciamo cioè che quando c’è un’opera interiore, spariscono le opere orizzontali rivolte agli enti determinati, ma l’opera interiore determina un particolare tipo di opera esteriore.
Le opere esteriori traducono le opere interiori di chi le compie, cioè chi le fa è guidato dalla sua parte più divina. L’opera interiore si caratterizza principalmente per la sua passività - c’è anche un versante attivo in quanto si tratta comunque di un’opera. Alcuni la caratterizzano come ricettività, per evidenziare sia il lato attivo sia quello passivo.

In ogni caso, operari sequitur esse: la qualità dell’azione è determinata dall’ente che compie l’azione.

Secondo Simone Weil bisogna accettare la sventura (esistenza dei totalitarismi), prendendola su di sè, in questo si può limitare la sventura - si passa da essere un criminale ad essere uno sventurato che limita la sventura.


Per Eckhart il primo passaggio di ritorno alla divinità è volgersi al sensibile: vedere la natura come teofanica. L’attenzione verso le cose contraddistingue l’amore - c’è qualcosa che proviene dalla presenza divina all’interno dell’essere umano..

Grazia

La divinità può essere considerata anche come grazia, parola che coincide con amore divino. La grazia è un dono incondizionato della vita. Non è segnato da determinazione o richieste, è un amore incondizionato.

Secondo Eckhart ci sono vari tipi di grazia:

In questo senso la grazia viene prima, durante e dopo l’individuo. Intervento finale della grazia seconda viene indicato con temi che rimandano a un’azione immediata, violenza:

È immediata e violenta perché si deve dare l’idea di un qualcosa che avviene fuori dal tempo.


Hakim Bey parla di schermi, immagini, come deviazioni dalla verità che vanno superate in modo immediato.


La grazia è intesa come questo intervento divino prima durante e dopo l’opera interiore.

Cusano nel De Visione Dei dice che la divinità è in un giardino del paradiso che ha delle mura. Quando faccio un’opera esteriore sono fuori dal muro; quando faccio un’opera interiore mi colloco sul muro, ma poi l’origine mi prende sul bordo, e mi rapisce.
L’opera interiore arriva fino alla porta a cui uno bussa, poi viene portato via con un’azione repentina.

Ma questo dal punto di vista dell’essere umano…cosa succede se mi metto nel punto di vista della divinità? Le cose cambiano.
Se parlo ex parte creaturae, ex parte hominis, succedono delle cose; se parlo ex parte Dei le cose funzioneranno in modo diverso.

Se grazia = Dio = verità = perfezione, e l’essere umano sta in questo campo, io devo dire che la grazie è una sola, ed è data a tutti: anche il peccatore sta nella grazia. Il peccatore sta nella grazia, ma è chiuso alla grazia. L’uomo che fa l’opera interiore si apre alla grazia - vivendo in modo autentico. Tutti abbiamo già ricevuto la grazia.


Latouche e la conversio

Latouche ragiona esattamente così, in termini mistici, pone nella posizione del principio la natura come organismo.

Quando deve dire cos’è esattamente la decrescita, ne parla come una metanoia. Devo cioè operare una vera propria conversione, che mi faccia riconoscere il senso del limite.
Bisogna operare una decolonizzazione dell’immaginario: cioè pulire il mio spazio mentale dalle immagini della società che mi portano a consumare in modo illimitato.
C’è una conversio sul piano dello spazio mentale, quindi a un doppio livello gnoseologico e ontologico.

AHAHAHAHAHAHAHAHAHA

Plotino si faceva le canne (forse?), insomma ero uno psiconauta…


Oltre la linea, libretto confronto Junger-Heidegger.
Anche Junger ha un afflato un po’ mistico.


Libro interessante sugli aspetti mistici sulle sostanze


Avvicinamenti, droghe ed ebbrezza, Hakim Bey. Tradotto da Ugazio, il prof. in sedia a rotelle… come me tra poco


Fatti consigliare un libro introduttivo su Junger


Sono le 19.25 ancora cinque minuti… ora vado a casa e mi faccio una canna (ma senza unirmi a Lui…)


Per Hakim Bey c’è Il principio elementare, un principio caotico legato al dionisiaco, non completamente distruttivo che deforma (Hakim Bey cita anche Lovecraft) - è caos sia creativo sia distruttivo.

Secondo Junger la droga fa parte di quelle esperienze erotiche che permettono di vivere lo spazio anarchico e l’esperienza erotica. Retaggio della cultura di destra di Junger: sono “esperienze aristocratiche”, tentativi di aprire questo spazio al di là per aprire un livello ulteriore.

Nel mondo di oggi ci sono 4 possibilità di esperienza:

Non c’è quindi solo una mistica fusionale, non c’è mai una fusione ma un tentativo di mantenere una presa sulla realtà.


Intervista a Hoffmann


In Bruno il furioso migliore è quello eroico, ed eroismo significa un costante controllo dell’intelletto, e una presa salda sul reale che ottengo avendo stabilito una relazione con il principio del tutto.

Terza lezione: venerdì 26 aprile 2024