Il Timeo di Platone

Classici di Filosofia - Il Timeo di Platone

Prof. Federico Petrucci

Il Timeo ha una struttura olistica: ogni parte è diversa dalle altre e autonoma in se stessa, ma allo stesso tempo si completa ed esiste grazie alle altre.

L’introduzione di Ferrari dà una lettura molto definita, differisce per alcuni punti dalle idee, espresse nella traduzione, del prof. Tu considera attentamente entrambe le posizioni.

Esame: tre domande a risposta aperta. (90 min) + esame orale


Schieramenti sul Timeo

Lettura metaforica

Lettura letterale

Introduzione a Platone

Vita

Nasce ad Atene nel 428-427 da una famiglia aristocratica. Pericle è appena morto, e siamo in piena guerra del Peloponneso. Frequenta personaggi influenti ad Atene, come Crizia e Solone. La stessa famiglia di Platone discende da Solone (legislatore oligarchico), quindi una ascendenza piuttosto importante. Platone sembra destinato alla politica. Avrebbe la possibilità di partecipare direttamente alla vita politica ateniese, ma non vuole.

Elemento sconvolgente nella sua vita è l’incontro con Socrate. Nella VII lettera - l’unica forse autentica - Platone afferma di non voler essere coinvolto nella vita politica prima di aver sviluppato un’adeguata formazione filosofica. Prima di essere un politico devo essere un filosofo.

Dopo la morte di Socrate nel 399 ripara a Megara, altro centro pieno di seguaci di Socrate. Altro momento chiave è il 388-387, quando si reca a Siracusa.

Nel 387 torna e forma l’Accademia.

Muore nel 348-347. Alla sua morte la reggenza dell’Accademia passa a suo nipote Speusippo, nonostante il migliore studente fosse Aristotele.

Opere

I dialoghi di Platone vengono continuamente copiati, gli errori si accumulano. Nel III secolo viene redatta la prima edizione autorevole.

Nel I secolo d.C invece Trasillo, platonico pitagorizzante, astronomo di corte di Tiberio, si occupa di catalogare l’opera di Platone in 9 tetralogie. I numeri sono 9 e 4 perché 9 è il primo quadrato dispari, e 4 è il primo quadrato pari. Il 4 corrisponde anche al numero di tragedie che componevano una tetralogia.

Alcuni dialoghi sono certamente spuri: Minosse, Alcibiade II, Epinomide, Lettere. Su altri è ancora viva la discussione. Ecco alcune tetralogie secondo Trasillo.

Le strutture sono un primo passo verso la sistematizzazione di Platone: se nell’intero corpus sono presenti delle contraddizioni (ad esempio sull’anima), all’interno delle tetralogie è presente una coerenza. Con il neoplatonismo il pensiero di Platone diventa sempre più sistematico.

I tetralogia: *Eutifrone, Apologia di Socrate, Critone, Fedone. Criterio narrativo: la storia del processo a Socrate.

Eutifrone: un sacerdote parla con Socrate. Apologia di Socrate: il racconto del processo di Socrate. Critone: un allievo di Socrate che vuole provare a liberarlo. Socrate dice no. Fedone: Socrate muore.

II tetralogia: Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico. Criterio: unità letteraria.

Qui ci sono continui rimandi tra le opere.

VIII tetralogia: Clitofonte, Repubblica, Timeo, Crizia

Il Clitofonte potrebbe essere collegato alla Repubblica.

Nel medioevo latino Platone circola grazie alla traduzione della Repubblica e del Timeo operate da Cicerone. Nel 1483 Ficino produce una prima edizione latina. Quella a cui facciamo riferimento oggi, a livello filologico, è quella di Stephanus.

Classificazione delle opere per periodi

Ricerca Contemporanea su Platone

Si è uniformata negli ultimi 200 anni. Schleiermacher è l’iniziatore di questa nuova fase di riflessione accademica di sviluppo del pensiero platonico.

Lettura evolutiva di Platone: Vlastos e Ross

È particolarmente celebre nel mondo anglosassone. I protagonisti di questo mondo sono Vlastos e Ross.

Questi autori sostengono l’idea per cui Platone cambia le sue idee nel corso della sua vita. Una teoria simile parte dalla constatazione che i testi sono contraddittori, un esempio è la concezione dell’anima; nell’Apologia ad esempio Socrate dice che non sa se l’anima è immortale o no, nella Repubblica e nel Timeo solo l’anima razionale è immortale, ecc.

Per Vlastos ci sarebbe insomma una evoluzione nel pensiero di Platone. Tuttavia, portando all’estremo questa idea, ne esce fuori l’immagine di un Platone che cambia idea a ogni dialogo.

L’analisi stilometrica delle opere di Platone è una analisi stilistica, basata sulle particelle e sui connettivi che Platone usa. La lettura evolutiva risponde abbastanza bene alle analisi stilometriche.

Tuttavia Platone è capace di rendere il suo stile simile a quello dell’autore che sta facendo parlare, esempio Protagora nel Protagora. Quindi riesce a far sballare lo stile, c’è una varietà stilistica nelle sue opere.

Il cosiddetto evoluzionismo (cioè Platone che scrive cose diverse perché cambia idea) non funziona, quindi.

Lettura unitarista

Platone mantiene più o meno le stesse idee nel corso della sua vita.

La critica continentale è tradizionalmente unitarista.

Esempio: la Repubblica è un dialogo della maturità, e prevede il governo dei filosofi. Nelle Leggi afferma che debbano governare le leggi, senza filosofi. Vediamo come risponde alle due diverse letture.

Lettura evolutiva: Platone ha cambiato idea tra le due opere. Lettura unitarista: nella Repubblica Platone vuole mettere in evidenza l’eccellenza del governo dei filosofi, nelle Leggi invece vuole mettere insieme la centralitàdelle Leggi nel governo.

Vantaggi della lettura unitarista:

Svantaggi:

Lettura unitarista hardcore (Studiosi di Tubingen/Scuola di Milano)

È basata sulle cosiddette dottrine non scritte, che non trovano riscontro nei dialoghi. Tuttavia, rimane soltanto una speculazione, perché basata su cose appunto non scritte.

Allora perché Platone non avrebbe scritto le cose più importanti:

  1. Nel Fedro c’è una critica alla scrittura.
  2. Nella VII lettera, forse non autentica, dice che non avrebbe mai scritto le cose più importanti in un trattato.

Questi testi li trovi comunque nel syllabus del corso di antica.

Lettura scettica: Trapattoni e Raw

In Italia Giovanni Trapattoni, all’estero Cristopher Raw.

Secondo questa lettura, di cui si fanno promotori studiosi anche molto autorevoli, Platone non ha mai pensato che si potesse avere una vera conoscenza dell’essere. I dialoghi sarebbero solo esperimenti mentali, molto legati all’aspetto letterario.

Platone letterato

Platone sarebbe uno scrittore, l’inventore di un nuovo genere.

La sua opinione

Il prof sostiene un unitarismo moderato. Per lui Platone non era uno scettico; era un letterato ma metteva la letteratura al servizio della filosofia.

Conclusioni

Il Timeo

Il Timeo nell’antichità è la summa del pensiero platonico, probabilmente il dialogo più importante. È un dialogo tardo ed è un lungo racconto cosmologico. È il dialogo più teologico di Platone dopo il Parmenide.

Aristotele, l’allievo eccellente di Platone, usa il Timeo come bersaglio polemico. Uno dei grandi problemi di Platone, e del nostro corso, è capire se la generazione del cosmo sia da intendere in modo metaforico o in modo letterale.

Influenza

Stoicismo

Il Timeo è il testo fondativo per lo stoicismo. L’idea tipica stoica del Dio “artigiano” e provvidenziale viene dal Timeo, dal Demiurgo. Senza il Timeo, la cosmologia stoica non sarebbe stata la stessa.

Medioplatonismo

I medioplatonici, tipo Plutarco, dibattono sulla dottrina platonica, sui problemi messi in campo dal Timeo.

Plotino

Con Plotino nasce la lettura eternalista e metaforica del Timeo.

Cristianesimo

Ovviamente il Timeo avrà un impatto importante anche sul Cristianesimo.

Storia dell’opera

Composto tra il 360 e il 350 a.C., l’ultimo decennio di vita di Platone.

Nel prologo drammatico troviamo vari personaggi: Socrate, Crizia, Timeo, Ermocrate.

Socrate ricorda il discorso che ha fatto ai suoi interlocutori il giorno prima, e apparentemente fa un riassunto di 4 pagine della Repubblica. Viene presentata Kallipolis. Tuttavia gli interlocutori della Repubblica sono altri, e soprattutto la Repubblica non è un dialogo diretto, ma un dialogo narrato (da Socrate).

Il discorso è il dono ospitale di Socrate, che chiede indietro degli altri discorsi. Crizia riassume i contenuti del suo discorso, e parla di Atlantide.

Timeo o sulla natura

Questi sottotitoli derivano da Aristotele e dimostrano una attinenza tematica. Se ad esempio vai a 27a 4, è evidente che si parli del racconto di Timeo come di un racconto sulla natura. È probabile che l’aggiunta di questo sottotitolo sia stata effettuata in età ellenistica o al più in età imperiale.

Il titolo sulla natura ricorda le opere di presocratici: Platone si mette in diretta competizione con tutto quello che c’era stato prima. È come se Platone affermasse: tutto quello che c’è stato finora non è vera filosofia. Ecco il vero racconto sulla natura.

Dialogo narrato e problema dell’affidabilità dei personaggi

Questo è un dialogo diretto, diegetico. Altre opere di Platone sono dialoghi narrati, come la Repubblica. Qui invece i personaggi prendono la parola direttamente. Nel caso dei dialoghi narrati si pone un grande problema: in un dialogo come questo, diretto, sappiamo cosa dicono gli interlocutori, perché lo dicono. Se invece è un personaggio che narra, tale personaggio può omettere qualcosa, e Platone ne è consapevole.

Commento al Testo

Prologo drammatico

Riassunto di Kallipolis

17a: l’assente e il banchetto

Chi è che si è sentito poco bene? Probabilmente Platone, lo stesso escamotage è usato nell’Apologia. Platone qui sta mettendo una sorta di firma. Il focus è sull’assente, su una quarta figura, quella di Platone. Queste auto-citazioni sono ricorrenti in Platone, soprattutto nelle sue opere a forte impatto teorico. Questo incipit così centrato su Platone significa anche che in quest’opera Platone è molto presente.

Il banchetto è un’immagine tipicamente positiva dell’impostazione platonica, è un nutrimento per l’anima. A un banchetto può partecipare chiunque, e, soprattutto, è un momento in cui si beve.

17b: le Panatenee e il racconto del giorno precedente

Celebrazione: parla delle Panatenee, la festa più importante in onore di Atena, a Luglio.

Timeo chiede a Socrate di riprendere i discorsi del giorno prima, in quanto se ne ricordano solo alcuni. Sappiamo quindi che Socrate, Crizia, Ermocrate e Timeo (e l’assente - cioè Platone), si sono trovati il giorno prima e Socrate ha tenuto un discorso che ricalca le Tesi fondamentali della Repubblica - segna una continuità con quel dialogo, ma non è sicuro che faccia sicuramente riferimento direttamente al testo.

Ci sono infatti alcune difficoltà che non consentono di porre i due dialoghi in continuità:

La Repubblica si svolge tra il 422 e il 415. Platone nonostante queste incongruenze cerca di dare un’idea di continuità. Considera comunque per Platonel’anacronismo è uno strumento per attirare attenzione sui fatti. ## Socrate riporta i contenuti del discorso del giorno precedente Da questo punto Socrate riassume i contenuti della Repubblica:

17c: divisione della società in tre classi

La società è divisa in tre classi, produttori, guerrieri e filosofi. Sembra che in questo passo invece siano assenti i filosofi. Anche nella Repubblica in realtà inizialmente la società è divisa in due classi, ma poi dalla classe dei guerrieri emergeranno i filosofi.

17d: la funzione dei guardiani e le loro caratteristiche psicologiche

Un concentrato della funzione dei guardiani, che servono per garantire la difesa dagli attacchi sia interni che esterni alla città.

Emergono le caratteristiche psicologiche dei guardiani: hanno un equilibrio che non consiste nello stare a metà tra forza e temperanza, ma nella capacità di essere forti con chi merita forza e miti con chi merita mitezza, secondo le situazioni.

18a: i guardiani sono animosi e amanti della sapienza; educazione dei guardiani

I guardiani sopiscono ogni ribellione interna, ma poi hanno cari i rivoltosi perché sono cari a loro per natura: nella polis di Platone la costruzione sociale riflette quella familiare.

I guardiani dovrebbero avere una natura straordinaria e sono amanti della sapienza, cioè filosofi. Cosa significa allora qui filosofia? Possiamo tradurre sia amanti della sapienza, come nel nostro testo, che, appunto, filosofi. Quali sono le differenze tra queste due traduzioni?

Inoltre, i guardini hanno ricevuto un’educazione soprattutto in ginnastica e musica.

18b: seconda ondata (comunanza dei beni)

Nella Repubblica, le due classi superiori, guerrieri e filosofi, non percepiscono retribuzione. Le classi superiori non hanno proprietà privata.(comunismo platonico)

Qui c’è un elemento a contraddire questa cosa: riceveranno un compenso adeguato, ma un compenso può anche essere inteso solo come “mettere i beni in comune”. Questo è il modello economico della Repubblica per le classi superiori. Del resto il modello politico che Platone apprezza è quello spartano, che ha varie emanazioni nelle colonie doriche (Sicilia, Calabria e Puglia). La più importante colonia dorica è Locri, e Timeo viene appunto da Locri.

A questo punto abbiamo diversi elementi della Repubblica, ma manca ancora la più importante, la terza ondata: il governo dei filosofi.

18c: prima ondata (parità tra uomini e donne)

Nella Repubblica la riforma del sistema politico passa per 3 fasi, o ondate. La prima era la assoluta parità tra uomini e donne in ambito politico e sociale. Armonizzazione delle nature di uomini e donne. C’è una defemminilizzazione del ruolo della donna, che consente al ruolo della donna di arrivare al livello dell’uomo.

18c

Seconda ondata di riforma del sistema politico: i figli alla nascita vengono tolti dalle loro famiglie. Tutti i cittadini della stessa età si considerano fratelli.

18d

Congegnando un modo per…: la parola congegnare ci fa pensare a un sotterfugio; i filosofi conoscono, i filosofi sanno cos’è meglio per la città, quindi troveranno un modo per far sì che nessuno possa riconoscere il proprio figlio. Platone non è quindi democratico in un certo senso democratico.

Descrive anche 3 generazioni: il sistema di Kallipolis si riproduce; Kallipolis è davvero compiutamente una famiglia dopo 3 generazioni.

18e

Descrive sostanzialmente l’eugenetica. I migliori vanno con i migliori. Per Platone essere un produttore (terza classe) non è un male per un produttore. Un produttore che ha trovato la sua virtù sta facendo il meglio per la società. L’eugenetica stabilizza le classi.

C’è un problema: non c’è mobilità sociale, le classi rimangono quelle. Questa questione verrà superata nella prossima battuta.

Dov’è il libero arbitrio? In realtà in Platone ci sono una serie di meccanismi che rompono il determinismo.

19a

Dividiamo in classi le città, costruiamo le unioni in modo coerente; ma se tra i contadini c’è qualcuno di valido, lo facciamo salire; se c’è qualche guardiano non valido, lo mandiamo tra i contadini.

Ricordati che Kallipolis è fatta da 3 classi, come l’anima non esiste senza le 3 parti; le 3 classi sociali sono tutte fondamentali; non possono esserci solo filosofi.

19b

Qui Platone sta facendo finta, con la battuta di Timeo, di non sapere che non c’è la terza ondata. Perchè Socrate dovrebbe chiedere conferma: abbiamo detto tutte le cose importanti? Eppure la terza cosa che doveva dire era quella fondamentale.

Possibile che la terza ondata sia omessa nella Repubblica, perché Crizia non è un filosofo e bisogna preservare l’idea di Kallipolis, condivisibile solo tra filosofi? No, perché nella Repubblica la teoria di Kallipolis viene esposta anche a non filosofi.

19c

Tra 18b/19c Socrate dice: io ho descritto Kallipolis com’è, come se descrivessi delle figure immobili: ora vorrei vederle in azione. Questo non implica che Kallipolis si possa fare davvero.

Non implica neanche che Kallipolis sia una realtà storica. Socrate sta semplicemente esprimendo un desiderio senza impegnarsi sulla sua fattibilità nè verità storica.

Platone sta anche lasciando intendere che serve un filosofo vero per realizzare queste idee (lui stesso)

19d

Socrate non ha interesse a lodare questa città.

19e - I poeti non possono lodare Kallipolis, i sofisti non potrebbero mai conoscerla

Nessun poeta potrà mai lodare Kallipolis, non perché non ne ha i mezzi tecnici, ma perché non la conosce. Gli unici che la conoscono sono i filosofi: i poeti sono quindi i veri filosofi.

(Ricorda che nel Fedone si dice che la filosofia è la più alta forma di musica.)

I sofisti non possono capirlo perché vagano di città in città. Ma in che senso? Sembra implicare che se un sofista fosse ad Atene, allora potrebbe narrarla. La frase invece va interpretata così: i sofisti vengono pagati per filosofare, non potrebbero conoscere Kallipolis neanche se esistesse.

20a - Investitura filosofica e presentazione di Timeo

C’è l’investitura filosofica di Timeo da parte di Socrate. Qui intende filosofo in senso forte: arrivato alle vette della filosofia in tutti i suoi aspetti. Che background filosofico ci ricorda Locri? Il pitagorismo. Tendenzialmente quindi Timeo sarebbe un filosofo pitagorizzante. Timeo quindi rappresenta il passaggio tra il pitagorismo e il platonismo. Bisogna superare il pitagorismo attraverso il platonismo.

Discorso di Crizia

20b-23c

A che punto siamo del racconto: c’è stata una presentazione di Crizia del proprio discorso. Insiste sul fatto che questo racconto ha una grande attendibilità storica, attraverso i sacerdoti egizi, poi passato a Solone, che la racconta a Crizia nonno, che lo racconta a Crizia. Inoltre viene sottolineata l’importanza della scrittura: gli egizi, nonostante le crisi ciclicheche coinvolgono l’umanità, fissano i fatti nella scrittura e soprattutto nei tempi. Il suo è quindi un discorso storico.

23d

Crizia inquadra storicamente la vicenda. Aspetti su cui Crizia insiste per avvalorare il proprio discorso:

  1. Il fatto che Atene è più antica della città egizia di origine (all’Egizio viene assegnata un’aura di autorevolezza e antichità). Quindi Atene è più antica della città più antica.
  2. Nulla sarà celato. Tutto viene comunicato. Non ci sono state omissioni da parte dei sacerdoti.
  3. Indicazione storica molto precisa. 8000 anni. Questo rimanda a un discorso storico, è un tentativo di fissare storicamente il più possibile gli anni che passano.
  4. Sacri Scritti. Ancora un riferimento alla scrittura, e un’aura di sacralità.
  5. Organizzazione della città: Diakosmesis. È una parola chiave: nel racconto di Timeo il cosmo viene organizzato in una Diakosmesis. Questa parola stabilisce quindi un parallelo con il discorso di Timeo. Vuole dare un tono filosofico. Tuttavia Crizia usa le stesse parole abbastanza a sproposito, si avvale di termini filosifici; Timeo ha un’altra caratura filosofica.

Andando avanti, continua su questa strada: tutti i dettagli, prenderemo in mano direttamente i testi, vuole dare una credibilità a quello che sta dicendo. Abbiamo ancora anche l’indicazione temporale

24a

L’organizzazione di questa città ci ricorda Kallipolis, nonchè la caratterizzazione che Socrate aveva fatto all’inizio della città ideale. Ci sono artigiani, contadini, e guerrieri. La differenza con l’inizio è

24b

24c

Tuttavia, rispetto alla questione dei sacerdoti, aggiunge che tale disciplina si avvale di ogni tipo di conoscenza, fino ad arrivare alla mantica (arte collegata nel Fedro alla follia - per Platone non ha un grosso valore) e alla medicina (una Tekne, non una disciplina filosofica). Sembra che Crizia concepisca il massimo livello di conoscenza con un livello astronomico/cosmologico. Quando Crizia va a presentare Timeo, tra l’altro, lo presenterà come il miglior astronomo. Ma per Platone non basta, bisogna essere filosofi.

Insiste poi nell’ultima parte su termini come organizzazione. È possibile:

  1. Che Platone ci voglia far pensare che Crizia stia continuando a usare parole a sproposito.
  2. (Molto meno probabile) Che Timeo poi utilizzi - in seguito, nel suo discorso - la terminologia sbagliata per far capire le cose a Crizia.

24d

Lettura P.9 Syllabus Ma perché Crizia si ostina a mettersi in competizione con Timeo? Il fatto che lo faccia ci dice che è virtuoso, cioè non è al livello di Timeo.

Torniamo a leggere il testo. Dobbiamo sempre chiederci: ma Platone ci crede davvero a quello che sta dicendo? Per la prima volta andiamo a cercare il confronto con gli altri dialoghi.

In questo caso, dove troviamo un parallelo con la dea che organizza ecc.? Questo è il famoso mito dell’Autoctonia (un popolo insediato da una divinità in un luogo adatto), raccontato in tutti gli epitaffi (discorsi funebri democratici, su tutti quello di Pericle). Crizia quindi sta mettendo dentro il suo discorso un epitaffio celebre, pensando di fare una cosa buona. Ma è una chiarissima criptocitazione del discorso di Pericle. Ci porta a pensare quindi che Crizia stia inventando quello che sta dicendo, che non sia credibile.

Questo quindi:

  1. squalifica il valore filosofico del discorso.
  2. Genere forti dubbi sull’autenticità del discorso stesso.

Gli epitaffi tra l’altro non stanno particolarmente simpatici a Platone, per la loro natura democratica.

24e

Ancora riferimenti inutili e insistiti alla scrittura.

C’è una descrizione geografica molto accurata, per cui il Mediterraneo è una sorta di lago dentro una terraferma gigante. Dentro al vero mare, appena oltre le Colonne d’Ercole, c’è Atlantide. Da Atlantide poi si può arrivare alla vera terraferma che circonda tutto.

Stanno parlando i sacerdoti a Solone. Qui nasce il mito di Atlantide, tra l’altro. Qui si era sviluppata una grandissima potenza che si era espansa a est e a ovest, colonizzando parti della terraferma, la Libia, l’Europa fino alla Tirrenia (Sardegna). Atlantide aveva conquistato quindi un sacco di territori fino all’Egitto.

25a-25b

Atlantide cerca quindi di imporsi come una superpotenza, e questo ricorda molto da vicino la questione storica delle Guerre Persiane. Il fatto che ci sia una chiara eco delle guerra persiane ci fa pensare ancora una volta che Crizia stia inventando, ispirandosi a fatti reali.

25c

Propaganda ateniese: sembra che Atene da sola, e non una Lega di città greche, abbiano vinto le Guerre Persiane. La grecia non è mai stata schiava di nessuno, tantomeno Atene, che non solo scaccia gli invasori, ma libera anche le altre città. Riecheggia qui tutta la propaganda ateniese sulle Guerre Persiane: anche nelle Supplici di Euripide, ad esempio, viene restituita l’immagine di un governo retto realmente dal popolo. Platone ovviamente è avverso a questo tipo di propaganda.

25d

Racconto di Atlantide che si è inabissata, e le acque dove si trovava - dopo le Colonne d’Ercole - non sono più navigabili. Ma a cosa serve questo espediente? A giustificare il fatto che di questo racconto non ci sono più tracce. Qui finisce la storia.

Fin qui era quello che diceva Solone, qui Crizia riprende la parola e commenta quello che ha detto.

25e

Crizia cerca di stabilire un parallelismo con il discorso tenuto su Kallipolis da Socrate il giorno prima.

26a

Crizia si giustifica, dicendo che si è ricordato i dettagli del discorso di suo nonno solo dopo, e ha dovuto un po’ rifletterci.

26b

Qui un lettore positivo di Crizia vede in un suo progressivo ricordare un percorso di reminescenza.

Invece la lettura negativa: la reminescenza non funziona con tutte le cose; è il metodo che Platone indica come quello che ci consente di riavere una conoscenza delle intellegibile, delle idee. Non è una vera reminescenza; lui applica questa idea al racconto del nonno, non delle idee.

Poi continua a difendersi preventivamente: o si è dimenticato qualcosa del discorso di Socrate del giorno precedente, o non ha ascoltato Socrate con sufficiente attenzione.

Si è anche contraddetto perché ha appena detto che ha passato tutta la notte a cercare di ricordarsi.

26c

Pittura encaustica: una pittura che fissa le cose con la bruciatura. Qui il racconto di Crizia si fa un po’ confuso.

26d

Qui Crizia sta stabilendo un parallelo tra il racconto di Socrate e la sua storia, dandogli una verità storica. Sta storicizzando Kallipolis. Facendo ciò, si sta mettendo in competizione con Socrate.

In secondo luogo, Kallipolis è un paradigma in cielo (Repubblica): in Platone il paradigma è superiore alla concretezza, in quanto paradigma, in quanto astratto. Mythos > Logos. La formulazione filosofica razionale non-storica è superiore. Qui Crizia sta invertendo l’ordine delle priorità di Platone, cercando di portare nella storia quella che è fondamentalmente un’idea. La struttura ideale sarà sempre migliore.

26e

Socrate sembrerebbe lodare il discorso di Crizia. Ci troviamo invece davanti a un classico esempio di ironia socratica.

In qualche modo finanche maestoso: lo sta praticamente prendendo in giro. Pammega pou - pammeg composto da pan + mega, e quando Platone usa dei composti con pan + aggettivo, secondo alcuni studi starebbe prendendo in giro

Giudizi sul discorso di Crizia

Può essere giudicato in vari modi:

27a

Crizia sta “dando le carte”, ha iniziato a parlare per primo e organizza lui il discorso. In realtà qui è come se Platone stesse organizzando lui il discorso, come se stesse rompendo la quarta parete.

Una chiave di lettura dell’intero Timeo dell’atteggiamento di Platone è quella che lui si vuole presentare come un demiurgo di discorsi.

Crizia presenta Timeo, e afferma che parlerà della generazione del cosmo fino ad arrivare alla generazione degli esseri umani. Questo discorso ha un valore molto preciso, in quanto il Timeo seguirà proprio questa struttura: secondo un ordine logico, prima il mondo viene creato, poi riempito dei viventi più importanti degli esseri umani - gli astri - e poi gli uomini. C’è un ordine, un’idea di esposizione del discorso.

Qui ci sono altre due cose interessanti che ci aiutano a capire meglio la figura di Crizia.

  1. Crizia connota Timeo come esperto di astronomia; tuttavia per Platone l’astronomia non ha una connotazione del tutto positiva; tuttavia Crizia non vede questa cosa e pensa all’astronomia come alla scienza più esatta possibile, ma in un certo senso degradando lo status di Timeo. Per lui però non c’è nulla oltre all’astronomia.

  2. La scienza della natura viene accostata all’astronomia.

La natura è uno dei temi più importanti della ricerca presocratica. Il punto di Crizia non è solo non essere capace di andare al di là delle cause del mondo fisico; ma la sua indagine è legata a un mondo molto preciso, quello dei presocratici. Crizia sta identificando Timeo non solo come l’astronomo massimo, ma anche come il migliore dei presocratici.

Che messaggio ci vuole dare Platone con questa affermazione qui?

27b

Crizia parla molto lungamente del discorso che poi, molto dopo, farà.

Il riferimento di Socrate al banchetto è una composizione ad anello rispetto all’inizio, dove avevamo trovato la stessa espressione.

L’invocazione agli dei, sempre nel discorso di Socrate, è un riferimento al fatto che il suo poema sulla natura rispetta i canoni delle opere sulla natura precedenti. L’opera di Parmenide, ad esempio, si apre, come Omero e come Esiodo, con l’invocazione alla divinità.

Altre analogie: i poemi sulla natura precedenti hanno una parte antropologica ed etica; anche il Timeo ce l’ha.

Proemio di Timeo

Parti:

  1. invocazione e propositio thematis
  2. distinzione asimmetrica tra intellegibile e sensibile - necessità di una causa artigianale per il sensibile
  3. viene dedotto il fatto che il cosmo sia generato da un modello
  4. statuto epistemologico del racconto

27c

Timeo propone l’idea per cui farà dei discorsi. Mentre Crizia ha opposto in modo molto netto racconti e discorsi, da Timeo vengono organizzati in modo più o meno interscambiabile. Non c’è una rigida distinzione possibile tra il mito (che riguarda l’immaginario) e il discorso (che riguarda la realtà). Platone invece usa uno strumento argomentativo rigoroso ma che prescinda dalla storicità. Vuole farci capire che ciò che produce è una formulazione filosofica più alta del mythos e del discorso.

Tema: discorsi che riguardano l’universo, discorsi che riguardano la sua generazione, oppure in che modo è ingenerato.

Vari significati di gignomai

Il cosmo ha genesis, alla luce dei vari significati del verbo gignomai (vedi a p. 10 del syllabus) può essere inteso in 2 modi:

  1. Il cosmo c’e sempre stato e diviene.
  2. Il cosmo ha generazione, e prima non c’era.

Questo è uno dei problemi principali del Timeo, e attraverserà tutta l’opera. Ma per Timeo in questo momento, non è un problema molto grave, perché lo dice. Non sembra essere la domanda centrale. Dice: in che modo il cosmo ha avuto generazione, se ha avuto generazione, in che modo è ingenerato se è ingenerato. Il punto principale è in che modo.

Ricordati che Platone vuole presentarci le due opzioni come mutualmente esclusive: sta scoraggiando ogni tentativo di confondere le due soluzioni, vuole renderle massimamente distinguibili.

Darà comunque una risposta subito nel prologo: a 28b: l’universo ha avuto generazione. Quindi, alla luce di tutte le osservazioni che abbiamo fatto, cosa deduciamo su questa benedetta generazione dell’universo?

  1. Che Timeo sa come funziona questo processo e sta dirigendo la narrazione
  2. Se questo processo di generazione c’è stato, è sicuramente qualcosa di diverso alla non-generazione e ad un processo continuato nel tempo di divenire - perché usa il perfetto, che indica un’azione che si è conclusa.

Timeo invoca agli dei perché si possa produrre un discorso corretto per loro, che sono già dei giudici; poi anche loro saranno giudici a un livello più basso - su tutti Socrate, come aveva detto Ermocrate in precedenza.

Ma quali potrebbe essere le divinità , i dei e le dee, tenute a giudicare questi discorsi?

Il fine di Timeo è quindi quello di dire cose verificate dalla divinità, cose vere sul cosmo e sulle idee.

A Timeo interessa fare un discorso degno delle divinità a cui si sta affidando, al contrario di Crizia, che aveva come fine convincere i propri interlocutori.

Molti sostenitori della lettura metaforica cercano di trovare nel testo delle prove per sostenere la loro interpretazione:

Ci sono margini per entrambe le letture. Questa disputa non è ancora risolta ed è iniziata addirittura nell’Accademia.

28a: uso copulativo del verbo essere

Cos’è ciò che è sempre e non ha generazione

Cos’è ciò che è sempre e non ha generazione? L’intellegibile, cioè le idee. Qui il verbo essere ha un uso copulativo, in cui il verbo essere qualifica il soggetto.

Vari studi hanno indicato che in Grecia fino ad Aristotele l’uso copulativo è dominante.

Ciò che è sempre è ciò che è se stesso sempre. Se provo ad applicare il senso esistenziale: ciò che non ha generazione , non esiste mai. E questo è falso.

Se accettiamo l’uso copulativo dobbiamo includere una piccola “interpretazione”: cioè che esiste è sempre ciò che è, quindi rimanda al significato intrinseco della cosa. Platone ci sta dicendo che le idee sono sempre autoidentiche, non mutano mai - e non hanno generazione. Iniziano ad essere ciò che sono, e non smettono di esserlo. L’identità dell’idea implica l’assenza di generazione.

Ciò che ha generazione e non è mai

Il sensibile non è mai ciò che è: è soggetto a un mutamento costante talmente forte da comportare che non è mai ciò che è. Ogni sensibile è sprovvisto di identità diacronica.

Cosa ci dice ciò sulla nozione di generazione? Che il sensibile è generato continuamente. Platone sta dicendo che il sensibile si rigenera in ogni momento come qualcosa di diverso. Attenzione, non si tratta di un divenire; si tratta di un succedersi di stati ontologici. Tutto ciò comporta che non posso conoscere il sensibile.

Ciò che non è stabile, posso percepirlo con i sensi, ma non c’è nessuna essenza da cogliere in ciò che muta costantemente.

Dalla separazione ontologica tra sensibile e intellegibile viene tratto il fatto che il sensibile abbia generazione; e se qualcuno ha generazione dovrà esserci necessariamente una causa.

Tutto ciò che è generato può essere spiegato in termini di causalità lineare, ma se è generato, affonderà le sue radici in qualcos’altro - cioè nell’intellegibile, a un livello ontologico superiore. Per capire la struttura ontologica, è necessario dunque individuare un livello ontologico superiore.

28b

L’artefice

Subentra la figura di un artefice, un demiurgòs, un artigiano. Qui Platone usa artigiano non perché voglia invocare il Demiurgo, il suo Dio, ma quella di artigiano è solo una delle caratterizzazioni del suo Dio.

Un artigiano guarda un modello. Il modello dell’artefice deve essere quello ontologicamente superiore, cioè il mondo delle idee.

Tipico argomento eternalista - di Aristotele e degli epicurei

Ma se il demiurgo agisce, allora è nel tempo. Anche se è fuori dal cosmo. Incorre in dei cambiamenti insomma. La risposta possibile: un demiurgo divino è fuori dal tempo.

Ma il demiurgo dove si colloca tra le idee e il sensibile?

Qual è il suo status ontologico? Dentro l’intellegibile, o dentro il sensibile? È un discorso molto complicato. Forse a metà? È un oggetto diverso dalle idee, e non ha tanto senso pensarlo sopra o sotto. Non è detto che il demiurgo non possa essere una divinità intellegibile, diversa dalle idee. Questo nostro modo di ragionare per livelli è un’eredità del neoplatonismo.

Il demiurgo realizza forma e capacità delle idee

Forma: ne realizza la forma facendo sì che l’intellegibile sia causa formale del sensibile. Capacità: realizza le capacità che le idee, in quanto idee, hanno: capacità di comunicazione. Questo fa sì che ogni sensibile si realizzi nella partecipazione di più idee al suo interno. Il modo in cui l’intellegibile si esplica è il modo migliore, grazie al demiurgo. Grazie a lui tutto è il più perfetto possibile.

Ma il demiurgo accende le idee?

No. Obiezione letterale: Il demiurgo è comunque fuori dal tempo. Non c’è un momento in cui lo fa, un prima o un dopo. Realizza in modo finalizzato le capacità dell’intellegibile.

Perchè il Dio deve essere un artigiano?

Il fatto che sia bello implica una tendenza teleologica a un’organizzazione corretta. Ma perché tutto ciò dovrebbe richiedere la presenza di un Dio artigiano? Perchè in Grecia la figura del buon artigiano porta con sè le nozioni di

Esercita un’attività non meccanica di organizzazione delle idee, volta al bene.

La domanda che bisogna porsi

Il cosmo esiste da sempre, o avuto generazione a partire da un principio?

La domanda, da come è posta, orienta verso una lettura letterale o metaforica? È ancora ambiguo - principio significa sia principio ontologico, causa, che inizio temporale.

Ha più senso leggere una dimensione temporale della domanda, perché a livello ontologico lo ha già chiarito prima - il cosmo esiste a partire dal principio delle idee.

28c

Il cosmo ha avuto generazione; ha avuto un corpo, ed è dunque soggetto a percezione.

gegonen stabilisce come vanno tradotti in questo testo tutti i composti di gignomai: genesis, ginomenon, ecc. È evidente che Platone voglia dare la stessa coloritura semantica a tutti questi termini, in quanto composti della stessa parola.

I sostenitori della lettura metaforica pensano che genesis possa significare divenire. Il punto è che se sostituiamo divenire il testo non ha più senso: se abbia avuto divenire a partire da un certo principio. È quindi quasi sicuro che significhi generazione. Abbiamo a livello letterale una risposta molto chiara: il cosmo ha avuto generazione - con il cosmo nasce il tempo: questo implica che probabilmente ci sarà una causa generatrice.

Ripresa argomento onto/epistemologico

Poi riprende l’argomento onto/epistemologico del proemio: ciò che si coglie con ragionamento si coglie con l’intelletto; ciò che ha generazione si coglie con percezione/opinione. Segue che il cosmo ha generazione, perché si percepisce.

Pater kai poietes

Timeo aveva anche detto che tutto ciò che ha generazione ha generazione grazie a una causa. Insiste poi sull’artefice, che è padre e produttore: pater kai poietes.

Qual è la differenza tra queste due dimensioni?

Platone sta trasferendo delle caratteristiche del padre sul figlio: la bontà, l’intelletto, l’ordine, la produttività, perché il cosmo è produttivo. Tra il cosmo e il demiurgo c’è un rapporto estremamente stretto.

Ma nell’ontologia platonica standard, il cosmo è più simile alle idee. Come si risolve questa contraddizione?

  1. Soluzione utilizzabile in chiave temporalista ed eternalista. Il cosmo somiglia all’intellegibile, e somiglia sia al Demiurgo sia alle idee, ma in due sensi diversi: alle idee come la copia somiglia un modello; al demiurgo come un figlio somiglia al padre. Una volta che ho stabilito la dipendenza ontologica ci posso lavorare dentro.
  2. Soluzione metaforica: il demiurgo coincide con le idee.

Epistemoaskeatanasia: immortalità per costruzione Come ogni artigiano fa in modo che le sue opere non vengano distrutte ,l’artigiano divino farà in modo che il suo prodotto non sia distrutto.

Trovare il padre è un’impresa, e pur avendolo conosciuto è impossibile comunicarlo a tutti.

29a: se il demiurgo è buono allora si è ispirato alle idee, non al sensibile

Il costruttore - l’idea dell’artigiano viene spinta ancora in modo molto forte.

Ma se il demiurgo osserva un modello, il modello è generato o intellegibile? Dove sta sto modello? Può essere dello stesso livello ontologico di ciò che genera? NO.

  1. Se ammettiamo che l’unica cosa che ci sia di generato sia il cosmo, non potrebbe ispirarsi a nulla di precedente.
  2. Se invece si sta ispirando a qualcosa di già generato, il cosmo non sarebbe la più perfetta

Possibili soluzioni.

  1. Questo sarebbe un modello morale per noi. Per noi invece sarebbe possibile, ogni volta che facciamo qualcosa, basarci su qualcosa di generato.
  2. Platone in realtà qui sta enfatizzando il fatto che il cosmo è stato generato sulla base di un modello ingenerato. Questa cosa in realtà la sappiamo da tempo: la prima assunzione, la prima ipotesi - non dimostrata - di Timeo era la divisione tra l’intellegibile, che non ha generazione, e ciò che è sensibile ed è generato.

Conclusioni: necessariamente il demiurgo guarda, nella sua opera creativa, a qualcosa di intellegibile. Se io accetto che ci sia un demiurgo del cosmo, ESISTE un modello intellegibile sulla base di cui questo è stato creato.

Il demiurgo è la migliore delle cause

Un altro punto su cui si buttano a pesce i sostenitori della letteratura metaforica. Qui Platone sembra stare letteralmente dicendo che il demiurgo è un’idea.

È invece possibile leggerla come causalità artigianale: finora la nozione di causa è stata attribuita solo al demiurgo, ma si è ugualmente parlato delle idee come paradigmi. Sta in qualche modo confermando che il demiurgo è la migliore delle cause artigianali - cioè il migliore artigiano, perché guarda direttamente le idee.

29b: l’ultima parte del proemio di Timeo, in cui ci spiega la natura epistemologica di quello che andrà a fare.

Principio epistemologico

Per i greci, ma soprattutto per Platone, lo standard epistemologico che il discorso deve avere dipende dall’oggetto del discorso. L’episteme si dà solo nelle idee. Platone ci sta parlando proprio dei discorsi specifici.

Timeo continua a parlare di quello che farà come di discorsi.

eikon e eikos

I discorsi devono essere inconfutabili e invincibili nella misura in cui è possibile per un discorso essere inconfutabile einvincibile. Non c’è una perfetta coincidenza tra discorsi e oggetti: un conto è quando il nostro intelletto coglie un’idea, altro è quando proviamo a parlarne, c’è uno scarto.

Ma se parlate delle idee nel modo corretto, i vostri discorsi saranno inconfutabili al massimo grado.

I discorsi che sono interpreti di ciò che è prodotto secondo l’immagine di quel modello, proprio perché si tratta di una immagine (eikon) (simile), è necessario che siano verosimili (eikòs).

Il discorso che riguarda le immagini deve essere verosimile. Nel testo greco i due termini sono accostati.

Il fatto che il mondo sia un’immagine, ok.

Discorsi verosimili

Ma cosa significa che i discorsi siano eikos?

eikos può voler dire:

Il fatto i discorsi sul cosmo sono verosimili, parziali e potenzialmente errati ha incoraggiato letture scettiche (non si può conoscere nulla del sensibile) e metaforiche (eikos).

Interpretazione di uno che ne sapeva

Secondo uno studioso importante importante importante, eikos non sarebbe negativo. Significherebbe ragionevole/reasonable, frutto di un ragionamento pratico.

Se io devo cercare, infatti, con un ragionamento sull’eikos, sull’immagine, il miglior ragionamento sull’immagine sarà quello di chi produce l’immagine, cioè del demiurgo. Il ragionamento che dobbiamo fare deve essere il più simile possibile al demiurgo.

Se io parlo delle idee, quale standard epistemologico avrà il mio discorso, verosimile o stabile? Stabile!

Ma se io parlo delle idee, è tutto vero, ma non tutto certo.

Works of reason

Generazione del corpo del cosmo

29d

Questo per dire che i discorsi non hanno in tutti i punti lo stesso livello di certezza o incertezza; di volta in volta starà a noi capire quando Timeo ci sta credendo molto o no.

Non è escluso che ci siano discorsi verosimili grandi quanto i suoi, ma è escluso che ci siano discorsi buoni più dei suoi.

La parte soggetto a variabilità è quella meno forte dal punto di vista epistemologico.

29d-30c

29d

Socrate valuta il discorso di Timeo positivamente - e lo chiama Timeo - da qui la denominazione proemio di Timeo.

Il riferimento al canto è all’opera poetica dell’epica e dei presocratici, i predecessori di Platone.

Ancora, Socrate non si pone in modo dialettico, ma accoglie il racconto, incoraggia attivamente Timeo. È un caso rarissimo: solo con Timeo e con lo straniero di Elea Socrate non ingaggia una discussione dialettica.

29e Aitìa e Aìtion

Viene introdotto Il demiurgo - che è già stato introdotto come la causa artigianale dell’universo.

Aitìa e Aìtion significano entrambi causa, ma con una piccola differenza. Qui Platone usa aìtia. Aition sarebbe la cosa che agisce, mentre Aitìa sarebbe invece una ragione, una spiegazione

Qui quindi o Timeo si sta chiedendo per quale ragione il demiurgo ha composto l’universo, ovvero cercando una spiegazione logica a questa opera creatrice. Oppure potrebbe chiedersi qual è la causa metafisica che ha portato Platone a fare ciò.

La ragione per cui il demiurgo fa ciò che fa è perché è buono. Ma cosa rende qualcosa buono? La partecipazione con l’idea del Bene, un oggetto metafisico forte. Per questo è preferibile tradurre con causa, perché tutto ciò che fa il demiurgo è fatto a causa dell’oggetto metafisico “Bene”.

Bene, volontà, intellettualismo etico

La bontà del demiurgo si riflette nella volontà. C’è una coincidenza tra essere buoni e volontà, tra idea del bene e agire. Ma perché per Platone volere correttamente, significa volere il bene? Per l’intellettualismo etico- o attraenza del bene: nessuno è malvagio o fa il male volontariamente. L’unica cosa che sappiamo del bene è la conoscenza.

Questo passaggio non si dà in termini psicologici, ma esclusivamente cognitivi. Se il demiurgo non conoscesse il bene, non potrebbe agire correttamente come causa demiurgica.

Visto che sa tutto, vuole che le cose assomigliano a lui. Qui torniamo al problema del rapporto tra demiurgo e idee. Questo passo è stato spesso letto dai sostenitori dell’intepretazione metaforica: il demiurgo fa allora quello che fanno le idee.

Imperfetto e aoristo

Il demiurgo era buono - azione durativa nel passato, e volle - aoristo - azione puntuale. Perchè questa alternanza? Era buono indica una condizione permanente - anche se il demiurgo è atemporale, quindi è intrinsicamente buono - ma volere la generazione indica proprio quel momento in cui il demiurgo entra in comunicazione con il cosmo - il demiurgo è sempre atemporale, quindi per lui non cambia nulla, ma per il cosmo cambia.

Tutte le volte che Platone dice come è il demiurgo, usa l’imperfetto. Quando descrive l’azione del demiurgo, usa l’aoristo. Questo va a sostenere l’intepretazione letterale, e non metaforica.

30a

Nessuno scetticismo

Timeo dice che, se ascoltato correttamente, il discorso di Timeo si accoglierà in modo assolutamente corretto. Perchè? Sta descrivendo la generazione, ovvero la descrizione della causalità delle cose sensibili, rispetto all’intellegibile. Non c’è nessun dubbio, nessuno scetticismo. C’è un grande investimento sulla verità e sulla saldezza di quanto viene detto.

Il cosmo è una copia imperfetta dell’intellegibile, per la sua stessa natura di oggetto nel mondo sensibile.

Il precosmo

Prima che intervenga il demiurgo, c’erano già corpi formati e sensibili, che si muovono in un modo disordinato.

Il disordine è il precosmo - tutto ciò che era visibile? Cosa significa? È comunque visibile perché:

Guidato dal pensiero

È importante che il demiurgo sia guidato dal pensiero: ogni sua azione dipende da un ragionamento, da un contatto con l’intellegibile.

Bello e buono - per Platone sono inscindibili: il bello non ha soltanto un valore estetico, ma anche organizzativo. Se il demiurgo è massimamente buono, non può non riprodurre ciò che è massimamente bello.

Secondo il discorso di Timeo, se negassimo l’esistenza del demiurgo, negheremmo la nostra fiducia nel fatto che il cosmo sia massimamente bello.

30b

Tutto ciò che è generato in modo buono, implica che ciò che l’ha generato abbia un’anima, e non si dà intelletto senza un’anima. Il demiurgo ha un intelletto, dunque il demiurgo ha un’anima. E siccome non ci sono anime nel mondo intellegibile, il demiurgo finirebbe per essere l’intelletto dell’anima cosmica. Questa visione è stata supportata da molti sostenitori della lettura eternalista: il demiurgo sarebbe la metafora dell’intelletto dell’anima cosmica, che genera il cosmo dall’interno.

Obiezioni:

  1. Solo tra i viventi nessuna opera si dà a partire da ciò che per natura è visibile che sia. Questo si applica solo agli oggetti creati del cosmo, non all’intelletto divino del demiurgo.
  2. L’anima è comunque un’anima e non un intelletto
  3. Se io affermo che non si dà intelletto senza anima, do la priorità all’anima. Il demiurgo sarebbe così una sorta di proprietà emergente dell’anima, ma qui sta invertendo le priorità del demiurgo rispetto all’anima.

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Conseguenze di questa visione:

  1. Se io accetto questa visione, si perde l’orientamento teleologico.

Lettura più estrema: lettura personale del demiurgo

Non è vero che il demiurgo è l’intelletto o l’idea dell’anima cosmica, ma è un Dio personale-intellettivo. I sostenitori della lettura metaforica/eternalista obiettano che Platone non avrebbe mai creato un Dio personale.

Il demiurgo è prima di tutto un intelletto divino, che guarda le idee e vuole produrre nel bene. Una volta che ho trovato l’intelletto divino, non ho bisogno di un Dio personale.

Il demiurgo compone questo intelletto, e questo sarebbe l’anima cosmica. Il demiurgo quindi non può essere lui stesso l’anima cosmica.

30c

Il cosmo ebbe generazione a causa della provvidenza del Dio: intelletto, bene, volontà coincidono nella sua opera creatrice.

Lezione 11: Host lecture - Franco Ferrari

Il demiurgo si serve di un modello eterno e riproduce i caratteri del modello nella chora.

Ma questo schema teorico che èprevede che la natura iconica dell’universo dipenda dall’attività di un artigiano divino non è pervasivo; ci sono dei punti nel testo dove non si trova il richiamo al demiurgo. Oggi quindi faremo un percorso teorico e testuale che consenta di svincolare la natura iconica del cosmo dal ruolo che esercita il demiurgo.

È possibile che il cosmo sia un’immagine, di una copia di un archetipo eterno, senza richiedere la presenza di un demiurgo? Lui sostiene di sì.

T1

IL T1 riguarda una distinzione che Platone opera per bocca dello straniero di Elea, nel Sofista. Il sofista appartiene alla dimensione dell’imitazione; è quello che imita delle copie, che sono simili a qualcosa ma non sono veramente qualcosa. Sono delle opere di distorsione.

Lo straniero individua due forme di tecnica mimetica:

Se il cosmo è un eikon, cioè una immagine, non può che appartenere alla classe delle immagini che hanno un valore positivo. Il cosmo rispetta i requisiti di lunghezza, larghezza e profondità previsti dal sofista.

T2

Lo straniero chiudo il suo discorso rispetto alle immagini.

L’unica assunzione che fa: l’unica immagine, quella positiva, è sempre su un archetipo, che si colloca su un altro piano ontologica.

La relazione iconica accettabile per Platone è la relazione tra un archetipo trascendente e una copia che appartiene ad un livello inferiore. Ciò determina che la relazione non sia di uguaglianza semplice, ma la copia è resa simile.

T3

La seconda relazione descritta costituisce una versione metafisica del principio di causalità:

il generato implica una causa.

T4

Platone risolve una questioni prioritaria rispetto alla ricerca che si appresta a fare.

Se Timeo ha sottoposto gli enti a ciò che diviene, e al principio di causalità, a questo punto deve stabilire se l’oggetto del suo discorso, cioè un’immagine, appartenga all’uno o dell’altro genere.

L’universo appartiene a ciò che è sempre o ciò che diviene?

Ha avuto generazione - è un ente che diviene.

Il cielo ha un corpo, ha un soma - il possesso di un soma ne determina la percettibilità e la possibilità di essere generato. La corporeità dell’universo ne determina la natura di ente in divenire.

T5

Non è detto che l’esposizione sia vera per la natura iconica e generata dell’oggetto; il discorso non potrà ambire alla verità, ma limitarsi nel migliore dei casi alla verità sensibile, rispettando determinati requisiti.

Conclusioni finora:

Rispetta quindi i requisiti di tekne e ikastike del sofista.

Il racconto di Timeo è costruito su due registri fondamentali:

Questi caratteri vengono ricondotti all’artigiano, che agisce in vista di un fine: il bello.

Ananke

Ma a un certo punto del suo discorso Timeo si rende conto che il richiamo a una sola realtà eziologica - quella del corpo - non è sufficiente a spiegare la natura del corpo. Occorre postulare l’esistenza di un secondo tipo di causa, che Timeo chiama ananke, cioè necessità. L’insieme dei fattori cinetici che si oppongono all’attività artigianale. Questi fattori non sono riconducibili all’attività del demiurgo.

T6

Timeo qui ha già stabilito l’esigenza di introdurre un’altro tipo di causa. Ribadisce la natura mimetica del cosmo generato.

Qual è la caratteristica fondamentale del terzo genere, cioè della chora? Secondo lui la chora è una metafora, uno dei termini a cui Timeo ricorre per descrivere la funzionalità di questo terzo genere, che lui stesso definisce difficilissimo da descrivere ed essenzialmente aporetico.

Timeo si appella dunque alle immagini, ma associa il terzo genere alla chora, ma anche ad un ekmageion, e una serie di altre immagini (metaforiche).

L’aspetto più importante di questo terzo genere è la sua funzione ricettiva. Platone lo definisce Pandekes, cioè ricettacolo universale. T7 e T8 ci danno un’idea della funzione di ricezione, di altro da sè, del terzo genere, che gli consente la produzione determinata dalla natura delle cose, cioè dei corpi fisici, estesi nello spazio e nel tempo.

T7

Il ricettacolo funziona come uno specchio di proiezione tridimensionale, che trasforma le immagini che riceve - che non sono tridimensionali - e le trasforma in entità tridimensionali.

Platone fa un elenco delle realtà che esistono, secondo lui logicamente, secondo altri temporalmente, alla nascita del cielo.

La genesis è il prodotto dell’incontro delle idee e dello specchio di proiezione.

Come funziona sta proiezione

Un processo di accrescimento dimensionale e di riduzione ontologica. All’aumento delle dimensioni, diminuisce il valore ontologico. Le idee sono inestese, ma sono più essenti delle cose ordinarie.

Poi c’è anche una relazione verticale: il modello è l’archetipo, perché si colloca su un altro piano rispetto al prodotto, e in questo senso rispecchia il requisito di asimmetria della relazione tra modello e coppia tipico di Platone.

La chora, il terzo genere, è insieme una relazione, ma anche una riduzione. È ciò che rende possibile la trasformazione in un toiouton, cioè nella qualità.

Questo telefono non è un individuo metafisico autonomo, ma una qualità dello spazio-materia. La chora consente la trasformazione di un’idea stabile in un corpo che è un toiouton, ossia una qualità del ricettacolo.

T10

Secondo Aristotele Platone si serviva di una distinzione tra ciò che può esistere e viene prima, e ciò che non può esistere e viene dopo.

Lui crede che non ci sia un momento che dà inizio al tempo, cioè in cui nasce l’universo. L’universo è sempre esistito. La chora è uno deti fattori che ne determinano l’esistenza.

Abbiamo detto che il cosmo è un vivente, dunque deve avere un’anima. Se ha un’anima, deve avere un intelletto.

30c

Cosa sta rivendicando Timeo - come autore di un discorso verosimile - dicendo seguendo nell’ordine? Che sta portando avanti un discorso con un ordine

Nella prima parte di 30c Timeo aveva affermato che

Solo dopo avere detto che il cosmo è un vivente possiamo dire a quale vivente è simile; il discorso di Timeo sta quindi seguendo una logica.

Non degradiamo il cosmo a qualcosa che è una parte dentro la moltitudine (che sia in forma di parte). Se il cosmo è quindi copia dell’intellegibile è impossibile che corrisponssolo a una parte dell’intellegibile. La sua causa non potrà essere meno completa (teleios) della copia.

Il cosmo sarà invece simile a ciò di cui sono parti tutti i viventi, ovvero l’intellegibile nel suo complesso.

L’intellegibile è ciò di cui sono propri come parti tutti i viventi secondo unità e secondo generi: nel Timeo non si parla dell’ontologia dell’intellegibile, perché sarebbe fuori tema. Ma perché sarebbe fuori tema? Perchè un racconto verosimile può parlare dell’intellegibile nella misura in cui ha un’interazione causale con la realtà. Non si può parlare direttamente dell’intellegibile. L’intellegibile è costituito dalle ramificazioni dialettiche delle idee - i generi sommi. L’intellegibile va dunque concepito come qualcosa cui è intrinseco il movimento dialettico, c’è un movimento costante e allo stesso tempo un’identità dell’idea con se stessa. Ma le idee comunicano anche tra di loro, tutto il tempo. Ogni idea è allo stesso tempo un’unità, e in relazione con tutte le altre idee. Sono in una rete di relazioni e possono essere concepite come totalità.

Secondo il significato di questa frase, anche le idee sono dei viventi a loro volta. Cosa può significare tutto ciò? Le idee sono caratterizzate dal movimento, da un movimento noetico. Le idee sono sempre in movimento e in interazione.

T2: la vita dell’intellegibile

In T2 emerge l’unità di ciascuna idea in se stessa e la complessità dei rapporti tra tutte le idee. Ogni idea è uguale a se stessa e diversa dalle altre; non tutte le idee comunicano tra loro (quiete), ma le idee hanno come loro principale caratteristica quella di muoversi.

30d

Qual è la struttura del cosmo dunque? Una struttura olistica ma non omeomera. Nella merologia - l’ontologia delle parti - si danno due esempi di composizioni di parti: le parti omeomere - ad esempio in un mucchio d’oro, dove la parti sono qualitativamente identiche e quantitativamente diverse (un insieme omeomero viene chiamato un tutto). L’insieme non omeomero è invece formato da parti diverse tra loro a livello qualitativo. Le parti del volto sono diverse l’una dall’altra, ma il volto è la totalità di queste parti.

Il vivente intellegibile è il modello della struttura olistica. Qui Platone sta dicendo che la proprietà in comune tra il vivente intellegibile e il vivente non intellegibile è la loro struttura olistica non omeomera.

Ma quando un’idea causa una proprietà, trasferisce una qualità al sensibile, non una sua proprietà strutturale. Ma in questo caso l’essere una totalità non omeomera è una proprietà non strutturale, l’intellegibile sta trasferendo al sensibile una sua proprietà (non?) strutturale.

Ma il problema è che Platone ci ha appena detto di considerare come modello tutti i modelli intellegibili, non solo un’idea, per quanto ampia.

Cosa ha detto Celeste? Il demiurgo qui gioca ancora un ruolo fondamentale. Tutto il passo è costellato di riferimenti a colui il quale compose questo cosmo - e sappiamo che il demiurgo agisce in modo provvidenziale.

Il punto del passo quindi è questo: in che modo il demiurgo può aver reso in modo strutturalmente perfetto il mondo sensibile? Il demiurgo sta riflettendo sulla struttura del sensibile. Deve strutturare l’universo guardando il modello migliore, completo, non parziale. Il demiurgo, in quanto è buono, per dare una struttura alla copia, deve guardarre al modello intellegibile.

Le idee quindi sono un insieme olistico non omeomero. Il mondo dei viventi sensibili pure.

Cosa ci garantisce che questa struttura dell’intellegibile sia trasferita al sensibile, e che quindi sia il migliore dei mondi? Il demiurgo è la causa che garantisce questo corretto trasferimento, cioè che l’ordine dell’intellegibile corrisponda a quello del sensibile.

Ogni idea, comunicando con le altre, è essa stessa un vivente.

Ci sono due strade in questo meccanismo: l’intellegibile o trasferisce una qualità o trasferisce una struttura Il sensibile è costruito sul modello del vivente intellegibile.

In alternativa, l’idea del vivente trasferirebbe al cosmo la proprietàdi vivente, come l’idea del giallo trasferisce l’idea del giallo.

La causa per il cosmo di essere un vivente è che è tutto l’intellegibile in quanto vivente ad essere causa di questa struttura.

L’idea della struttura potrebbe non essere replicata in modo perfetto. Il demiurgo invece garantisce che la qualità sia trasferita al mondo sensibile in modo classico. Inoltre, nel cosmo sensibile sono presenti anche le cose non viventi, e questo non si può negare. Quindi non si potrebbe trasferire dall’intellegibile una struttura completamente vivente al sensibile.

Attenzione! Tutta questa roba non è tanto giusta

Leggi il ragionamento giusto qui sotto

RAGIONAMENTO GIUSTO

  1. l’idea del vivente rende il cosmo vivente come il giallo rende le cose gialle gialle. ma in questo modo il mondo sarebbe copia solo come una parte dell’intellegibile - il fuoco non è vivente. ma questo non è possibile.

  2. l’altra opzione è quella giusta. noi sappiamo che tutto l’intellegibile è a sua volta un vivente, fatto di idee vivente che si muovono in modo dialettico, e non fisico, allora io posso dire in questo che il nostro cosmo è basato sul modello intellegibile, la struttura olistica dell’intellegibile si replica nel mondo sensibile. non basta per fare questo la trasmissione di una semplice proprietà, ma serve un garante razionale che garantisca la perfezione di questa struttura: questo è il demiurgo.

31a

Il demiurgo ha trasferito dunque un solo vivente che li contiene tutti.

Qui si pone poi la domanda dei presocratici. I mondi sono infiniti, o è uno? Risposta: il cosmo è stato prodotto secondo arte con riferimento al modello, unico, dell’intellegibile.

Una dimostrazione basata sull’intellegibile sarà particolarmente salda perché si baserà sulle cause intellegibili, per l’appunto - non su teorie atomistiche o una osservazione empirica. Platonicamente, se voglio dire qualcosa di scientificamente fondato sul cosmo, dovrò cercare tra le sue cause, ovvero le idee.

31b

Se ci fossero due mondi, dovremmo ipotizzare la presenza di due mondi intellegibili; ma il nostro mondo sarebbe comunque perfetto, e dovremmo trovare il suo modello in un terzo mondo intellegibile, che li contiene entrambi.

Il cosmo è unico. Lo dimostra facilmente con questo ragionamento.

Abbiamo visto che il cosmo è vivente $rightarrow$ è composto da anima e corpo. Oggi iniziamo a lavorare sul corpo.

31b

Perchè Timeo afferma che è necessario che ciò che ha generazione sia visibile e tangibile? All’inizio del proemio, distinguendo i due grandi generi - ciò che è e ciò che ha generazione. Ciò che è - l’essere, le idee si coglie con l’intellezione, mentre ciò che è tangibile si coglie con i sensi. Qui sta aggiungendo un elemento.

Somatoeides: ciò che è della specie corporea. Corpo+specie. Non si tratta di un’idea in sè, ma descrive un insieme costituito da tutto ciò che porto. Nel greco questa frase è messa nell’incipit perché prima di Platone questo concetto non esiste. In qualche modo in Democrito ma non c’è una concettualizzazione filosofica di corpo.

Piccolo excursus su neologismi Platonici

La prima volta compare nel Fedone, dove si nota come Platone sia consapevole di creare un parola; Platone inventa non solo la disciplina della filosofia, ma anche un lessico. Altre volte i termini esistono già: che significa già forma - Platone lo usa per definire le idee.

Cosa definisce un corpo

Ma cosa definisce un corpo? Ciò che definisce un corpo è l’estensione. Per Platone la tridimensionalità effettivamente caratterizza un corpo, perché c’è almeno un altro oggetto tridimensionale che non è un corpo: l’anima cosmica.

Ciò che in definitiva caratterizza un corpo è la sensibilità. Un corpo è visibile e tangibile.

Il corporeo è tangibile (solido) e visibile

Solidità qui è inteso come resistenza al tatto. Il demiurgo per far sì che il cosmo avesse le caratteristiche del corpo ha lavorato sugli elementi che garantiscono rispettivamente tangibilità e visibilità: fuoco e terra.

Mancano due elementi: fuoco e terra. Serve inquadrare quindi fuoco e terra in un discorso più ampio che giustifichi la presenza di questi due elementi. Inizia quindi un ragionamento matematico, basato sulla necessità di un ordine superiore.

31c

Il cosmo deve essere bello perché il demiurgo è buono, c’è un’esigenza provvidenziale di rendere perfetto il cosmo.

Fuoco e terra devono interagire grazie ad acqua e aria

Nel cosmo fuoco e terra non sono staccati tra loro. Come faccio a farli stare insieme? Devo stabilire un qualche tipo di legame che li faccia interagire.

32a

Il legame tra gli elementi è giustificato da un rapporto di proporzione

Il legame che c’è in una proporzione è saldo perché posso produrre nuove proporzioni muovendo i termini al suo interno.

Platone vuole far sì che il corpo del cosmo sia unitario e coeso, perché deve essere il più simile possibile all’intellegibile.

Regola di Adrasto

Leggi nota tecnica su edizione Valla.

Io posso partire da una proporzione di base, che è un’uguaglianza, e facendo delle operazione tra quei 3 termini posso ottenere delle proporzioni. La proporzione è lo sviluppo di una sequenza di unità. Questa è una caratteristica della proporzione, o, come la chiamavano gli antichi, medietà specifica. Questo è il legame che garantisce la più grande unità e saldezza possibile. Si questo si basa l’ordine del cosmo.

32b

Tutto il cosmo è generato grazie ad una proporzione

Qui Platone introduce un’altra operazione matematica. Due solidi simili saranno in una determinata proporzione.

Ho bisogno che i solidi abbiano un corpo. Per mettere in proporzione due solidi ho bisogno di 2 medi proporzionali.

La saldezza di questo ragionamento trascende ogni tipo di osservazione. Il testo è pieno di necessariamente: il suo è un discorso formale di ordine logico e matematico.

Questi due medi saranno necessariamente i solidi.

Non è, come in Empedocle, l’amicizia il principio di ciò che salda gli elementi. L’aggregazione degli elementi è il frutto della loro struttura matematica. C’è un principio che ha messo insieme questi elementi, ed è il demiurgo.

Sembrerebbe che il demiurgo non serva

Questo legame tra gli elementi è dissolvibile solo dal demiurgo.

La proporzione come operazione è strutturalmente infallibile, e sembra che non ci sia bisogno di un garante che assicuri che la cosa stia effettivamente di un demiurgo.

Se io ammetto che gli elementi siano 4 quantità (tipo 1,2,3) , non ci vuole qualcuno che renda bella la proporzione - gli elementi sono già di per sè in proporzione.

Ma questi 4 elementi da dove vengono? Chi è che fa sì che gli elementi siano in questa natura tra di loro, in questa proporzione? il demiurgo. Eccolo lì il bastardo. Gli elementi sono stati fatti in proporzione tra di loro dal buon demiurgo, altrimenti non sarebbero così.

La composizione del cosmo coinvolge i 4 elementi nella loro totalità

Andiamo adesso a capire perché non ci sono elementi fuori dal cosmo.

Un termine interessante è dunamis, capacità- nel Timeo di solito significa proprietà degli elementi, tipo la proprietà del fuoco è scaldare.

  1. Perchè il cosmo ha creato un solo cosmo - e questo già lo sapevamo
  2. Perchè il cosmo non sia soggetto a malattia. (33a)

T1

L’intero è per definizione ciò di cui non manca nessuna parte.

Se il cosmo dunque è un intero, e l’intero è ciò che non manca nessuna parte, è impossibile che qualcosa sia fuori dal cosmo.

33a

Corpi esterni al cosmo produrrebbero malattia

Se ci fossero corpi esterni al cosmo, questi corpi produrrebbero malattia.

Questa legge riguarda tutti i viventi, e anche per gli esseri umani. Se prendo troppo freddo, mi ammalo.

Iniziamo a vedere emergere un aspetto molto rilevante: tra un vivente - l’essere umano - e il vivente cosmo c’è un rapporto macrocosmo-microcosmo. Il cosmo è un vivente che presenta le stesse caratteristiche di un vivente.

La causa per cui il demiurgo costruisce il cosmo e la sua bontà

Secondo un’altra intepretazione meno corretta, la causa sarebbe l’ordine matematico delle cose.

33b

L’universo ha una forma sferica

Perchè il regolare è infinitamente più bello dell’irregolare.

Il cosmo sferico riproduce la perfezione dell’intellegibile. L’intellegibile è perfetto perché comprende tutti gli intellegibili. Analogicamente, la forma che devo dare al sensibile è la forma che contiene tutte le forme tridimensionali - e questo è la sfera.

L’universo non ha organi di senso

Perchè non c’è nulla fuori di lui, quindi non gli servirebbero a niente.

Se non ha però questi organi di senso, cosa lo rende un vivente?

  1. L’anima
  2. La sua struttura: il fatto di essere una totalità non omeomera.

33c

La nutrizione del cosmo

Il cosmo si nutre di tutte le dinamiche di generazione e corruzione che hanno luogo dentro di sè. Come se digerisse queste dinamiche. Ma allo stesso tempo la causa per cui tutte queste cose si generano e si corrompono è il cosmo stesso. Il cosmo quindi in un certo senso genera queste dinamiche e si nutre di questi movimenti. Crea l’energia che poi torna a sè.

33d

Conseguenze

34a

Il cosmo non ha gambe nè piedi

Non gli servono perché ha il movimento più perfetto possibile, il movimento rotatorio. È perfetto perché torna sempre al punto di origine e non va mai in uno spazio diverso.

Ogni sensibile, al contrario, non ha identità diacronica, perché si muove nello spazio. Il cosmo mantiene invece la sua identità diacronica, perché non si sposta mai e ruota su se stesso.

Il cosmo (riassunto)

Manca l’anima.

È impossibile per Aristotele separare forma e materia. Il legame tra anima e corpo prevede che l’anima sia il corpo che ha vita in potenza.

L’anima fa sì che il vivente sia tale, ma non è l’attualizzazione del corpo.

Generazione dell’anima cosmica

34b

Questi sono i classici complementi tra una cosa e l’altra ma sono molto importanti. Platone ci sta dicendo: ok abbiamo finito di spiegare, queste sono le cose più importanti che abbiamo tirato fuori.

Qui ricorre il concetto di ragionamento, per 2 volte. Vuole rimarcare che senza il ragionamento del demiurgo è impossibile ricordare che il corpo è stato fatto in questo modo.

Il dio che è sempre è il demiurgo. Ovviamente questa espressione va a sostenere l’interpretazione eternalista: se il demiurgo è un dio che è sempre, è impossibile pensare che inizi a produrre in un certo punto del tempo.

Oppure, questo linguaggio, ciò che è sempre, ci rimanda alla distinzione iniziale tra ciò che è sempre, cioè l’intellegibile, e ciò che ha generazione. Tuttavia è tutto possibile che un dio generatore sia sempre mentre il cosmo è un dio che verrà a essere.

Un sostenitore di una lettura temporale legge circa un dio che un giorno sarebbe stato.

Altre cose importanti: - il cosmo è stato generato in modo perfetto - il cosmo è un Dio: questo segna una differenza abissale dalla tradizione giudaico cristiana

Essere un dio per un greco non è una caratteristica primaria non sono un Dio e quindi ho delle caratteristiche, sono buono, bravo, eccetera, ma ho delle caratteristiche quindi sono un Dio.

Intero e completo di corpi completi rimanda alla totalità, alla struttura olistica del cosmo rispetto all’intellegibile. Gli elementi del cosmo sono in proporzione aritmetica e geometrica, ed ha la forma di una sfera.

Possiamo identificare l’equilibrio nell’intellegibile nella struttura dialettica interna ad esso. L’intellegibile è equilibrato perché tutti i rapporti tra gli intellegibili sono esattamente come dovrebbero essere.

L’equilibrio dell’intellegibile è diverso dall’equilibrio del cosmo, non si trasmette esattamente nello stesso modo; quest’ultimo è un equilibrio spazializzato.

Il demiurgo prende l’anima, la mette al centro della sfera e la fa espandere all’interno della sfera, fino ad arrivare all’ultimo livello sferico, la superficie. Questa anima viene tirata fino ad avvolgere tutto il cosmo. L’anima è quindi ovunque - questo è il modo che ho per capire che l’anima è pienamente padrona dell’intero corpo.

Secondo questa narrazione io ho una sfera inanimata immobile, poi ci metto l’anima che inizia a volgere e prende autonomia.

È una cosa diversa da ciò che abbiamo visto ieri: ieri il corpo dello cosmo era già autosufficiente, girava, ecc.

Come si spiega questa contraddizione?

Niente tempo

Tuttavia sembra che sia fondamentale qui il tempo - il tempo è necessario perché c’è movimento. In questo caso infatti potremmo definire il tempo come una misura ordinata dettata dal movimento planetario. Senza i pianeti non c’è tempo. Quindi per ora il tempo non c’è.

Questo non implica che ci sia una successione di eventi cronologica, ma logica. Quindi non c’è il tempo.

Esempio: la sfera in quanto sfera è un oggetto geometrico perfetto è può, per esempio ruotare.

Se il cosmo in quanto cosmo gira su se stesso, significa che l’anima lo sta facendo ruotare.

34c: È successo tutto in un istante

Timeo sta indicando l’impossibilità di esprimere quello che il demiurgo fa in un istante. La sequenzialità deve essere letta in modo metaforico. L’anima è più presbys del corpo solo per il valore

Platone sta dicendo: Attenzione bro, non è che il demiurgo ha prodotto prima il corpo e poi l’anima. È successo tutto in un istante.

Vecchio: presbys in greco può significare sia più vecchio sia di maggior valore.

L’anima non è più giovane del corpo. Noi ne parliamo dopo perché viene dopo, ma non è piùgiovane del corpo. Sicuramente è di maggior valore. Noi dobbiamo inserirla dopo nel nostro discorso per un difetto della nostra ragione umana.

Si può leggere in due modi questa affermazione:

  1. Platone sta dicendo che i contenuti del mito non possono essere colti dall’intelligenza umana.
  2. L’altra possibile lettura è che è oggettivamente impossibile per chi usa un linguaggio naturale fare in modo che la propria esposizione coincida con le modalità con cui il demiurgo ha costruito il cosmo. Chi espone queste cose è vincolato alle leggi del discorso naturale.

Ci sta quindi dicendo, rispetto all’azione del demiurgo, che non possiamo concepire perfettamente l’azione del demiurgo perché il nostro racconto deve essere temporale e discorsivo, dianoetico mentre il demiurgo agisce in modo istantaneo e fuori dal tempo. E qui ritorna il discorso dell’aoristo che facevamo qualche lezione fa.

Tutte le azioni descritte in sequenza non sono quindi in una successione temporale. Accade tutto in un istante.

L’anima è migliore per virtù perché comanda sul corpo, e per generazione perché il corpo del cosmo, per quanto sia perfetto, ha dentro di sè dei mutamenti e delle generazioni. L’anima invece dentro di sè non contempla generazione, ed è completamente autoidentica.

35a: Come viene generata l’anima

Per prima cosa il demiurgo unisce l’essere indivisibile con l’essere divisibile.

Essere indivisibile

Non omeomero quindi struttalmente perfetto Non esteso spazialmente quindi indivisibile Autoidentico

Indivisibile non significa semplice

Essere divisibile

L’essere corporeo

Essere mediano

Ottenuta mescolando le due forme precedenti. Ha un terzo livello ontologico.

Identico indivisibile

Appartiene all’intellegibile. L’identico delle idee è un identico assoluto.

Identico divisibile

Appartiene al sensibile. Il sensibile è identico, ma in modo molto debole.

Identico intermedio

Diverso indivisibile

Appartiene all’intellegibile

Diverso divisibile

Appartiene al sensibile

Diverso intermedio

Un’essenza ontologicamente intermedia.

Così, il demiurgo si trova 3 oggetti. Prima li mischia tra loro, poi ci aggiunge l’Essere. Il risultato è un’essenza ontologicamente intermedia che presenta i caratteri di questi 3 oggetti.

Essere, identico, diverso sono 3 dei generi sommi del Sofista. Ne mancano 2: movimento e quiete non sono necessari per l’essenza dell’anima.

Dunque l’anima ha dentro di sè , a un livello ontologico intermedio, i generi sommi. Questo accade perché se partecipasse direttamente sarebbe incompatibile col sensibile, ma deve essere comunque a un livello ontologico intermedio.

Inoltre, l’anima del cosmo ha un intelletto, che pensa: un’anima nel mondo di Platone stabilisce un rapporto con le idee. La nostra anima però lavora soprattutto con i sensibili.

Insomma questo livello intermedio consente un rapporto con l’intellegibile e con il sensibile.

Caratteri ontologici dell’anima cosmica

Quali caratteri ontologici ha l’anima cosmica, contenendo essere, diverso, identico?

  1. Il fatto di essere
  2. Il fatto di essere identica a se stessa
  3. Il fatto di essere diversa da ogni altra cosa

L’anima cosmica da un lato è incorporea, dall’altro è estesa in tutto l’universo

Due punti fondamentali

  1. Perchè Platone ci dice che l’anima è spazializzata?

La sua spazialità le consente di governare il cosmo, cioè di essere in contatto con lui. Il problema resiste ancora nella filosofia contemporanea: come fa un oggetto inesteso ad avere un contatto con qualcosa di esteso?

  1. I sostenitori (e le sostenitrici!!!!!:):):)) della lettura eternalista trovano in questo passo delle cose che gli posso essere molto utili.

Cioè qui ci sta dicendo che il demiurgo sta prendendo dei pezzi di intellegibile e li sta mischiando con la realtà sensibile, cioè non tanto normale capito. L’anima è sempre esistita, il corpo è sempre esistito, e l’anima è mediata nel mondo fisico. È una metafora prendere un pezzo delle idee, perché l’anima è sempre stata così.

Risposta di un lettura letterale: siamo noi che tendiamo in modo sbagliato a pensare che il demiurgo prende un pezzo di intellegibile. Il demiurgo prende tutto l’essere. La nostra immagine è un modo per spazializzare l’intellegibile. L’intellegibile non ha parti. Quando dico che ne prendo una componente significa che ne colgo una dimensione ontologica.

Costruzione armonica dell’anima cosmica

In che modo il demiurgo lavora sull’essenza dell’anima.

35b

Abbiamo ottenuto i primi 3 numeri, e i loro quadrati, poi i loro cubi Individua prima i pari e poi i dispari.

Perchè Platone sceglie proprio questi numeri? Perchè è opportuno che il demiurgo divida l’anima secondo questa serie?

36a

Dentro ciascun intervallo vengono inseriti dei medi. I greci in questo momento grazie ad Archita conosco 6 medietà. A noi interessano le 3 di base.

Tutti i numeri vengono moltipicati per 6. Inseriamo poi i vari valori armonici ed aritmetici tra quelli che abbiamo. Tra 6 e 12 inseriremo 8.

La linea è sdoppiata con una struttura a lambda (syllabus ultimo testo)

Insomma la cosa importante è che se dividiamo numeri successivi nella sequenza, cioè ne andiamo a trovare i rapporti, troviamo sempre gli stessi rapporti, sempre le stesse distanze: 4/3, 2, 9/8, 3/2. Questi sono rapporti musicali

Per questa roba dobbiamo ringraziare per una volta un pitagorico: Filolao di Crotone.

Questa teoria musicale era contrastata dagli armonici, che vivono tra il VI e il V secolo, che sono empiristi. Costruiscono strumenti, ma non usano nessun tipo di quantificazione matematica.

Filolao al contrario non elimina la prassi ma vuole affiancarla ad una comprensione dei rapporti matematici che stanno alla base della pratica musicale.

Platone rifiuta anche le teorie pitagoriche

Tutto ciò a Platone non basta. Odia gli armonici e vabbè ci potevamo arrivare, ma vuole superare anche la teoria pitagorica, perché è troppo legata alla prassi.

T2

Platone accusa i pitagorici: la vera musica non usa l’udito, e soprattutto deve rendere conto dei numeri che utilizza. C’è lo scatto verso una concezione puramente intellettuale della musica.

Platone parla della musica anche in altre opere, Republlica e Leggi.

Alcuni generi musicali vanno ascoltati, altri no. Teoria dell’ethos musicale.

L’armonia dorica è quella preferita da Platone perché è la più semplice. Nella Repubblica prescrive che si ascolti solo musica in modo dorico e in modo frigio, perché ascoltando musica in queste armonie si sviluppa un carattere coraggioso e temperante.

Applico quindi i rapporti matematici e ottengo secondo regole certe i rapporti tipici delle scale armoniche.

Rende ragione quindi dei numeri delle consonanze, la cosa che i pitagorici non avevano dimostrato.

36b

In totale si creano 4 ottave e 1 quinta e 1 tono. Nessuno strumento nè al tempo di Platone nè al tempo di Tolomeo ha questo tipo di estensione.

È una estesione disumana e non tecnicamente riproducibile.

Arrivare a questa ampiezza ha due grossi importantissimi vantaggi:

Platone ci dimostra il modo in cui possiamo fondare i valori in modo matematico. Noi attingiamo all’anima cosmica per fare musica.

Arrivando ai numeri cubici, per produrre il sistema in tutta la sua ampiezza dobbiamo introdurre, dopo il cubo di 2, 8, anche il cubo di 3, 27.

A questo punto dobbiamo dimostrare che esiste l’anima cosmica

L’anima cosmica potrebbe essere tale per vari motivi:

Obiettivi di Platone

36b

36d

I 7 cerchi sono le orbite planetarie.

3 cerchi hanno velocità simili: 3 pianeti hanno velocità simili tra loro all’osservazione: Sole, Venere e Mercurio.

Gli altri 4 sono la Luna, Marte, Giove e Saturno. La Luna è il più vicino mentre Marte, Giove e Saturno sono detti pianeti superiori e hanno i moti più regolari.

Con questa procedura geometrica elementare, l’anima cosmica è diventata la struttura geometrica che regola i moti elementari.

Il cerchio dell’identico, la sfera esterna, è quella delle stelle fisse. È un cerchio indiviso, perché le stelle sono come cucite; le sfere si muovono ma mantengono le loro posizioni relative; è una sfera che ruota.

Ogni volta secondo una distanza doppia e tripla: la struttura del cosmo non è casuale, ma ha alle sue spalle la costruzione razionale con cui il demiurgo ha creato tutto il resto. Allo stesso tempo Platone non nega un dato evidente: i movimenti dei pianeti sono più irregolari delle stelle fisse; pianeta significa infatti corpo errante, che si muove in modo irregolare.

Armonizzarli - mettere l’anima nel corpo non è un processo violento: la struttura geometrica comune garantisce una coincidenza, un processo che si svolge in modo equilibrato.

All’inizio la struttura dell’anima è solo circolare: 1 cerchio esterno e 7 cerchi interni. A partire da questi 7 cerchi l’anima anima tutto il cosmo, che è sferico.

Ma questi cerchi si esauriscono in tutto il cosmo? Come fanno a conservarsi le orbite?

Questa espansione è in realtà un modo per Platone per spiegarci che i pianeti seguiranno delle orbite specifiche dentro all’anima cosmica.

L’intelletto sarà concentrato nella parte superiore del cosmo. Tutto il cosmo è animato tuttavia, ma la regione astrale è la ragione più ricca dell’intelletto dell’anima. Dal punto di vista del movimento, questa superiorità è dimostrata da orbite geometriche perfette e circolari.

e la luna è una palla ed il cielo un biliardo quante stelle nei flipper sono più di un miliardo

37a

Problemi - il demiurgo è la migliore delle realtà intellegibili?

Le idee sono cause paradigmatiche - l’intellegibile è un paradigma. Il demiurgo imprime struttura al sensibile, ma non nello stesso modo con cui causa le idee. Non possiamo quindi dedurre da questa frase che il demiurgo sia un’idea.

Il demiurgo per rendere l’anima cosmica così com’è deve esercitare un intelletto finalizzato - un intelletto che sa che all’anima servono delle orbite, che saranno fondamentali per una serie di aspetti. C’è un aspetto di intenzionalità. Senza questo le idee non pianificano nulla, non sono nè intelletto nè intenzionalità.

Il demiurgo non è mai sopra le idee - sono due cause intellegibili diverse, non sono nè superiori nè inferiori.

In un passo precedente era stato detto che il cosmo era il migliore delle cose generate - qui è l’anima. Come spieghiamo questa contraddizione? Sono stati fatti insieme, e il cosmo è la cosa migliore generata in quanto corporea, l’anima è la cosa migliore generata incorporea.

Ripercorre il processo di creazione dell’anima cosmica:

un essere passibile di soluzione è un sensibile. indivisibile è sempre l’intellegibile.

L’anima cosmica può cogliere i domini del sensibile e dell’intellegibile.

Secondo questa descrizione, però, l’anima cosmica non coglie l’essenza di un oggetto, ma i rapporti di indentità e diversitàdegli oggetti, sia del sensibile, sia dell’intellegibile.

L’anima cosmica lavora così:

può cogliere sensibili e intellegibili.

Se vuole cogliere x1 nel sensibile, dove sono x,y,z, vede che è simile a x2, x3, x4 sensibile. Lo distingue anche da y1, y2, y3 sensibili.

Stessa cosa nell’intellegibile. Nell’intellegibile coglie anche i rapporti che sussistono tra intellegibili e sensibili.

Questo procedimento dell’anima cosmica ricorda il procedimento dialettico tipico della conoscenza platonica. Attraverso le distinzioni, io arriverò a conoscere le due dimensioni.

Il processo si compone di sunagoge o sinossi (distinzione) e diairesis.

37b

Perchè è importante che l’anima non conosca la natura del cavallo, ma anche le sue affezioni - tipo il fatto che è bianco. Perchè è importante conoscere queste affezioni? Perchè attraverso questo rapporto tra le proprietà, io connetto le caratteristiche del cavallo a tutte le varie idee che sono causa del suo essere cavallo - ide a dell’ essere bianco, idea dell’essere alto, idea di avere 4 zampe, ecc.

Quando l’agire dell’anima riguarda il sensibile, vengono prodotte opinioni e credenze salde e vere. La differenza è che le opinioni dell’essere umano possono sbagliare. Sul sensibile non c’è una conoscenza più forte dell’opinione; dunque se l’anima deve conoscere il sensibile non può avere qualcosa di diverso dall’opinione; tuttavia, l’anima cosmica non sbaglia mai.

Ma i due cerchi interagiscono, quindi mentre coglie il sensibile coglie necessariamente anche l’intellegibile.

A questo serve la distinzione che Platone fa nei paragrafi precedenti tra i due cerchi, il cerchio del diverso e cerchio dell’identico.

I due processi conoscitivi sono apparentemente distinti; questo ècome noi cerchiamo di figurarcelo; in realtà i due coincidono. È un processo costante di correlazione e incrocio di dati, interno all’anima cosmica, che attinge continuamente ai dati dei cerchi. Il giudizio finale è espresso dall’anima nel suo insieme. Per esprimere un giudizio fondato l’anima cosmica mette insieme l’attività dei due cerchi. Questo evita la frammentazione di cui si parlava prima.

Domanda fondamentale Ma perché l’anima deve conoscere? Qual è il rapporto tra rapporti cinetici e meccanici dell’anima cosmica, e i suoi processi cognitivi? Perchè un oggetto che ha una dimensione cinetica deve anche conoscere? A cosa serve tutto ciò?

La conoscenza è, per Platone, cioè che orienta ogni agire corretto. L’agire dell’anima cosmica è perfetto, di conseguenza ha come requisito la conoscenza. In questo modo abbiamo la garanzia intrinseca della sua razionalità, perfezione ed immutabilità.

Non è una metafora: l’anima non è un meccanismo, è un’intelligenza organizzatrice che propaga l’intelligenza. L’anima conosce veramente, non è una metafora.

Generazione del tempo

37c

L’anima è un vivente e provvisto di movimento.

Dei eterni

Dei eterni - quali sono? Le idee - ma quelle che abbiamo considerato finora, cioè i generi sommi, i quattro elementi. Ovviamente si parla anche del demiurgo, che non è una idea ma una divinità eterna. Il demiurgo non attinge solo ad alcune idee, ma agisce in modo sincronico. Il racconto cronologico è solo ai fini della narrazione.

Caratterizzazione personalistica del demiurgo

La caratterizzazione del demiurgo è totalmente personalistica. Questa caratterizzazione va nella direzione di una letteratura letterale o metaforica? Letterale - il cosmo è veramente buono, e il demiurgo riconosce la bontà del cosmo.

Generazione del tempo e degli astri

Sappiamo che l’intellegibile è un vivente perché ha una struttura olistica e organizzata dai generi sommi. Dobbiamo fare in modo sempre di più che il nostro cosmo assomigli a un vivente eterno - sappiamo già che è un vivente, ma dobbiamo ancora dimostrare che è eterno.

Eternità dell’intellegibile

Ma perché sarà impossibile replicare l’eternità del sensibile nell’intellegibile? Perchè l’intellegibile è generato, ed è ad un livello ontologico inferiore.

L’intellegibile non è sempiterno, ma atemporale.

Allora cosa potrebbe voler dire eterno, se riferito all’intellegibile?

Il cosmo intellegibile di Platone non è sempiterno, ma è atemporale. Questo significa che non solo è trascendente al livello del corpo, ma anche a livello del tempo.

Il presocratico che più si avvicina all’eternità di ciò che è è Parmenide. In Parmenide ciò che è è eterno nel senso che permane, non cambia mai, non si genera, non muore mai. In Parmenide ciò che è è eterno nel senso che permane, non cambia mai, non si genera, non muore mai.

Definizione di tempo

La prima definizione filosoficamente fondata del tempo. Una roba facile insomma, e del tutto lineare.

Il tempo è un’immagine mobile dell’eternità che procede secondo il numero.

Eternità = intellegibile Immagine eterna = il cosmo

Immagine eterna dell’eternità = non significa che produce una immagine eterna di un’idea, nel sensibile ci deve essere qualche tipo di diacronia.

Contraddizioni, casini

L’intellegibile permane nella sua unità =

Dobbiamo capire come questi termini possono indicare, al livello del sensibile, una molteplicità unitaria, o un movimento che permane fermo.

Il movimento dell’intellegibile è un movimento non nel senso che provoca dei cambiamenti, ma nel senso che le idee comunicano tra di loro.

La nozione di composizione: quando Platone dice “uno”, indica la non composizione, necessariamente? NO. “Uno” è un predicato che può applicarsi, a livello logico, a diverse proposizioni, a diverse strutture mereologiche - insiemi omeomeri o insiemi non omeomeri.

Un volto è “uno”? Si se lo considero in se stesso, no, se lo considero nelle sue parti.

Il tempo dovrà rendere il cosmo mobile ma permanente, organico ma unitario. Allora cosa fa il demiurgo? Produce un’immagine che avanza secondo il numero.

Perchè avanzare? L’avanzare indica linearità e la non reversibilità.

Perchè facendo sì che il tempo avanzi secondo il numero il demiurgo si assicura che l’ordine del sensibile rispecchi l’ordine dell’intellegibile? Perchè garantisce una regolarità. È una progressione razionale che posso gestire con un calcolo. Questo rende il cosmo calcolabile e razionale.

Ma quindi che cos’è il tempo per Platone, al di là di questa definizione, se tutto questo è vero?

Differenze con il tempo aristotelico, “il tempo è la misura del movimento”

  1. Platone teorizza un tempo assoluto, non legato al movimento
  2. In Aristotele l’assurdità di un tempo precosmico è legata alla sua stessa definizione di tempo - per Platone, se io ho movimento, non ho per niente il tempo, che è una cosa in più, infatti nel racconto lo aggiunge dopo.
  3. Se non ho misurabilità, razionalità, e carattere assoluto, non c’è tempo.

Questo tempo è perfetto, e dipende dal piano razionale del demiurgo, legato al modello dell’intellegibile.

Giorni, mesi, anni, sono risultati delle combinazioni dei movimenti degli astri, le unità di misura con cui misuriamo i loro movimenti. A loro volta con questi movimenti i movimenti dei pianeti scandiscono il tempo

T2

Platone sta distinguendo tra due tipologie di immagini - quella umana e quella divina. Ma poi il discorso si fa molto più complesso.

Le immagini delle immagini (cioè ombre del sensibile, tipo il riflesso di un albero sul lago) sono generate da un divino meccanismo. Il Dio invece ha prodotto i sensibili a partire dalle idee.

38a

Il tempo è una progressione ordinata - per questo usiamo verbi come era e sarà. Ma all’intellegibile si addice solo l’“è”.

Non dobbiamo utilizzare “sarà” e “era” per l’intellegibile, perché non c’è movimento nell’intellegibile. Non si tratta di dire che non c’è un passato o un futuro nell’intellegibile, ma di escludere per esso ogni tipo di generazione.

Tuttavia anche usare “é” risulta improprio per l’intellegibile, e Platone ne è consapevole. Il verbo essere non indica quindi nè un riferimento temporale dell’intellegibile, nè un riferimento alla durata, ma un riferimento alla natura intrinseca di quell’oggetto intellegibile.

38b

Ci troviamo di fronte a un contenitore cosmico completo. È stato generato il tempo, che dipende dagli astri.

Non sono stati ancora generati però viventi che non sono eterni. Bisogna riempire il cosmo di viventi non eterni, ordunque.

40d

A poeti mitici come Orfeo sono attribuiti racconti sulla divinità - quei poemi hanno prodotto racconti sulla mitologia greca.

Non c’è un rifiuto totale della tradizione, di quelli che hanno parlato in passato. Ma non bisogna pensare che tutto quello che è stato detto sia corretto.

Il riferimento critico, incompleto, agli altri, dà la possibilità a Platone di appropriarsi della tradizione ma allo stesso lavorarci in modo originale.

40e

Platone ci spiega il suo metodo: quello che abbiamo fatto finora è epistemologicamente molto saldo. Non è solo un racconto verosimile.

Se quello degli antenati non è verosimile e necessario, il discorso che sta facendo Timeo è verosimile e necessario - è il migliore possibile.

Questa è una strada che Platone usa per innalzare lo statuto epistemologico del suo discorso. Quando parliamo del demiurgo diciamo cose verosimile e necessarie; parlando dell’anima cosmica sarà un discorso verosimile e necessario. Quando parliamo di cose “terrene”, tipo i capelli, non è un discorso verosimile e necessario.

Platone ci dice che possiamo isolare dei blocchi del discorso, e sono validi in autonomia.

Il racconto verosimile di Timeo è solo in apparenza semplice.

Generazione dell’anima e poi del corpo dei viventi individuali

41a

Teogonia (narrazione di generazione di divinità) tradizionale, rispetta i canoni di Esiodo. Introduce le divinità secondarie.

Ma Platone può credere a queste divinità? Può crederci come cornice tradizionale di oggetti a cui lui dà una consistenza filosofica.

Ma Platone non dice mai nei dialoghi che Zeus non esiste. Poi ci sono libri, come il X delle Leggi, che si battono contro l’ateismo. Altri hanno scritto che Platone crede a queste cose, ha una impostazione scettica, cioènon è che non ci crede, però non lo dice.

E come può Platone reimpiegare questo Pantheon tradizionale? Le divinità potrebbero essere astri, strumenti del demiurgo. Divinità con una capacità produttrice, generate dal demiurgo.

A prova di ciò, nel mito del Fedro, le anime dei mortali seguono i carri degli dei, la schiera di 12 divinità, e vengono chiamati Zeus, Efesto ecc. Ed erano 12. Perchèsono le costellazioni dello zodiaco. Si dice anche che queste divinità hanno un corpo. Astri astri astri. La cosa interessante è che lì vengono utilizzati nomi di divinità tradizionali, e questo ci consente di fare una associazione tra astri e dei tradizionali.

In questo passo fa riferimento a due tipi di divinità: quelle il cui volgere è manifesto, e quelle che si manifestano quando vogliono.

41b

Un passo famosissimo. Il demiurgo si rivolge agli dèi.

Ci sono un bel po’ di cose da analizzare.

  1. Prima di tutto, cosa può volere dire dei di dei?
  1. Leggiamo T1. Zeus è colui a causa del quale gli uomini sono. Questo procedimento linguistico è ricorrente, si chiamo etimologizzazione. Qui Platone fa la stessa cosa, dice demiurgòs di emou ergon.

Il demiurgo si sta presentando come padre, è colui attraverso il quale le opere si realizzano. Stesso meccanismo di etimologizzazione. Platone sta deliberatamente utilizzando uno stilema epico.

  1. In linea di principio, tutto ciò che è generato è dissolvibile, si corrompe. Ma di fatto, non gli accadrà mai di essere distrutti, glielo impedisce la volontà del demiurgo.

Ma la nostra nozione di libero arbitrio è molto diversa da quella greca. Per un greco, la libertà tipica della democrazia è una deviazione, è una licenza, che significa che io agisco diversamente dal bene. Sono massimamente libero, invece, se agisco secondo il Bene.

Ma come si spiega l’azione di preservazione del cosmo del demiurgo? Non è che il demiurgo sta sempre là a controllare che le cose vadano bene. L’azione del demiurgo invece è dipendente dal momento di intellezione del bene finalizzata con cui il cosmo è stato generato, che garantisce la preservazione. Il cosmo è stato costruito in modo tale che il legame tra lui e il demiurgo sia saldissima. Per questo motivo il cosmo, anche se è dissolvibile, non sarà mai dissolto.

Possiamo essere certi che il cosmo non si dissolverà se accettiamo:

  1. La presenza del demiurgo
  2. La bontà del demiurgo.

41c

Ma se il demiurgo facesse i generi mortali, diventerebbero anch’essi divini e quindi immortali.

Riproposizione imitativa dell’azione del demiurgo, da parte degli dei inferiori.

La potenza sarà inferiore da un lato, ma al contempo buona, intelligente, finalizzata, ecc.

Il demiurgo produce dei inferiori. Gli dei inferiori producono oggetti mortali, tipo gli alberi. E in che senso un albero può essere immortale? Con i cicli vitali, ad esempio. Nella concezione antica, la specie di quell’albero sarà immortale. Non posso esserlo con gli individui ma con le specie.

L’anima razionale è divina e immortale. Agli dei inferiori è dato il compito di produrre i mortali in quanto mortali - bisogna produrre l’anima razionale intellettiva individuale di Federico (cosa che fa il demiurgo) e produrre Federico (cosa che fanno gli dei inferiori). Nel primo caso di produce un oggetto metafisico, superiore e più importante dell’oggetto individuale.

Riassumendo:

Il demiurgo rimescola gli elementi dell’anima cosmica, ma con elementi di seconda e terza qualità. Non sta prendendo gli scarti, sta prendendo di nuovo degli elementi avanzati producendo cose di seconda e terza qualità. Perchè? Probabilmente perché la capacità intellettiva dell’anima cosmica è più pura di quella dell’intelletto umano.

Divide questo impasto fino a quando non lo esaurisce per tutti gli astri - gli astri sono tantissimi, ma finiti - e le distribuisce astro per astro. Attribuisce a ogni astro un’anima. Così le anime possono guardare fuori dal cosmo - cioè le idee, e dentro il cosmo, cioè come funziona il cosmo.

Leggi del fato

  1. Tutte le anime appena generate sono identiche tra loro, perchéaltrimenti alcune prevarrebbero o sarebbero più prone alla virtù. Sono tutte uguali e con la stessa capacità di raggiungere la virtù.
  2. L’incarnazione e le violente affezioni sono necessarie per compiere il disegno divino.

Le anime sono sottoposte a una duplice necessità: una di tipo ipotetico-teleologico, per cui l’incorporazione delle anime è frutto di un disegno provvidenziale per salvaguardare la perfezione del cosmo, l’altra meccanica.

  1. Nell’ottica della reincarnazione delle anime, le condotte viziose sono punite con una degradazione.

Nel descrivere il processo di creazione dell’anima individuale Platone sta giustificando la reminiscenza a livello cosmologico - questo è l’unico cenno della reminiscenza nel Timeo: eccome come le anime vedono le idee. La reminiscenza implica che io conosco ciò che la mia anima ha conosciuto quando non era nel corpo. Se non ci fosse questo passaggio intermedio, non ci sarebbe il contatto con le idee garantito dalla reminiscenza.

Corpi

Adesso vediamo la generazione dei corpi.

Per quali cause e per quali disegni provvidenziali degli dei. Di quali dei sta parlando qui? Degli astri. Se finora parlava di un disegno provvidenziale del demiurgo, gli dei imitando il demiurgo hanno un disegno provvidenziale.

Ci sono tutte proposizioni finali, che indicano la teleologia.

Il corpo allungato ha due funzioni: supporto (preservazione della testa) e movimento.

Il Dio = l’insieme degli dei secondari.

45a

Cosa può voler dire provvidenza applicata all’anima dell’essere umano? “Vedere davanti” nel senso di osservare gli oggetti giusti nel modo giusto.

Ora parte una digressione sulla vista

46c: la causa materiale e la causa efficiente

I corpi e i meccanismi causali ai corpi sono strumenti delle cause, ma i più ritengono che siano le cause. Questi “più” sarebbero i presocratici, si riferisce le omeomerie di Anassagora, le radici di Empedocle, a Democrito.

Ma quando Platone allude ad un errore comune, non restringe mai il campo. Qui l’errore dei presocratici è molto grave, dato che hanno confuso lo strumento con la vera causa.

Nel Fedone c’è la cosiddetta fuga nei logoi, fuga nei discorsi, la seconda navigazione sarebbe quella che si fa quando si esce a mare e non si va dritto, ma si naviga sotto costa; una navigazione più sicura, più tranquilla, più lunga; una soluzione di ripiego rispetto ad un tentativo, che nel Fedone viene abortito, di trovare un principio che orienti tutte le cose verso il Bene.

Ma nel Timeo, questa causa sarebbe appunto il demiurgo - sta concludendo il discorso iniziato nel Fedone.

Le due idee identificate in questo modo sono:

Ecco le due cause superiori del cosmo. Quindi le cause vere non sono nè materiali nè efficienti.

Nel Timeo non c’è la condanna della corporeità che c’è nel Fedone, dove il corpo è la tomba dell’anima. Si può valorizzare la corporeità.

I corpi sono cause materiali ed efficienti, quindi solo concause.

Ma perchéle chiama concause? In T1 leggiamo come le concause vengono concepite come positive: senza le concause non si realizza la città; non sono da condannare, ma sono delle cause asservite ad altro. Il loro essere vantaggiose o meno dipende dunque da chi le usa in generale. Le concause del demiurgo sono quindi positive.

46d

Ci sono due cose: le cose vere e proprie caratterizzate da logos, ragione e intelligenza; le concause non sono caratterizzate da ragione e intelligenza. L’anima rientra tra le cose intelligenti, i quattro elementi no. L’anima è l’unica cosa che può possedere il proprio intelletto.

Se ci sono degli oggetti intelligenti e degli oggetti che agiscono in modo meccanico, chi ama l’intelligenza dovrà seguire solo le cause razionali. La premessa implicita che manca qui è che l’anima razionale intellettiva tende a conoscere l’anima cosmica intelligente, perché ha la stessa natura.

Ma si potrebbe argomentare che non è così, perché chi ha una intelligenza pratica può voler perseguire le conoscenze pratiche.

Controbiezioni: guardando alla natura dell’anima, sappiamo che l’anima razionale è divina. Non è solo amante dell’intelligenza, è essa stessa una intelligenza. È congenere all’anima cosmica. Quindi il tendere dell’anima all’intelligenza non è causale, ma è costitutiva, è necessaria, perché è della stessa natura dell’anima cosmica.

Ma come è possibile che l’anima conosce la razionalità? Produrre movimenti meccanici significa produrre movimenti senza un fine nè ordine. Fine e ordine sono dati da una causa esterna.

47a

La vista esiste per causare il massimo vantaggio. Qui Platone sta dicendo che un senso in particolare, la vista, è il dono più grande che ci hanno fatto gli dei.

  1. Allora i sensi per Platone non sono sempre caratterizzati negativamente. In T2 vediamo che persino nel Fedone i sensi vengono in qualche modo valorizzati. La vista stabilisce un nesso tra due dimensioni - vedere un oggetto mi ricorda una persona. Ecco una spiegazione terra terra della reminiscenza; che tra l’altro in teoria deve portare all’intellegibile, mentre qui un sensibile riporta solo ad un sensibile. Sempre in T2 emerge che la sensibilitàpuò aiutarmi a superare la sensibilità stessa. Mi fa capire che ci sono degli oggetti non più sensibili che si istanziano in oggetti sensibili - cioè delle idee del mondo sensibile. In questo emerge quindi una valorizzazione di questo meccanismo. E questo nel Fedone. Nel Timeo la cosa è ancora più forte

47b

Osservare giorno, notte, mesi, anni, ci consente di raggiungere qualcosa che è al di là dell’oggetto stesso, il numero.La regolarità numerica è il tempo.

Osservo che c’è un ordine dell’universo, ma se sono un filosofo non mi fermo lì: mi chiedo qual è la causa di questo ordine. Queste righe istanziano un’idea tradizionalmente attribuita ad Aristotele, cioè che il motore della ricerca filosofica è la meraviglia.

Perchè gli dei dunque non ci hanno fatto immortali? Perchè il dono che ci fanno gli dei è la possibilità di portare a termine la ricerca filosofica.

47c

Sviluppare una conoscenza corretta dell’anima aiuta anche la mia anima ad elevarsi verso l’anima universale. La differenza tra le due anime è che l’anima dell’universo abbraccia un corpo sferico, che non ha pulsioni, mentre l’anima ha anche un parte irrazionale - mi elevo verso l’anima cosmica, il livello a cui nulla è deformato dalle pulsioni.

Solo la testa nel nostro corpo è simile alla struttura sferica del cosmo.

L’anima cosmica agisce sempre in modo perfetto perché è guidata dalla conoscenza.

47d

Parla delle parole, dell’armonia, e il ritmo. Queste sono le tre parti che formano una melodia.

La cosa che bisogna cogliere della musica, è il rispetto di parametri formali, cioè numerici, ovvero la struttura intrinsicamente matematica. Questi sono gli elementi puramente intellettuali che caratterizzano l’armonia dell’anima cosmica.

In vita posso vivere la corporeità in modo tale da tendermi simile al Dio. Questa è la felicità: l’assimilazione a dio.

Le concause sono caratterizzate dal fatto di non avere ragione.

Quali caratteristiche abbiamo osservato - il loro contributo nel compiersi della visione.

Works of Necessity

Caratteri del ricettacolo

47e

Abbiamo visto l’azione del demiurgo che ha un finalismo, prodotta attraverso l’intelletto.

Qui la distinzione tra cause e concause diventa distinzione tra opere demiurgiche dell’intelletto e generazioni della necessità.

La necessità non è più una azione logica o una descrizione, ma un oggetto. Questo è il primo momento in cui compare ciò che viene chiamato Chora. Così Platone mette una interazione tra due livelli di causazione, tra due principi causali. Quello della necessitàe quello dell’azione demiurgica.

Chora: Principio spazio materiale o ricettacolo.

Cosa può voler dire che le cose sono prodotte per necessità.

Il nostro cosmo è spazio materiale (abbiamo già dedotto che il cosmo è generato), e deve esserlo a priori, per forza, perché se non lo fosse non potrebbe essere generato.

Necessità dal punto di vista fisico invece indica il principio che determina che ci siano delle leggi fisiche. Queste infatti non sono finalistiche per natura. Ma un cosmo spazio materiale deve avere delle leggi fisiche.

Il principio spazio materiale non è recalcitrante, cattivo, o si oppone. Queste idee derivano da riletture medioplatoniche.

48a

Passo pieno di problemi.

Mescolanza - che tipo di mescolanza è questa? È una mescolanza tra una natura che costituisce la base immanente del cosmo, che consente una compenetrazione totale tra intelletto e necessità.

Perchè dice che la generazione propria di questo cosmo fu generata? Questa espressione implica che esiste una generazione prima di questo cosmo, una generazione pre-cosmica.

Perchè dice che viene generata la generazione? L’aspetto del cosmo che identifico come generazione è la parte corporea. Tutte le dinamiche di produzione e modifica dei corpi.

L’intelletto conosce il Bene, quindi persuade la necessità ad operare in direzione del Bene. L’immagine della persuasione implica che il principio spazio materiale non sia maldisposto. Si può persuadere infatti solo chi è disposto a farsi persuadere. Il principio spazio materiale si offre alla persuasione.

La causa errante. Quella che viene chiamata Chora infatti è

  1. Necessità
  2. Causa errante

Cosa significa causa errante? Abbiamo appena detto che è uno dei due aspetti della Chora.

Che ha per natura la capacità di supportare, cioè? Qui Platone sta utilizzando uno stile tipico dell’epica, dei poemi omerici.

Leggiamo i proemi in T2 e T3. Ci sono le parole pesanti come oulomenen, parole molto lunghe che non sono solo ingombranti, ma hanno anche il significato centrale, contengono il senso. L’ira di Achille è importante perché è rovinosa.

Platone usa molto spesso questa parola. In T3 Platone introduce in Occidente la nozione di corporeità. La forma corporea è seguita da una relativa esegetica, esplicativa, che spiega appunto il significato, e ciò che dà senso al passo.

Riprendendo il libro planomene, cioè che ha capacità di supportare, è seguita da un relativa.

A volte ferein viene tradotto con - che ha capacità di muovere. Così diventerebbe un principio automotore, non gli servirebbe un fattore che la faccia muovere. Ma abbiamo visto che per Platone l’unico principio di movimento attivo è l’anima.

Fero quindi qui significa supportare - la causa errante è una natura non finalizzata, che riceve, o supporta, le proprietà di cui sono causa le forme. È disposto a ricevere.

48b

Ora che abbiamo questo nuovo oggetto, rivediamo la generazione del cosmo introducendo anche questo principio.

I presocratici non sanno di cosa parlano - bisogna comprendere la generazione dei 4 principi. Serve un nuovo inizio per comprendere la generazione dei principi alla luce del nuovo oggetto che abbiamo introdotto, il principio spazio materiale.

48c

Timeo chiarisce che non ci parla veramente dei principi primi delle cose.

Su questa dichiarazione si sono avventati sia i sostenitori della lettura metaforica che quelli delle dottrine non scritte, perché Platone sembra allontanarsi da quello che sta per dire. Ma lui non sta dicendo che non parlerà dei principi in assoluto, ma secondo la modalità attuale dell’esposizione, cioè un racconto verosimile, quello che Timeo Timmy sta facendo. Un racconto verosimile, anche quando guarda all’intellegibile, ne parla sempre come causa del sensibile. Un racconto verosimile non potrà parlare dei principi in quanto tale, ma al più delle idee come modelli.

48d

Ciascuna cosa e del loro complesso - parlerà dei quattro elementi e di ciò che è composto dai 4 elementi, ossia i corpi. Perchè è importante che lui dica anche questo? Stiamo entrando in una sezione che ha un oggeto specifico, che rimane un discorso verosimile al massimo grado, ma lo standard necessariamente si abbasserà, perché qui non parlerà più delle divinità, ma dei corpi e degli elementi. Si abbassa il livello epistemologico del dialogo.

48e

Se parlo dei corpi non posso avere una scienza dei corpi.

Specie e genere non fanno riferimento a singoli oggetti, ma a set di oggetti. Dunque uno potrebbe dire che il demiurgo fa parte del set dell’intellegibile, ma questa soluzione non è soddisfacente.

Qui lavoriamo nel terzo genere, dunque. Non solo più tra intellegibile e sensibile.

Il terzo genere recepisce i corpi e tutte le loro dinamiche, il loro mutare - ovvero i loro cambiamenti sincronici, ovvero la generazione dei corpi.

49a

I CORPI SONO RISULTATO DELL’INTERAZIONE TRA RICETTACOLO E INTELLEGIBILE, CIOÈ QUALI PARTI DEL RICETTACOLO QUALIFICATE DALL’INTELLEGIBILE.

Il terzo genere riceve tutto al pari di una nutrice. Cosa fa una nutrice - nutre - garantisce la vita e la buona condizione; è un ricettacolo che riceve e al contempo accoglie e nutre.

Per capire in che modo la nutrice è nutrice dobbiamo capire in che modo essa contribuisce alla struttura teleologica degli elementi. È difficile capire l’orientamento teleologico degli elementi, perché hanno caratteristiche diverse. È difficile anche dire in che rapporti sono tra di loro, capire le loro proprietà reciproche.

Gli elementi infatti trasmutano - dal fuoco deriva il fumo, qualcosa più riconducibile all’aria più che al fuoco.

Il problema degli elementi è dunque la trasmutazione interelementale.

Intro

Non x, ma y, chiamare Z.

x e y sono predicativi dell’oggetto. Z è l’oggetto diretto.

Non x, ma y, chiamare “Z”. Z è il predicativo, gli oggetti sono x e y.

Ci stiamo avvicinando al ricettacolo… siamo sicuri però che il ricettacolo non coincide con gli elementi.

49c

L’analisi di Timeo qui mette insieme proprietà ontologiche e caratteri linguistici.

Qui Timeo mette in evidenza come gli elementi non sono autoidentici, in quanto sono sempre in mutamento, cambiano stato in continuazione. Non li vediamo mai mantenere la loro identità.

49d

Se ho un oggetto privo di identità, non posso affermare che una cosa è questa cosa.

Gli elementi, nel loro trasmutare e cambiare forma, rivelano la loro inconsistenza ontologica.

C’è una opposizione tra questo (cioè una cosa dotata di identità- touto) e tale (cioè ciò che ha una certa qualità)

Ovvero: non posso dire che il fuoco sia di per sè questa cosa qui, ma posso dire che è un qualcosa che ha una certa qualità, quella di essere fuoco.

Identifico il fuoco con qualcosa che ha una certa qualità, e può perderla.

Se opto per la prima lettura, sto descrivendo come chiamare un sensibile. Un sensibile specifico non sarà mai questo, ma qualcosa che ha una certa qualità.

Per la seconda: non attribuisco la parola fuoco a dei fuochi specifici, ma ad un oggetto con uno statuto livello ontologico superiore, ad un livello universale della qualità del fuoco. Ma quindi sta facendo riferimento all’idea di fuoco? Starebbe identificando le idee con le qualità- l’idea del fuoco non è un fuoco, le idee non sono le qualità ma le essenze delle qualità.

In più, Platone sta facendo un discorso sul sensibile. Qui sembra stare introducendo un nuovo livello intermedio, che non coincide con i sensibili. Cioè: se io vedo tanti fuochi diversi nel sensibile, devo trovare l’essenza che permette al fuoco di essere fuoco.

Questa seconda opzione è in qualche modo aristotelizzante, in quanto le idee a questo punto non avrebbero una chiara funzione.

49e

Non solo non posso dire che un sensibile è questo, ma non potròattribuirgli una vera funziona causale.

Lettura T1

Immaginiamo che ci sia uno scrigno pieno d’acqua e dei fari. Immaginiamo di muovere questi fari, che hanno vari colori e varie forme. Puntiamo 3 fari in uno stesso punto dello scrigno dell’acqua. Una porzione dell’acqua si illuminerà delle 3 luci, delle 3 qualità. Questo punto dello scrigno d’acqua è identificata solo e soltanto da quei 3 colori, i quali andranno a dare colore a una parte di quello spazio pieno.

I fasci che lanciano le luci sono le idee, che danno queste proprietà.

Questo per Platone è un sensibile: una parte di principio spazio materiale caratterizzata da una proprietà. Ogni sensibile sarà n proprietà derivanti dalle idee, che identificano una serie specifica dentro il ricettacolo.

Se spostiamo i fari da quella porzione di scrigno, l’oggetto che si produce cambia, non è lo stesso, perché cambia lo spazio. Diciamo che cambia da un punto di vista mereologico: analizzando le sue parti, le sue componenti, descrivono uno spazio diverso dentro il ricettacolo. Nella pratica, questo vuol dire che al permanere delle stesse proprietà ogni sensibile cambia dal punto di vista mereologico nello stesso momento in cui si muove.

In quanto sensibile, mi genero e mi distruggo costantemente. Questa visione priva i sensibili, compresi gli uomini, della loro identità.

Cosmo e ricettacolo sono coestensivi. Il cosmo è l’unico sensibile che non si sposta - si muove perché ruota, ma non c’è mai una differenza dal punto di vista del ricettacolo occupato dal cosmo, perché il ricettacolo si muove col cosmo.

Growing argument

C’è un obiezione a questo modello, chiamato growing argument: non si può sapere cosa sia qualcosa, perché nel momento stesso in cui la indico, è cresciuta o è diminuita.

Questo argomento vuole dimostrare che è impossibile determinare l’identità di un corpo. Per far fronte a questo argomento, Aristotele introdurrà la forma e la sostanza, gli Stoici introdurranno l’individuo qualificato, ecc. per attribuire autoidentità alle cose. Esiste cioè un principio interno alle cose che ne garantisce l’autoidentità.

Platone risponde: È vero che crescendo non siamo la stessa cosa, ma non siamo la stessa cosa anche se non cresciamo. L’autoidentità esiste solo al livello dell’intellegibile.

Non esistono oggetti identici - oggetti che hanno la stessa proprietà ma si trovano in luoghi diversi non sono identici.


Il fatto che esseri viventi specifici abbiano determinate proprietà rende necessario che esista una intelligenza che ordini la natura con una coerenza e una razionalità.

Se ammettiamo che tutto quello che vediamo sono qualità, dobbiamo ammettere che c’è qualcosa in qui le qualità si vanno a istanziare. Questo è il ricettacolo.

Il ricettacolo ha una componente materiale piena e una componente spaziale; la xora non è nè spazio nè materia, è entrambe le cose.

50c

Il ricettacolo Recepisce, ma non ha di per sè una forma. Rimane sempre la stessa di per sè. Come l’oro, è malleabile è possiamo produrci vari tipi di gioielli; ma l’oro, di per sè, rimane sempre oro..

Vengono intesi 3 generi:

Non si dà che il ricettacolo sia ben preparato se non nel caso in cui sia privo di forme di per sè.

VISTO CHE PRIMA NELLA NARRAZIONE IL PADRE ERA IL DEMIURGO, ALLORA IL DEMIURGO E LE IDEE SONO LA STESSA COSA: passo usato dai sostenitori della lettura metaforica tipo Ferrari.

Invece no; il demiurgo non è uno dei generi, è una causa per cui esistono quei 3 generi; Platone usa questa figura in due modi diversi, non è che se uno è padre e l’altro pure allora sono entrambi padri.

50e

Se noi vogliamo dare una proprietà alle cose, dobbiamo far sì che la nostra base sia il più possibile neutra.

La chora di per sè non è nè cattiva, nè disordinata, nè niente. NON HA NESSUNA PROPRIETÀ -

è quell’oggetto dotato di autoidentità che recepisce una efficace tridimensionalizione dei corpi. È come una nutrice, che recepisce e fa crescere, permette a tutte le cose di esprimersi.

Non c’è una porzione di chora che non sia informata dalle proprietà.

51a

Quindi il ricettacolo è più stabile del sensibile, essendo sempre identico a se stesso. Ma soprattutto, IL RICETTACOLO È A UN LIVELLO ONTOLOGICO INTERMEDIO TRA SENSIBILE E INTELLEGIBILE.

Oggi ultima lezione sul ricettacolo. Oggi compare per la prima volta la parola chora. Oggi Platone specifica come conosciamo la Chora. Sarà più stabile dal punto di vista epistemologico, rispetto alla percezione.

51b

Qui Platone si cautela subito - per quanto è possibile e il modo più corretto per esprimersi.

Qui sta dicendo che questo è il modo più corretto per esprimersi a partire dalle cose dette finora. Se aggiungessimo premesse, potremmo essere più precisi, potremmo dire cose in più.

51c

Sta chiarendo in modo inequivocabile una cosa che molti fanno fatica ad ammettere: che le idee siano delle cose e non oggetti logici/parole. Dice chiaramente che andremo a dimostrare che esistono queste cose, che non sono solo delle parole. In un mondo in cui non siamo capaci di dare nomi alle cose, il rapporto tra idee e sensibili esisterebbe comunque.

51d: campo ontologico dell’intellegibile - cosa succede se rifiutiamo le idee

Descrizione distintiva traduce horos, una parola molto importante nel linguaggio tecnico successivo a partire da Aristotele indica la parola definizione. Platone tuttavia lo usa in modo molto elastico. Platone vuole definire il campo ontologico dell’intellegibile.

Il discorso che sta per fare sarà il discorso più breve possibile per la situazione presente. Chiarito questo, Platone si cautela dall’obiezione di aver scritto troppo poco.

Potremmo anche ammettere che non ci sono le idee, ma se lo facessimo rinuncieremmo alla conoscenza, alla saldezza epistemologica. Ci devono essere delle condizioni per cui si dà la scienza.

Per esempio nel Teeteto spiega che cosa succede senza le idee. Senza idee non si può definire la scienza.

51e: differenze tra scienza e opinione vera

Sta distinguendo tra scienza e opinione vera. Le due cose corrispondono, ma chi ha scienza può rendere conto di quello che dice, chi ha un’opinione vera può cambiare idea. Due enunciati veri hanno dunque una differenza strutturale, pur avendo stesso contenuto.

  1. L’intelletto si insegna - non nel senso che prendo la testa di uno e ci metto delle nozioni. Significa che io posso insegnare a qualcuno un metodo per fare qualcosa. Costruisco veramente una competenza, non faccio solo delle cose costruite sull’esperienza.

La persuasione si può usare bene o male; i sofisti la usano male; i filosofi bene. L’opinione non può essere completamente irrazionale; può essere parzialmente razionale, nel senso che non ha il ragionamento vero. Avere l’opinione corretta è accessibile a tutti gli uomini; dell’intelletto partecipano gli dei, e solo una piccola parte degli esseri umani, cioè i filosofi.

52a: la chora si coglie con un ragionamento razionale ma imperfetto, perché non ha un oggetto di per sè

Per poi in quel luogo incorrere in distruzione: Indica la totale assenza di identità diacronica del sensibile.

Le idee sono colte attraverso un ragionamento puro. La chora è colta con un ragionamento spurio, cioè un ragionamento imperfetto. È un ragionamento comunque razionale, ma non puro. Cosa cambia allora? È un ragionamento senza oggetto in sè per sè. Si può fare un ragionamento sulle idee, o un ragionamento sul sensibile; non si può fare un ragionamento sul ricettacolo, perché il ricettacolo non istanzia mai le sue proprietà, pur avendo una sua dignità ontologica. Potrà quindi essere compreso in modo deduttivo: parto da quello che intuisco, e da lì ragiono dando una definizione del mio oggetto. Questo non è un approccio fallace o debole, ma razionalmente molto valido e stringente.

52b: ragionamento logico-deduttivo

Conclusione del ragionamento logico-deduttivo: grazie alla chora, **è necessario che ogni ente sia in un certo luogo e occupi un certo spazio.*+

52c: differenze tra sensibile e intellegibile

Torna sulla distinzione tra sensibile e intellegibile - ha passato pochissimo tempo sul ragionamento spurio, e ora torna a parlare dei due generi di cui possiamo avere una conoscenza, o almeno più facile.

svolto con esattezza : per distinguerlo dal ragionamento spurio. Esattezza è sinonimo di assoluta stabilità nel cogliere un oggetto.

Il precosmo

52d: l’autoidentità assoluta dell’intellegibile

Le idee hanno identità sostanziale e assoluta; anche quando comunicano, non si generano l’una nell’altra, ma rimangono quello che sono. La loro interazione non viola in nessun modo la loro identità. Per i sensibili non è così; potrei dire che un oggetto ha una proprietà sotto alcuni rispetti e altre sotto altri; posso essere alto da un punto di vista e basso da un altro punto di vista; questo non si dà per le idee.

Platone sta ripetendo il principio di autoidentità assoluta intellegibile. Anche nel suo movimento, l’intellegibile rimane se stesso.

52e: il movimento precosmico è totalmente meccanico

C’è essere prima della generazione del cosmo: ovvio, c’è l’intellegibile. C’è la chora prima della generazione del cosmo: non è strano. C’è generazione prima del cosmo: strano.

Quante generazioni ci sono per un sensibile? Ogni luogo e ogni momento che cambia è una generazione e una distruzione. Appurato che un sensibile non ha identità diacronica, generazione si dà ogni volta che delle proprietà si istanziano in una porzione di ricettacolo. Questo ci dice che prima della generazione del cosmo (precosmo) ci sono dei corpi sensibili che sono sottoposti di volta in volta a questo processo di generazione distruzione.

Il precosmo è dunque popolato di corpi sensibili.

Concentriamoci sul movimento. Per Platone cos’è che causa il movimento? L’anima. Qui si dice che nel precosmo c’è movimento. Ma se c’è un movimento precosmico deve esserci un’anima precosmica? Oggi come oggi nessuno ci crede, anche se alcuni commentatori antichi avevano percorso questa strada; la soluzione deve essere diversa però, perché Platone non ne parla mai.

Se ammettiamo che il ricettacolo non abbia un’anima bisogna spiegare il movimento precosmico senza introdurre nuovi oggetti dell’ontologica platonica.

Quindi come si spiega questo movimento?

Non ci sono parti del ricettacolo che non sono qualificate da proprietà : il ricettacolo è saturo di proprietà. Come non esiste nel cosmo una parte che non è qualificata, anche **nel precosmo non esiste nulla che non sia qualificato, e che non sia, in qualche modo, un corpo.*+

Questi corpi non sono equilibrati; nè simili. Qui il principio di movimento è meccanico; i corpi scuotono il ricettacolo; il ricettacolo a sua volta scuote i corpi. Il movimento dei corpi precosmici non dipende dal movimento intrinseco del ricettacolo; questo sarebbe possibile solo se esistesse un’anima del ricettacolo, che non c’è.

I corpi invece si muovono scuotendosi, e questo movimento scuote il ricettacolo, cioè scuote tutti gli altri corpi. A causa di una qualche proprietà intrinseca di questi corpi si produce quindi uno scuotimento complessivo.

Questo movimento non è prodotto da un impulso psichico, ma è totalmente meccanico. I corpi precosmici che dobbiamo considerare in base al passo sono gli elementi. La nutrice inumidita, infuocata, ricettiva delle forme di terra e aria. Più tutte le affezioni che conseguono a esse, cioè le loro interazioni. L’unica ragione che ci giustifica a dire che il ricettacolo prima della generazione del cosmo è inumidito, infuocato, è la la partecipazione all’intellegibile.

Di per sè infatti il ricettacolo è senza forma, per poter esser ricettivo e qualificato dalle idee. Se ammettiamo che c’è qualcosa di qualificato nel ricettacolo, ammettiamo la partecipazione all’intellegibile.

53a: i corpi si colpiscono per la loro pesantezza e la loro densità: tutte le idee, e non solo alcune qualificano la chora e la differenziano

Corpi simili si muovono in modo simile

Fa riferimento a due caratteristiche fisiche: pesanti e dense. In base alla densità e alla pesantezza, i corpi si scuotono l’un l’altro.

I corpi si muovono quindi per la loro pesantezza e la loro densità.

Nel precosmo lo scuotimento non finisce mai, e tutti i corpi vanno in direzioni diverse. Corpi simili si muovono quindi in modo simile.

Finora le qualità del ricettacolo precosmico sono: fuoco, acqua, aria e terra. Ipotizziamo che a ogni tipo di corpo, a ogni qualità, corrispondo caratteristiche fisiche specifiche: fuoco più leggero dell’aria, aria più dell’acqua, acqua più della terra. Quindi i corpi di fuoco vanno più in alto, quelle della terra più in basso, ecc., fino a quando non si raggiunge un equilibrio e si fermano.

Platone in un passo successivo ci dirà che se non esistesse l’anima cosmica infatti a un certo punto si creerebbe una situazione di immobilità, in maniera analoga a quanto appena spiegato.

Il movimento precosmico in quanto le lidee si istanziano in maniera casuale

Come facciamo a garantire che il movimento precosmico non si esaurisca mai? L’unica strada è fare in modo che i corpi precosmici non siano mai uguali a se stessi, cioè che si rimescolano ogni volta e siano tutti diversi. Quindi non ci bastano le 4 idee degli elementi; devono arrivare altre proprietà a modificare di volta in volta i corpi.

Questo si fa ammettendo la partecipazione di altre idee, cioè di altre proprietà che si istanziano su corpi che hanno come base le idee degli elementi. Verifichiamo la nostra ipotesi, cioè che siano necessarie tutte le idee e non solo i 4 elementi per il precosmo. Il ricettacolo recepisce necessariamente tutte le idee; se non fosse così le idee non potrebbero comunicare.

Se invece i 4 elementi partecipassero e le altre no, dobbiamo immaginare che le idee si attivino “volontariamente”, o comunque in modo causale, prima alcune, e poi altre, e questo è impossibile.

Quando diciamo che una sola idea esercita la propria attività causale nel precosmo questo implica che tutte le idee esercitano la loro funzione causale.

Abbiamo quindi un precosmo governato dalla necessità, in cui si muovono dei corpi, dotati di caratteristiche fisiche, tutti diversi tra loro perché le idee hanno una partecipazione completa e differenziano gli oggetti che ci sono.

Se è così, un oggetto precosmico non è visualizzabile; e questo a Platone va bene perché, essendo appunto precosmico, è inconcepibile da noi.

Differenza tra corpi cosmici e precosmici

Qual è allora la differenza tra i corpi cosmici e precosmici, se partecipano ugualmente di tutte le idee? Nel cosmo i corpi sono governati da un orientamento razionale; un sensibile cosmico è tale perché ha come pattern di base un numero di idee che lo costituiscono; un sensibile y ha altre idee che lo costituiscono, alcune in comune; ma, come vedremo, un sensibile cosmico ha una struttura geometrica interna caratteristica che lo costituisce.

Al contrario un sensibile precosmico è un corpo, che ha almeno una proprietà, ma può partecipare di tutte le idee in maniera disordinata. È una istanziazione totalmente casuale e non orientata di diverse proprietà. Un fuoco precosmico si istanziano le idee di pinguino, di scrivani e di astuccio, ma in maniera disordinata e inconcepibile, appunto perché manca una razionalità ordinatrice.

La generazione del precosmo è quindi la razionale costante di proprietà in modo irrazionale. È un generarsi e distruggersi costante dei sensibili precosmici.

Se non avesse agito il demiurgo, il precosmo sarebbe rimasto sempre così.

Nel precosmo non c’è il tempo

C’è il tempo? Alcuni hanno detto che se c’è movimento deve esserci tempo - ma questo sarebbe vero solo se:

  1. Ci fosse l’anima
  2. Se assumessimo la definizione di tempo aristotelica di tempo come misurazione di movimento, questa non è la definizione di tempo che abbiamo trovato nel Timeo.

Per Platone il tempo è regolato solo dal numero e dai pianeti. Il tempo precosmico al limite può essere la concatenazione logica delle modifiche; ma è un’interpretazione un po’ forzata. Per Platone il tempo non ci può essere; non ci sono i pianeti e non c’è l’anima; c’è una concatenazione di trasformazioni.

53b

Qui il dio interviene e prima non era presente.

Nel precosmo gli elementi avevano delle tracce e vengono ordinati per primi dal demiurgo

Un termine problematico di questo termine è una traccia. Traccia non contiene un significato di temporalità. Una traccia è da intendersi come un oggetto che ha delle proprietà di per sè, del tutto diverse dell’oggetto di cui è traccia. Non è necessariamente qualcosa di difettivo rispetto a ciò di cui è traccia; può essere qualcosa che ha più proprietà di ciò di cui è traccia, nel senso che ne ha qualcuna in più; qualcuna in meno nel senso che non ha tutte quelle della cosa di cui è traccia. In questo senso le tracce degli elementi sono i nostri sensibili precosmici; che hanno come proprietà uno degli elementi e tante proprietà a caso, di tutte le altre idee di cui parlavamo prima.

Il demiurgo organizza il cosmo in modo razionale

Il dio configura i sensibili per come sono per mezzo di forme e numeri. Adesso il demiurgo configurerà quindi il cosmo secondo una struttura geometrica. Il demiurgo costituisce i corpi cosmici in modo che siano il più possibile belli e buoni: sono esattamente come devono essere.

Ma perché il precosmo funziona così? Perchè il demiurgo deve essere causa della costruzione geometrica e ordinata del mondo? Qual è il guadagno filosofico del Timeo in questa scelta? In questo modo nulla viene creato dal nulla - il demiurgo fa sì che il sensibile come tale, già esistente, sia prodotto. Il demiurgo è quindi deresponsabilizzato da una cosa negativa: la distruzione.

Se il demiurgo fosse responsabile del fatto che i corpi sono generati, sarebbe anche responsabile del fatto che i corpi si distruggono costantemente. In questo modo il demiurgo è davvero la migliore delle cause, perché fa sì che la debolezza intrinseca dei corpi migliori il più possibile.

Costruzione geometrica degli elementi

53c

Tutti i corpi sono oggetti tridimensionali; non tutti gli oggetti tridimensionali sono corpi (come l’anima).

Ragionamento:

53d

Perchè è un discorso verosimile accompagnato da necessità? Perchè riguarda i corpi perfetti creati dal demiurgo - corpi geometrici. Risalendo alle basi dei corpi geometrici troviamo come oggetti i triangoli elementari.

Stiamo abbassando il livello del discorso verosimile - sarà il miglior discorso verosimile rispetto ai corpi, accompagnato da necessità.

I quattro elementi sono associati ai solidi più belli. I corpi attraverso un processo di trasformazione avranno generazione gli uni dagli altri. È fondamentale che trasmutino l’uno nell’altro perché in questo modo la trasformazione non si ferma mai, e possiamo quindi trovare il ricettacolo, la base di queste trasformazioni.

Ci sono due tipi di triangoli di cui sono fatti i corpi:

54a

Tra un numero illimitato di scelte il demiurgo farà la scelta migliore.

54b

Lui fa il miglior discorso verosimile, ma se qualcuno lo confuta, e questo non capiterà mai perché è il miglior discorso possibile, bella.

Qui Platone ce l’ha con Democrito e gli atomisti - gli atomi di Democrito hanno forme assurde, e Platone da un lato ce l’ha in mente, dall’altro siamo davanti a una specie di damnatio memoriae.

54c

Ogni solido è costituito da facce, e ogni faccia può essere suddivisa in triangoli. Se io distruggo un corpo mi rimangono i triangoli, che si possono riaggregare. Riaggregandosi, possono ritrovarsi in uno stesso corpo, a patto che siano triangoli dello stesso tipo. Un corpo fatto di triangoli isosceli non potrà riaggregarsi in triangoli scaleni, ma solo isosceli.

L’unico corpo composto da triangoli isosceli è la terra. La ragione è di ordine matematico - questo lo giustifica ad avere questa struttura, ed è una soluzione a posteriori. Per Platone i metalli sono liquidi condensati, mischiati con un po’ di terra.

54d

Capiamo il modo in cui ciascuna forma ha avuto generazione.

55 a,b,c,d

Corrispondenze solidi-elementi

Questo tetraedro è il primo solido regolare, il primo solido perfetto. L’obiettivo di Platone qui è quello di associare gli elementi ai solidi più belli possibili, e quelli perfetti sono i più belli possibili. Corrisponde al fuoco.

Perchè la terra non si mescola agli altri elementi: i solidi regolari sono un numero limitato; c’è 1 solido regolare che non può essere costituito da triangoli rettangoli: il cubo. Il cubo si costruisce a partire da un triangolo isoscele. Per questo un elemento rimane fuori.

Da una particella d’aria posso produrre quindi 2 particelle di fuoco.

In totale 24 triangoli isosceli.

Tradizionalmente però i solidi regolari perfetti sono 5, e non 4.

Altre intepretazioni vedono il dodecaedro come una figura interna al cosmo. Questo non si capisce bene, è un po’ una sbavatura perché Platone cerca di far quadrare tutto ma forza un po’ il discorso.

Nel passaggio dal fuoco all’aria, la trasformazione si basa sulla scomposizione e ricomposizione dei solidi. 2 particelle di fuoco formano 1 particella, e la faccia mancante esce con il fumo e diventa aria.

Problema delle facce bidimensionali

Problema dell’esistenza di più mondi

A questo punto tira di nuovo fuori l’opzione degli infiniti mondi degli atomisti per distruggerla. I solidi regolari sono finiti, i mondi sono per forza finiti. Ma perché i cosmi potrebbero essere o 1 o 5? 5 sono i solidi elementari, i corpi perfetti.

Questo sarebbe un discorso verosimile, ma vediamo perché è sbagliato.

Il discorso verosimile sul cosmo che Platone sta facendo ha come testimone il demiurgo, che ci ha dimostrato che il cosmo è solo 1.

55e

È l’elemento più immobile e il più adatto ad essere plasmato, e il più stabile perché i suoi triangoli isosceli hanno lati uguali e perché è quadrangolare.

Platone qui sta derivando delle caratteristiche fisiche a partire da caratteristiche geometriche. La fisica platonica si basa sulle caratteristiche geometriche degli elementi.

56a

L’aria è la forma più acuta, più soggetto al movimento, e la più leggera. Il fuoco taglia gli altri elementi.

56c

Il dio persuade la necessità e costruisce un mondo con proprietà fisiche che derivano dalla matematica. Il mondo fisico di Platone è un mondo intrinsicamente matematico. Ogni singola parte del cosmo è caratterizzata dalla razionalità del demiurgo, una razionalità tridimensionale legata alla stereometria, la branca della matematica che studia i solidi geometrici.

Le forme sono troppo piccole per essere viste.

Senza il demiurgo è impossibile spiegare la razionalità del cosmo.

La configurazione stereometrica (di un elemento) è il tipo di solido regolare a cui corrisponde.

56d: la terra non può diventare altri elementi

56e: dall’acqua si generano due parti di fuoco e una di aria

57e: se c’è un equilibrio totale non c’è movimento

58a: perché la trasformazione degli elementi non si esaurisce

Se elementi simili si avvicinano ai loro simili e si allontanano da quelli diversi, a un certo punto si potrebbe raggiungere una stasi. L’anima cosmica invece imprime loro un movimento circolare che non si esaurisce mai, e non permette che ci sia vuoto, o al movimento di esauirsi.

Gli elementi sono spinti verso il centro da una forza centripeta. Quindi le ragioni dell’eternità del movimento all’interno del cosmo ha ragioni diverse da quelle del movimento eterno del precosmo.

58b - 60e: trasformazioni reciproche degli elementi

Dopo questo Platone continua a parlare degli elementi e di come si aggregano. Di come noi vediamo gli elementi come aggregati e questi aggregati possono essere misti: abbiamo per esempio dei corpi che sono costituiti per lo più da un elemento ma anche da altri. Ci fa capire che ci sono diversi aspetti degli elementi. Anche i metalli per platone sono liquidi e distingue liquidi che sono sempre in uno stato liquido, o liquidi che sono più naturalmente in uno stato liquido come l’acqua e liquidi che invece sono in uno stato condensato come i metalli ecc ecc. In questo modo Platone finisce per mappare tutti gli oggetti che noi vediamo sulla base di aggregazioni elementari, possiamo leggere la realtà come aggregazione di elementi che mutano. Di fatto non è tanto diverso da quello che andrà a fare quando analizza il corpo umano. Anche il corpo umano è una strutturazione specifica degli elementi in un certo modo.

Terza parte: il corpo degli esseri umani

Da 68d siamo nella terza parte del racconto, quella che riguarda gli esseri umani. Noi avevamo già avuto un’anticipazione in particolare sull’anima umana quando il demiurgo descrive le leggi del fato e le fa osservare alle anime: lì si diceva che quando c’è una incorporazione dell’anima irrazionale si producono delle reazioni che danno vita alle parti irrazionali dell’anima che sono dette mortali. Lì si parlava di queste sensazioni irrazionali a cui si accompagnavano delle sensazioni specifiche. Da questo punto in poi Platone va a riprendere quel nucleo e lo svilupperà.

68d

Il dio autosufficiente e assolutamente completo è il cosmo. Il demiurgo è l’artefice di ciò che è massimamente bello e buono, cioè del Bene. Questa potrebbe essere, in una interpretazione letterale, una indicazione del fatto che il demiurgo non è responsabile di generare qualcosa in senso stretto, ma è responsabile di fare sì che ciò che generato sia buono.

68e: distinzione tra cause divine e necessarie

Vengono distinte cause divine e cause necessarie (concause). Il demiurgo si serve delle concause, ma costruisce lui stesso il bene.

Le cause divine vanno ricercate in ogni cosa in quanto l’anima è in ogni cosa e quindi ogni cosa ha una parte divina. Tuttavia tutto ciò che riguarda il mondo fisico ha a che fare con le cause necessarie. Attraverso le cause necessarie possiamo cogliere il divino. L’esempio più chiaro di ciò è il movimento divino degli astri e il suono armonico: si tratta di fenomeni fisici, esclusivamente percebili in una dimensione corporea, attraverso cui possiamo cogliere la divinità. Ci aiutano a comprendere la divinità.

Generazione dell’essere umano

69a: i due generi di cause sono materiali per artigiani

Le concause sono come materiale per artigiani per Timeo, demiurgo di discorsi. Questo significa che Timeo sta rivendicando la bontà e la perfezione del suo racconto, si sta sovrapponendo alla figura del demiurgo.

Il coronamento rimanda alla testa e alla razionalità. Timeo sta anche stabilendo un parallelo tra il suo discorso e il cosmo. Sono entrambi interi con una struttura olistica, formati da parti non omeomere; inoltre finire il discorso significa finire di raccontare la generazione del cosmo, un racconto che si deve ancora concludere. Deve coronare il suo discorso anche nel senso che lui, demiurgo di discorsi, deve completare il suo vivente, il cosmo.

Timeo afferma che vuole anche portare a termine il suo discorso in maniera armonica. Sicuramente non ci sarà una conclusione aporetica. Inoltre l’ultima parte del discorso, che Timeo sta per tenere, avrà una saldezza epistemologica molto inferiore rispetto a ciò di cui abbiamo parlato finora, dato che abbiamo avuto a che fare con cause divine, mentre ora avremo a che fare con viventi individuali e le loro parti, e il discorso su di essi sarà incerto. Timeo ci sta fornendo un criterio epistemologico per valutare i contenuti della parte di racconto che si accinge a completare.

Il criterio sarà quindi armonizzare il discorso rispetto al discorso precedente, cioè controllare volta per volta che ciò che viene detto sia coerente con le premesse stabilite nelle altre parti del dialogo.

69b: l’opera creatrice del demiurgo, in ordine, dall’inizio

Timeo sta facendo riferimento all’ordinamento del cosmo ad opera del demiurgo, secondo una composizione geometrica.

Ripercorre e riordina tutta l’azione del demiurgo, a partire dall’ordinamento proporzionale degli elementi del precosmo. Per essere messi in proporzione questi elementi dovevano però essere composti geometricamente.

69c: gli dei minori danno un corpo all’anima individuale

Il demiurgo crea i viventi divini e incarica gli dei minori di dare vita ai viventi mortali. Questi prendono l’anima individuale, producono con un tornio un corpo mortale (un tornio rimanda a una composizione circolare e perfetta, quella della testa, che è sede della parte divina e razionale) - e poi producono il resto del corpo come un supporto per la testa.

69d: parti irrazionali dell’anima

Viene di nuovo descritta la nascita per reazione delle parti irrazionali dell’anima, quella desiderativa e quella animosa.

69e: giustificazione del collo sulla base dei movimenti

La prima barriera tra la parte razionale e quella animosa è il collo.

Nel collo possono passare solo movimenti lineari, come in tutto il resto del corpo. Questi movimenti sono legati alla parte irrazionale dell’anima. La testa invece è sferica, in quanto c’è un vero e proprio isomorfismo tra la testa e i movimenti circolari dell’anima razionale. Nel collo non sono possibili movimenti circolari.

Anche nel diaframma inseriscono una barriera tra la parte animosa e quella irrazionale. Quella animosa deve infatti operare in armonia solo con quella razionale, ed esserne indirizzata. Questa barriera a differenza della prima non cambia il tipo di movimento, ma è una separazione tra componenti fisiologiche.

70a: la parte animosa la mettono nel torace

Perchè deve dare ascolto alla parte razionale e tenere a freno i desideri.

70b: posizione e compiti del cuore e dei polmoni (modello psicofisiologico)

Il cuore è il luogo dove convergono tutti i vasi. Quando la parte animosa riceve dalla parte razionale l’annuncio che si sta verificando qualche azione ingiusta, il cuore fa sì che la parte razionale prenda il controllo, costringendo i suoi arti ad obbedirgli. I polmoni si trovano intorno al cuore e hanno una composizione spugnosa e hanno il compito di far raffreddare il cuore attraverso il respiro e il bere. Il cuore quando ha una forte animosità può espandersi e sbattere contro i polmoni, che lo raffreddano, in questo modo favorendo la ragione.

Gli stretti passaggi sono le vene, i vasi, le cavità attraverso cui passa il sangue. Attraverso questi stretti passaggi arrivano delle esortazioni alle altre parti del corpo.

La dinamica è questa: arriva alla razionalità il segnale che c’è qualche pulsione sbagliata all’interno del corpo, arrivano questi impulsi alla parte razionale che trasmette impulsi alla parte animosa, e questa attraverso questi canali stretti costringe le altre parti a calmarsi, o ci prova. Questa roba sembra metaforica ma non lo è.

Tutto ciò si può leggere in termini psico-fisiologici. C’è una sensazione di disagio fisico dovuto a un eccesso di qualche tipo (mangiato o bevuto troppo ad esempio), e questo viene percepito come un attacco interno dalla razionalità. Recepisce i movimenti lineari scomposti del corpo, li decodifica, capisce qual è il problema e allora trasmette i comandi attraverso l’interazione tra i suoi movimenti circolari e i movimenti rettilinei del sangue al cuore per calmare quelle pulsioni. Il cuore cambia questi movimenti rallentando o accelerando le pulsazioni, perché la modifica di pulsazioni ci aiuta ad affrontare questa o quella circostanza.

Questo è l’enorme vantaggio del modello psicofisiologico: si possono spiegare eventi che sono borderline tra la reazione fisiologica e quella psicologica con un unico sistema, e a una componente che potete leggere in termini fisiologici puri e un altro che potete leggere in termini psicologici.

Esempio: vi impaurite, vi batte il cuore più veloce. Il meccanismo è che quando avete paura batte il cuore, non è che il cuore vede l’oggetto della paura. Se non percepissimo o vedessimo che c’è una circostanza che produce paure e che richiede una spinta animosa, non si potrebbe percepirlo, a percepirlo è l’anima razionale che valuta la situazione in modo più o meno corretto e dà a quel punto un impulso specifico al cuore che vi spinge a fare qualcosa.

Questo vuol dire che il corpo reagisce in modo corretto sempre in base alla nostra percezione di ciò che accade. Ciò significa che se siamo coraggiosi e ci troviamo in una situazione in cui abbiamo paura possiamo valutate in modo corretto quella circostanza e quindi La testa manderà al corpo un messaggio per garantire una reazione commisurata e corretta, quindi il cuore batterà per un fine giusto, per darvi la forza di combattere o per scappare, se è giusto.

Se invece l’anima razionale non legge bene le situazioni probabilmente non sarebbe in grado di gestire in modo corretto queste reazioni psicofisiologiche, potrebbe reagire male e il vostro assetto fisiologico, sarà manifestazione di questa reazione sbagliata.

L’anima razionale dà degli impulsi che si trasmettono in modo cinetico, cioè trasferendo i movimenti circolari in movimenti rettilinei, e da un certo tipo di impulsi e gli altri organi il cuore per primo reagiscono in modo congruo. Più sono sbagliate le letture dell’anima razionale, più gli impulsi saranno sbagliati più il cuore e gli altri organi reagiranno male. Più reagiscono male e più si allenano a reagire male e di rimando a segnalare male le situazioni interne all’anima razionale ecc ecc. Però quando uno dice che l’anima razionale è dominata dalle altre, intende che è indebolita da segnali sbagliati e non riesce a far fronte a pulsioni interne.

La capacità di valutare la realtà in modo virtuoso, “allenando” questi movimenti tra ragione e cuore, si dà nell’educazione. Questo è molto importante nella Repubblica e nelle Leggi; nel Timeo viene posta la base psicofisiologica che rende poi possibile in quei dialoghi sviluppare questo tipo di discorso.

Al battere del cuore è legato anche Eros, nei vari dialoghi legato alla parte animosa, cosa che può aiutare la razionalità a elevarsi o può allearsi con la parte desiderativa.

70c-d: funzione dei polmoni

Fuoco perché il sangue che è rosso ha soprattutto particelle di fuoco dentro… ed è il fuoco che si ricollega al sangue.

Gli dei costruiscono il polmone intorno al cuore. Secondo Platone nel polmone converge non solo l’aria ma anche l’acqua. Il polmone viene congegnato in modo tale da facilitare le funzioni del cuore, la struttura del polmone è abbastanza ragionevole, è spugnoso, si gonfia e rappresenta un cuscino per il battere del cuore. Poi ovviamente le scarse competenze di fisiologia fanno sì che si possa pensare che ci siano acqua e aria nel polmone, ma a partire da questo assunto che per noi è sbagliato, comunque la conclusione fisiologica è che aria e acqua nel polmone servono a raffreddare gli impulsi del cuore che essendo il posto dove si concentra il sangue sarà un posto anche molto caldo. Questo è il tipico modello di fisiologia teleologica.

70d: la costituzione del corpo ad opera degli dei minori è teleologica

Sono tutte finalità: affinché il cuore possa servire la ragione e l’animosità. Cioè la struttura stessa dell’organo è teleologicamente orientata alla realizzazione di alcune funzioni psicologiche. Poi è chiaro che il cuore deve essere raffreddato ma serve anche a far circolare il sangue. Si dirà che serve pure a far circolare il nutrimento quindi è fondamentale che ci sia tutto questo, tuttavia l’analisi fondamentale è di natura teologica e psicologica.

Questo è il quadro fondamentale di tutta questa parte, la cosiddetta parte medica del Timeo che avrà una enorme celebrità grazie a Galeno che ci scrisse un commento e che le utilizzò come una delle fonti autorevoli. Nel Syllabus Rif.

T2 trovate le parti del Fedro, trovate l’immortalità dell’anima attraverso l’auto motricità e generalmente li si dice che siccome l’anima è tripartita nel Fedro e si dice che l’anima è immortale e ci sarebbe un problema di incoerenza col timeo. È vero solo in parte. Il Fedro ha una impronta mitica molto forte, non c’è l’apparato epistemologico che ha il Timeo, e quindi è meno affidabile se vogliamo ma c’è un altro punto cioè l’immortalità dell’anima lì è legata alla automotricità, cioè l’anima è immortale nella misura in cui è automotrice. L’unica anima automotrice che troviamo nel Timeo è l’anima razionale, se non ci fosse l’innesto dell’anima razionale dentro il corpo non ci sarebbe nessuna costruzione fisiologica e nessuna motricità per l’anima mortale. In questo senso se prendiamo alla lettera quella dimostrazione ci viene fuori che solo la parte razionale è quella immortale perché tutto questo discorso vale nella misura in cui noi diamo il primo impulso all’anima razionale. E poi si innesca tutto ovviamente e tuttavia la caratteristica fondamentale dell’anima automotrice sta solo nel razionale. In questo senso il Timeo sta a rappresentare una summa del pensiero platonico anche da questo punto di vista dove i vari sentieri interrotti della psicologia platonica fedone, fedro, repubblica vanno a trovare una sistematizzazione abbastanza forte.

70e: la parte desiderativa si trova nel fegato

La parte desiderativa dell’anima viene posta nel fegato, incatenata come una bestia selvaggia, e bisogna fornirgli nutrimento. Deve essere tenuta il più lontano possibile dalla parte razionale, per permettere ad essa di svolgere le sue funzioni senza essere disturbata.

Il termine fondamentale qui è “Bisogno”, subito si inquadra l’aspetto fondamentale della teoria dell’anima del pensiero dell’anima desiderativa di Platone che nel Timeo è cruciale. L’anima desiderativa è lì perché va a coprire delle esigenze intrinseche al corpo dell’essere umano come vivente biologico. Questo ci fa capire che non è possibile per Platone eliminare questa componente: se non avessimo la parte desiderativa non potremmo tendere a soddisfare le cose che sono intrinsecamente proprie del vivente, ovvero nutrirsi, e senza nutrimento il vivente muore.

C’è poi un limite, una misura in tutto questo, ma ciò non implica in nessun modo che si possa fare a meno di questa componente. Bisogna gestirla. La prima cosa interessante del passo come viene presentato: “La forma desiderativa dell’anima, volta a cibi e bevande e a tutto ciò di cui ha bisogno a causa della natura del corpo”

71a: fegato 1

Il fegato si fa fuorviare da immagini e apparenze. Per questo motivo è creato come uno specchio denso, liscio e lucido che riproduce le impressioni della ragione e ne crea delle immagini.

71b: fegato 2

La ragione sfrutta questa caratteristica per intimorire il fegato, stringendolo fisicamente e procurando dolori e affanni.

71c: dolcezza

Il fegato possiede il dolce e l’amaro, e la dolcezza viene sfruttata, in particolare, dalla parte razionale per indurre la divinazione notturna.

Ci sono quindi tre modi con cui la parte razionale agisce su quella desiderativa:

71d-72a: divinazione

Gli dei danno agli uomini la capacità divinatoria per permettergli di entrare in contatto con la verità.

La divinazione si realizza in particolare nel sonno e quando non si è in generale in contatto con il proprio intelletto, ad esempio in una condizione di mania divina.

Gli oracoli hanno una qualche forma di intelletto inferiore, che gli permettere di leggere la sorte in ciò che accade, ma ciò che qui Platone ci vuole dire è che questo tipo di conoscenza non si avvicinerà mai alla vera conoscenza, quella filosofica.

72c: la milza

Sta al fegato nello stesso rapporto in cui i polmoni stanno al cuore, lo aiuta a svolgere meglio le sue funzioni. Il funzionamento di depurazione della milza è simile a quello del fegato. Il fegato si restringe, viene costretto dalla bile e poi si rilassa, producendo in questo modo dei detriti che poi passano alla milza, che si gonfia e li metabolizza assorbendoli, e in questo modo il potere distruttivo della bile viene contenuto.

Milza e ragionamento teleologico

È chiaro perché Platone vuole che gli dei costruiscano la milza, in questo caso stiamo parlando di un livello individuale e corporeo, non di livello più alto, è chiaro che il punto si ha a posteriori, io so che l’essere umano ha la milza e devo spiegarlo; però è vero che posso renderlo come ragionamento a priori, cioè l’anima desiderativa ha bisogno di una sede, il fegato è la sede migliore per l’anima desiderativa per come è fatto, l’attività fisiologica del fegato implica la presenza di scorie, dunque mi serve un organo che smaltisca queste scorie, mi serve la milza. Quindi il ragionamento continua a funzionare anche se lo prendiamo dal punto di vista teleologico.

72d

Tipica cerniera epistemologica che ci dice qual è il livello del racconto verosimile. Questa ipotesi per cui il dio conferma, ha sede nel vero, che dice che le cose stanno così lo abbiamo già fatto, in un passo in cui il Dio testimoniava che il cosmo è uno soltanto e perfetto (55b) quello era il dio che testimoniava, e in quel modo si rimandava la dimostrazione dell’unicità del cosmo. In quel caso il dio non può testimoniare, e possiamo solo seguire il ragionamento del demiurgo; ma qui no, evidentemente è impossibile seguire questo ragionamento, perché si sta parlando di componenti del corpo umano, che non sono creati dal demiurgo, ma gli dei secondari, che hanno uno statuto epistemologico che è ancora inferiore all’individuo. Cioè un individuo almeno è istanziazione di alcune idee, vivente, essere umano ecc. Le sue parti sono componenti fisiologiche che vengono messe dagli dèi inferiori, quindi il livello di radicamento dell’intelligibile di queste parti è assolutamente minimo.

Noi per dire cose vere su queste parti abbiamo pochissime basi. Questa è quindi una cautela che sta mettendo Timeo, al contempo rimane il miglior discorso verosimile possibile. Il pattern è sempre lo stesso, abbassamento di livello epistemologico oggettivo ma il discorso rimane il migliore possibile nell’ambito di quegli oggetti specifici.

72e: il modo in cui il resto del corpo ha avuto generazione

È opportuno seguire il ragionamento migliore possibile, però stiamo facendo un ulteriore passo verso il particolare, l’individuale, ciò che è parte, e quindi la nostra possibilità di stabilire con certezza come stanno le cose è sempre più bassa. Il tema di questa ultima parte è il modo in cui ha avuto generazione il resto del corpo. Questo riprende esattamente il tema del racconto di Timeo che era stato posto nel proemio, a conferma del fatto che non è vero che il racconto di Timeo riguardi solo se il cosmo abbia avuto generazione, ma riguarda il modo in cui ha avuto generazione se ha avuto generazione. A questo punto del racconto, anzichè dire che il cosmo ha avuto generazione dice il resto del corpo, la formula è sempre la stessa e poi via via ci può far passare il tema specifico che gli interessa in quel momento del racconto. racconto.

Gli dei minori, nella loro opera creativa:

73a: l’intestino è strutturato in modo da contenere i desideri

L’intestino non è un tubo che va dritto, ma ha delle anse che servono a prolungare la digestione per non darci immediatamente un senso di fame dopo aver mangiato, trattenere la pienezza nell’essere umano, rallentando l’assorbimento dei nutrienti. Non è una spiegazione peregrina, perché l’apparato digerente funziona anche in questo modo.

Più o meno gli organi interni li abbiamo guardati, ciascuno ha una funzione specifica, e il modo in cui è fatto l’intestino serve a contenere l’aspetto desiderativo.

73b: il midollo

Questa sezione è molto strana e porterà poi alla formazione delle ossa, ai nervi, alla carne, ai capelli e alle unghie. Ma è comprensibile perché il midollo ha la proprietà di connettere il cervello, la sede dell’anima razionale, a tutto il resto del corpo e poi dalla spina dorsale, attraverso le ossa, si irradia progressivamente a diversi gradi di intensità.

Questo produce una rete di comunicazione ulteriore oltre quella dei vasi. Il midollo e i vasi, a due livelli diversi, consentono all’anima razionale di arrivare alle estremità del corpo; dove c’è osso c’è midollo. Il problema è che ovviamente è un po’ ambiguo perché non può dire che l’anima razionale arriva fino alle dita; l’anima razionale deve stare in una sede adeguata, non può dire che il midollo e le ossa sono immanenti psichici perché il midollo lo posso toccare e quindi qui il discorso verosimile davvero arriva a una tensione, nel senso che c’è un tentativo di dare una spiegazione affidabile, che però scricchiola.

73c: in che senso i triangoli sono massimamente uguali?

Qual è una cosa che se uno dovesse sottoporre il passo a una analisi molto serrata darebbe problemi? Il problema è che viene ipotizzata l’esistenza di alcuni triangoli, più regolari e lisci: ma già da prima lavoravamo con triangoli assolutamente regolari e lisci. Triangolo è un triangolo, cioè questa caratterizzazione fisica del triangoli tornerà, però è un elemento di assurdità, perché non è che un triangolo è più liscio di un altro, il triangolo o è perfettamente liscio o non è un triangolo.

La perfezione della figura geometrica dovrebbe essere garantita, altrimenti non avrete un triangolo, immaginate di fare un tetraedro con i triangoli storti, non viene il tetraedro.

Platone dice così perché in effetti questi sono triangoli che costituiscono facce di corpi fisici, e quindi c’è una deformazione possibile, peròsi esprime in modo estremamente approssimativo anche se è una approssimazione normale nel passaggio da una teoria geometrica complessiva alla sua applicazione fisica. Questo lo vedremo in un modo costante, non è un errore è una approssimazione che sta dentro alla debolezza epistemologica del discorso che ora sta producendo. In ogni caso il midollo è fatto di tutti gli elementi, ma selezionati in modo che siano il più puri e perfetti possibile.

73d: Compatta un po’ di midollo fa una piccola sfera è quella del cervello.

Platone estende l’omogeneità del composto a tutta la catena, cervello, cervelletto, midollo spinale, midollo osseo ovviamente la priorità va al cervello.

Ma perché tutta questa attenzione sul il midollo? Il midollo non è la parte più visibile in un corpo umano, quindi non è una cosa che devi spiegarmi cosa serve, in fondo è un dettaglio, invece lui ci insiste molto. Poniamo lo scenario in cui lui non mettesse il midollo nel corpo umano: in questo caso, potrebbero verificarsi nei vasi dei movimenti dell’anima ma è come se mancasse in questo caso un supporto fisiologico per l’esplicazione di questi movimenti**,

Il midollo è particolarmente puro e ben formato perché viene disegnato come il miglior conduttore degli impulsi psichici. Il midollo è un materiale fisiologico che è predisposto dalle divinità per condurre al meglio gli impulsi psichici, è chiaro che dove è più concentrato, più dritto, sarà più forte nelle dita sarà minore, mentre nella spina dorsale sarà maggiore. Non è una parte dell’anima ma è un supporto per la trasmissione dei suoi movimenti.

L’immagine è molto strana, lui parte dal midollo, il suo essere umano in questo momento ha gli organi, un cervello, è chiaro che è tutto in modo sincronico, dal cervello scende il midollo spinale e poi come da una nave si butta l’ancora, immaginate di fare questa operazione per ogni diramazione del midollo. Il midollo gestisce le interazioni psichiche, diventa il mezzo col quale le interazioni psichiche si realizzano nel modo diretto e puro.

73e: composizione delle ossa

Quindi prende particelle di terra, passare a setaccio vuol dire che sono particelle lisce, cioè non è la terra del giardino, ma ha una costituzione più raffinata. La unisce al midollo, fa il composto, gli dà una forma, lo mette nel fuoco e poi nell’acqua e poi ancora nel fuoco nell’acqua. Perché mette fuoco, acqua, fuoco, acqua? Agisce come un fabbro, non a caso le ossa sono la parte dura, sta riprendendo l’immagine dell’artigiano

Perché tutta questa roba? uno potrebbe dire che tutto questo è inutile alla narrazione, Timeo avrebbe potuto dire che il dio fece le ossa dure e basta. Perché invece ci spiega come sono fatte le ossa e quella parte del fuoco, acqua, perché? È un modo per esprimere la profonda razionalità con cui ha organizzato il corpo umano.

Prima di tutto entrando nel dettaglio l’assunzione della spiegazione teleologica non è più una assunzione. Platone ci sta dicendo che è in grado di spiegarci come funziona la teleologia. Cioè come vi ho spiegato attraverso un ragionamento saldo come il dio ha fatto il corpo del cosmo e perché, ora posso dire anche come le divinità hanno costruito il corpo umano seguendo il loro agire teleologico. Questo è il punto fondamentale, questa è la parte più importante del Timeo, perché è come se vedessimo gli dei comunicare con noi, vediamo la dinamica teleologica.

Però possiamo anche fare un altro esempio, la narrazione rimane uguale, ma togliamo tutti i riferimenti agli elementi che ci sono nel passo. Perché può servire, in aggiunta a quello che abbiamo detto, anche questo riferimento costante agli elementi. Gli elementi sono i tasselli fondamentali del cosmo e del nostro corpo. Costruire in modo vago senza fare riferimento agli elementi avrebbe violato il parallelismo tra microcosmo e macrocosmo.

Radicare il discorso agli elementi garantisce una salda base fisica. Grazie al fatto che noi sappiamo che la carne è fatta di una mescolanza di elementi, di particelle di fuoco ecc. possiamo spiegare le malattie.

conoscendo le mescolanze di tutti gli elementi come faccio a spiegare la febbre? Avrò una concentrazione di fuoco. Tutta questa roba sembra peregrina, ma se ammetto che ogni corpo ha la sua base nei corpi elementari, in una certa proporzione e disposizione, allora è chiaro che la carne è fatta dei quattro elementi secondo una certa disposizione, la divinità opera in modo razionale e io posso spiegare le varie alterazioni giocando sugli elementi, esattamente come spieghereste le alterazioni dei metalli giocando su raffreddamento riscaldamento.

Questo paradigma descrittivo ha un grande potenziale esplicativo e mantiene il parallelismo microcosmo e macrocosmo, preservando il valore della teleologia. Questa storia ha un enorme vantaggio per Platone.

Abbiamo cervello e midollo, comincia a fare l’osso attorno al cervello circolarmente. Lasciando uno stretto passaggio all’altezza del collo.

74a-b

Il demiurgo posiziona le vertebre intorno al midollo spinale. Osserva che le vertebre hanno garantito una certa flessibilità. Perché abbiamo nervi e carni? Perché dopo che abbiamo prodotto ossa e midollo rischia di rompersi, quindi dobbiamo coprire il tutto per renderlo più armonico e sicuro.

I nervi secondo gli antichi non trasmettevano impulsi nervosi, ma hanno la funzione dei tendini. Sono una grande rete di tendini con la funzione di trattenere le ossa, mentre gli impulsi erano trasferiti al midollo e ai vasi, al sangue. Le carni invece sono l’imbottitura del corpo.

74 b-c

Le carni hanno dentro sia acqua che fuoco e possono rilasciare acqua e fuoco in base alla necessità. Oltre alla protezione meccanica della carne che protegge gli organi, hanno anche una funzione di interazione elementare che nutre e supporta gli organi in vista degli attacchi dall’esterno. Questi attacchi esterni ci ricordano la città che viene attaccata dall’esterno all’inizio del dialogo; e che non c’è alcun elemento al di fuori dal corpo del cosmo; tutto il ricettacolo è stato impiegato e il demiurgo li mette tutti dentro perché altrimenti avrebbero potuto attaccare il corpo del cosmo dall’esterno mentre la perfezione del corpo del cosmo implica che non ci sia nulla all’esterno, noi non siamo perfetti come il cosmo: dall’esterno ci può attaccare il freddo, il caldo

Quindi non potendo attaccare a noi la saldezza del corpo del cosmo gli dei ci danno un altro tipo di protezione, ci coprono in modo che gli attacchi esterni non siano troppo violenti.

74d: carni e tendini

Qui è come se ci stesse dando la ricetta della carne, prendete una certa proporzione di tre elementi poi ci mettete un’altra mescolanza di elementi, come se stesse mappando chimicamente il corpo umano con la chimica degli elementi.

La carne sarà una proporzione degli elementi trattati in un certo modo, il midollo sarà una certa proporzione di elementi trattati in un certo modo.

Poichè i nervi sono un’unica mescolanza derivante dall’osso, immaginate anche i tendini, c’è un’affinità tra queste parti che però non possono essere dure come le ossa, e quindi ci aggiunge il composto delle carni che è molle, e quindi così avete un prodotto intermedio tra la durezza delle ossa e al durezza delle carni - i tendini.

In questa narrazione il midollo viene rivestito di nervi e poi dalla carne gli organi interni già c’erano e quindi più o meno abbiamo un essere umano perfezionato. Non basta perché una parte che non leggeremo manca l’apparato respiratorio che richiama la parte della nutrizione…

74e

La carne viene inserita in modo inversamente proporzionale alla capacità psichica delle ossa in questione. -Il ragionamento è che se avessimo una distribuzione regolare della carne ovunque, a parte sarebbe controintuitivo, perché vediamo che in certe parti del corpo abbiamo più carne che in altre, ma poi avremmo anche una omogeneità nella percezione e nel ragionamento, ma non è così, nel nostro corpo ci sono alcune parti che hanno una efficacia percettiva maggiore (la mano percepisce molto di più che la pancia).

Nei luoghi in cui o la carne non serve perché non deve proteggere un osso, ma c’è un’articolazione, o i posti in cui serve che le ossa siano più esposte, c’è meno carne, e in effetti c’è una parte del corpo con molta meno carne: la testa, e infatti vedremo che avrà il problema di spiegare perché non mette carne intorno alla testa.

Gli dei avrebbero potuto mettere più carne intorno alla testa, non era impedito loro, ma se lo avessero fatto ciò avrebbe impedito la percezione e senza percezione non si può arrivare alla conoscenza e allora hanno riflettuto che è meglio un essere vivente che viva meno e meglio, che un essere vivente che viva a lungo e peggio, senza percezione e razionalità.

Però poi gli si creano un sacco di problemi, non c’è la carne attorno la testa, e allora bisogna fare la pelle. Ma come si protegge la pelle dalle intemperie? Con i capelli, e spiega come si producono i capelli…

Non è che Platone su queste cose metterebbe le mano nel fuoco, se dicessi che i capelli non si fanno così, crolla il Timeo? No. però Platone dice questo è come funziona, importante è che vi “compriate” il presupposto teleologico questa è la migliore spiegazione secondo lui.

86b - reprise

Facciamo un salto e arriviamo a 86b Nel mezzo Platone ha continuato a costruire il corpo umano e i condotti respiratori, che hanno una funzione nutritiva. Ha spiegato la chimica della respirazione e della nutrizione, ci sono un’altra serie di digressioni molto interessanti che non abbiamo letto, come una sezione in cui sembra che Platone sia un sostenitore del vegetarianesimo, perché le piante sono congegnate dagli dei come nostro nutrimento, e si afferma che le piante hanno un’anima desiderativa e non razionale e poi si parla delle malattie del corpo che sono ricondotte, lavorando dentro la tradizione ippocratica, a degli umori a degli squilibri, soprattutto la bile che nell’antichità era l’umore fondamentale del corpo.

86b: le malattie dell’anima sono causate dalle malattie del corpo

Le malattie dell’anima sono causate dalle malattie del corpo. Se veramente ci fosse un’opposizione netta tra anima e corpo in Platone questo sarebbe assurdo.

Com’è possibile? Quando si fa riferimento alle condizioni patologiche del corpo si parla dei suoi moti rettilinei, che incidono sull’anima razionale (moti circolari), e sul complesso psichico.

Esistono due generi di malattia dell’anima: follia e ignoranza. In realtà non c’è una distinzione chiara e sostanziale, sono due aspetti delle malattie dell’anima.

Piacere e dolore nel Timeo sono due aspetti di disequilibrio: quando l’armonia naturale subisce un disequilibrio, si produce una percezione dolorosa oppure di piacere. Quando piaceri e dolori sono eccessivi, è perché non sono puri. In Platone esistono piaceri puri, quelli legati all’intelletto e anche in parte alla sensibilità - una vista piacevole, e l’udito.

86c

Chi è in preda ai dolori e ai piaceri non ha abbastanza attenzione per ascoltare qualcosa in modo corretto e non può ragionare.

Ipersessualità: Chi persegue in modo abnorme i piaceri sessuali è in una condizione patologica che viene attribuita all’anima, che però dipende da una condizione fisiologica. Per Platone il liquido seminale viene dal midollo. I movimenti lineari eccessivi sono segno di un disordine dell’anima desiderativa; vanno a corrompere l’anima razionale, che cosìnon riesce più a dominare le pulsioni razionali; un circolo vizioso.

Platone deve dimostrare che questa condizione patologica non è voluta, ma è una malattia. Se fosse voluta, infatti, contraddirrebbe l’intellettualismo etico:

  1. Le persone che ne sono affette non sanno di esserlo
  2. La persona può provare a fermare questi movimenti lineari, ma non è padrone dei movimenti interni al suo corpo. C’è quindi una deresponsabilizzazione? No, non è responsabile del fatto che in quel momento si dia quella condizione. È responsabile o di aver posto le condizioni perché ciò si realizzasse, avendo indebolito la sua anima razionale; è anche responsabile se non prova a portare un miglioramento.

Platone sta per la prima volta contestualizzando in senso psicofisiologico l’intellettualismo etico. Perchè è importante dimostrare questo? L’intellettualismo etico è la dottrina meno intuitiva dell’antichità, ed è importante dimostrarla a livello anche a livello organico. Sta giustificando l’architettura filosofica della sua teoria, rafforzandone al contempo la spiegazione razionale.

86d

Sezione che concretizza analogica macrocosmo-microcosmo. Fa vedere come il Timeo non condanna in sè per sè la corporeità.

87a: i succhi amari provocati dai dolori “macchiano” l’anima

Anche i **dolori deformano l’anima*+. In base a luogo in cui si verifica un dolore, io non riuscirò a fare determinate cose. Se mi fa male la testa non riuscirò a contemplare, se mi fanno male i polmoni non riuscirò ad essere valoroso in guerra, ecc.

I succhi interni non riescono a trovare uno sfogo e vanno a macchiare in modi diversi i tre luoghi dell’anima: testa, cuore, fegato; producendo così malattie diverse a seconda di come agiscono.

87b: la politica deve prevenire il vizio

Alla prevenzione del vizio è legata l’educazione. Io posso educare i cittadini a comportarsi in un certo modo; fin da piccoli il corpo dei cittadini viene esercitato a comportarsi bene, a mangiare bene, ecc.

C’è anche una dimensione politica in questo discorso, ma in generale Platone sta dando una fondazione fisiologica ad alcune tesi espresse nella Repubblica. Esempio: bisogna educare al coraggio, qui Platone ci descrive le dinamiche per cui è giusto che sia così.

87c: le cure del corpo e le condizioni positive

Andiamo a vedere ora qual è la condizione positiva del complesso psicofisiologico: come possiamo migliorarci.

Riecheggia qui il valore della kalokagathia. Qui bellezza è più specifica: è misura e proporzione. La sua definizione di bellezza è formale.

Nel Filebo siamo giunti ai vestiboli del bene quando abbiamo toccato il numero, la proporzione, il bello, ecc. Seguiamo questa strada rispettando il buono, il bello, le proporzioni.

Il vivente migliore e più perfetto sensibile è il cosmo sensibile; il vivente migliore e più perfetto intellegibile è il cosmo intellegibile, l’insieme delle idee.

87d: imitare le proporzioni dell’anima del cosmo

Ma le proporzioni più importanti sono quelle dell’anima. Il problema maggiore della bellezza risiede nel **rapporto tra anima e corpo.

Il vivente ha un corpo e un’anima in una struttura olistica; la sua perfezione si dà +quando anima e corpo sono perfettamente equilibrati tra loro e sani**.

Qual è il vivente sensibile migliore possibile, secondo questa definizione? Il cosmo. Ogni elemento nel cosmo infatti è un solido regolare, tra loro i corpi sono messi in proporzione, ha una struttura sferica, la più equilibrata di tutte; l’anima è equilibrata spazialmente, armonica, e perfettamente razionale, perché non ha componenti irrazionali.

Non dobbiamo solo aspirare a rendere la nostra anima il più simile possibile a quella del cosmo; dobbiamo anche aspirare a rendere il nostro corpo il più simile possibile a quello del cosmo.

87e

Un corpo sproporzionato non è solo brutto, è anche causa di infinite sofferenze e vizi.

88a-b: la sproporzione più importante è quella anima-corpo

La sproporzione va considerata nel complesso anima-corpo: quando l’anima è troppo colma di animosità, il corpo si riempie di malattie.

Quando invece l’anima è troppo più piccola e debole rispetto a un corpo molto forte, questo finisce per corrompersi, in quanto non riesce ad orientare al meglio i propri atteggiamenti, determinando quindi degli atteggiamenti patologici.

88c: imitare l’universo

Bisogna imitare la forma sensibile dell’universo. Come il cosmo, bisogna prendersi cura di ogni singola parte e del tutto.

88d: il corpo deve imitare il ricettacolo nel farsi scuotere dalle affezioni

Per rendere armonico il nostro corpo e la nostra anima, dobbiamo imitare il ricettacolo. Cioè dobbiamo poter subire mutamenti di un certo tipo. La condizione del ricettacolo nel cosmo è infatti una condizione buona; è soggetta a molti scuotimenti e interazioni meccaniche, ma regolate dall’anima cosmica e da un piano provvidenziale.

Dobbiamo rendere il nostro corpo simile al sostrato materiale. I movimenti fisici del cosmo sono ordinati.

Il ricettacolo non è una cosa negativa; è una cosa non solo necessaria, ma che agisce nel modo migliore possibile rispetto al cosmo.

88e: dobbiamo stabilire una amicizia nelle nostre parti interne come gli elementi

Qui sta facendo riferimento all’amicizia; lo aveva fatto prima quando aveva parlato dei rapporti tra i 4 elementi. Dobbiamo replicare i rapporti tra i 4 elementi.

89a: il movimento migliore è quello prodotto dall’interno

Produciamo armonia e amicizia nella nostra componente corporea, ma facciamo anche in modo che il nostro movimento intrinseco sia sempre attivo e commisurato. Il movimento che abbiamo sempre dentro di noi è quello dell’anima. L’anima è il motore automovente del nostro essere vivente.

Ci sono tre livelli di purificazione data dal movimento: - esercizio fisico (interno) - lavoro sulla nave (???) - l’uso di farmaci (solo nelle situazioni in cui non è possibile nessuna delle precedenti) (esterno)

La particolarità della ginnastica è che sviluppa il movimento interno. Dato che movimento interno > movimento esterno, *la ginnastica sarà migliore di un intervento esterno. Fare ginnastica implica anche che la mia anima sia disposta a sforzarsi in modo positivo per migliorarsi. Un intervento esterno, anche se raggiunge lo stesso obiettivo, non ha un valore morale.

Ciascuna di queste forme di miglioramento fisico ha un motivo psicologico diverso, intrattiene un rapporto con l’anima diverso, cosa che determina una diversa volontà di migliorarsi.

89e

Classica cerniera; Platone sta avvisando il lettore che non deve cercare qui una trattazione completa - da cercare in altri dialoghi.

90a: le tre parti dell’anima devono avere movimenti proporzionati

Bisogna sorvegliare sui movimenti dell’anima; se indebolisco i movimenti dell’anima, indebolisco l’anima. I movimenti razionali dell’anima hanno un effetto regolatore sulla parte irrazionale. Al contrario i movimenti lineari indeboliscono i movimenti circolari.

Non siamo piante, ma siamo creature celesti, le nostre radici affondano in cielo. Immagine molto poetica.

Lo statuto epistemologico è molto saldo perché è un discorso sulla divinità. Con questo focus con l’anima, dopo il discorso sulle malattie una pagina fa, Platone ci dice che il livello epistemologico è tornato molto alto. Nel Fedro ad esempio col mito della biga alata, i discorsi hanno un valore epistemologico più basso.

90b-c-d: l’anima razionale come daimon

Il daimon è una figura della mitologica greca - anche gli dei possono essere considerati demoni. In un senso più specifico, il daimon è un oggetto intermedio, una divinità anfibia, che viene dall’ambito divino ma entra perfettamente nel contesto umano. Il tipico esempio di daimon in Platone è Eros nel Simposio, una divinità intermedia. Il daimon è in grado di agire in questo mondo senza perdere la sua origine divina.

L’anima razionale dunque, intesa come daimon, È congenere all’anima cosmica ma in grado di scendere al livello sensibile.

In che senso la nostra anima può essere considerata come un demone? Dobbiamo tornare al nostro fine, alla nostra origine, perché la nostra anima razionale è della stessa materia dell’anima cosmica, e ha la stessa struttura sferica, ed è stata fatta dal demiurgo, come l’altra. C’è un isomorfismo tra l’anima cosmica e l’anima razionale. C’è un rapporto di congenericità tra le due.

In altri dialoghi Platone ci dice che l’anima è congenere anche ad altre cose, non solo all’anima cosmica. Vedi T2, T3.

T2: nel Fedone l’anima è congenere all’intellegibile

L’anima è congenere all’intellegibile. C’è una contraddizione col nostro testo insomma. Come la risolviamo? Nel Timeo c’è un livello intermedio, più vicino all’intellegibile che al sensibile, mentre qui devo scegliere tra due livelli ontologici opposti e incompatibili.

La differenza è data dal contesto dialogico: il Fedone è un dialogo specifico sull’anima, tende a spostare l’anima verso l’intellegibile, il Timeo invece non ha questa specificità.

Il punto è che il testo chiede *a quale dei due è più simile, è un comparativo. Mentre la congenericità dell’anima razionale e l’anima cosmica nel Timeo è essenziale. Il Timeo ci dà un’immagine più precisa.

In che senso l’anima è più congenere all’intellegibile che al sensibile? C’è una componente intellegibile nell’anima cosmica: il demiurgo che guarda all’intellegibile, l’incorporeità, ecc.

Non è quindi pienamente congenere, ma in parte.

T3

Qui l’anima è immortale, come in T2.

Siccome tutta la natura è congenere - l’anima si armonizza con il corpo, e tutti i viventi individuali fanno parte del vivente cosmico, risaliamo all’anima del cosmo.
Il demiurgo è la matrice della congenericità, che dipenderebbe dal suo modllo nazionale.

E se Platone stesse suggerendo una congenericità tra il vivente cosmico sensibile e il vivente intellegibile? Questa idea si potrebbe sostendere appellandosi alla struttura olistica e definita mereologicamente del sensibile, orientata verso il Bene. Questa è una congenericità complessiva tra il sensibile e l’intellegibile. Certo si tratterebbe di una congenericità particolare.

Riassumendo:

  1. La congenericità riguarda tra l’anima razionale e il cosmo nel suo insieme
  2. La congenericità fa riferimento al rapporto tra sensibile e intellegibile
  3. L’affinità di entrambi i mondi è garantita dall’azione del demiurgo.

Un’altra opzione, basata solo sulla lettura del Menone, potrebbe essere che le anime conoscono solo l’intellegibile, ma il Timeo smentisce esplicitamente questa cosa dicendo che l’anima razionale vive nel sensibile, essendo un daimon.

In definitiva, l’anima razionale è dunque congenere all’anima cosmica e in parte congenere all’intellegibile.

90c-d: seguire i movimenti circolari dell’anima cosmica

Bisogna seguire i movimenti circolari dell’anima cosmica. Bisogna limitare l’influsso dei movimenti rettilinei.

Devo sfruttare al massimo la capacità che mi ha dato il Dio di essere felice. Il sole all’inizio non illuminava, ma il demiurgo lo accende, per far sì che possiamo cogliere le armonie con la vista.

L’anima cosmica non è mai disincarnata; il nostro fine non è disincarnarci, le anime razionali si disincarnano, hanno questo privilegio. Noi dobbiamo cercare di vivere come il cosmo, incarnati ma divini.

Quindi qual è il rapporto tra noi, come persone, e la nostra anima? Io sono la mia anima? Sono il vivente che sono? Io sono il perfetto accordo tra l’anima razionale e la mia parte corporea. Quando la mia anima razionale si disincarna, torna a essere ciò che era prima.

Secondo una lettura sciatta del platonismo invece l’anima mantiene una natura personale, l’anima di Andrea è diversa dall’anima di Federico. Ma noi sappiamo che non è così: l’anima razionale nasce senza personalità, è un oggetto metafisico puramente razionale, che quando esce da me torna a essere quell’oggetto metafisico, un oggetto non specifico, non caratterizzato.

Nella misura in cui alla natura umana è concesso esser parte… Gli uomini devono poter conoscere le idee in vita, deve poter essere felice, secondo le sue possibilità. Non come conosce l’anima cosmica ovviamente, ma ad un livello inferiore.

90e: la generazione degli altri viventi

Su questa reincarnazione dei viziosi in donne non c’è un forte commitment filosofico.

91a

La costruzione degli organi riproduttivi corrisponde cronologicamente alla creazione di due viventi animati, uomo e donna.

91b: il seme è collegato al midollo (razionale), in quanto è deputato a creare un vivente

Il midollo era stato detto seme. Il seme è animato, e trova una via di sfogo, realizzando amore nella procreazione.

Apparato digerente e respiratorio non vengono quasi mai distinti.

Qui sta spiegando come gli organi sessuali sono collegati al midollo. Gli serve che il seme sia collegato al midollo: per produrre un vivente infatti dobbiamo dargli un’anima e un natura di razionalità. Questa natura razionale è deputata al midollo, che è in grado di muovere la sostanza che è alla base di ogni movimento psichico.

Platone non sta dicendo che si passa l’anima, ma il materiale che è capace di supportare la presenza dell’anima. È come se l’essere umano crescesse intorno alla sua anima. Nel produrre questo organo gli dei fanno qualcosa di buono: perché hanno garantito la continuità della specie.

Ma si potrebbe obiettare che hanno fatto una cosa cattiva, perché legata alla parte irrazionale e desiderativa. Ma possiamo vivere senza l’anima desiderativa? No, non mangeremmo, non berremmo, moriremmo. Allora dobbiamo seguire sempre gli impulsi dell’anima desiderativa sempre? No, sta a noi utilizzare questo strumento nel modo migliore possibile.

L’anima desiderativa con i suoi movimenti orizzontali nel nostro corpo non ha una via di sfogo: quando trovano una via di sfogo, producono un desiderio di emissione.

Per il pene c’è una sorta di pulsione istintiva violenta che è sorda alla persuasione. Stessa cosa avveniva per il fegato, che veniva costretto fisiologicamente dall’anima razionale a non eccedere attraverso la bile.

Insomma il pene ha modalità di interfacciarsi con il resto dell’organismo molto peculiari, che non rispondo al puro ragionamento.

91c

Una delle prime spiegazioni occidentali dell’isteria.

91d: gli astronomi si rincarnano in uccelli

Ho due viventi, maschile e femminile, dotati del desiderio di procreazione. L’atto sessuale li unisce.

Che modello c’è qui? Che rapporto c’è tra le due componenti? Non a caso l’utero viene chiamato matrice. La matrice femminile dà un contributo positivo, come la chora al sensibile.

Il vivente presente nell’utero è informe e inesteso. Gli esseri umani che guardano gli astri si reincarnano in uccelli. Guardando gli astri pensano che le dimostrazioni più salde si danno appunti negli astri; però non lo fanno nel modo giusto. Meglio di questi ci sono i filosofi; solo i filosofi passano dall’astronomia del visibile alla contemplazione delle idee.

Questo passo è pieno di contraddizioni:

Insomma Platone sta stranamente argomentando in modo estremamente contraddittorio.

91e: gli ignoranti si rincarnano in animali selvaggi - i peggiori come serpenti, completamente rivolti verso la terra, i peggiori peggiori come animali acquatici, che neanche respirano

Ma chi non è filosofo nè astronomo non è neanche al livello di essere un uccello, e si rincarna in un’animale selvaggio, perché segue i movimenti orizzontali dei propri impulsi.

Il serpente è talmente degradato che non ha più neanche gli altri ed è vincolato a terra. Gli animali acquatici hanno avuto generazione dagli uomini peggiori, ignoranti.

C’è un problema clamoroso in tutto questo passo relativo alla teodicea del Timeo: una volta che tutti gli uomini sono diventati animali, come fanno a tornare uomini? L’unico modo per salvare questo modello è che ci sia una circolazione; che chi si è reincarnato in un animale si possa reincarnare nuovamente in un essere umano.

Gli animali infatti non sono capaci di compiere le attività che elevano nel Timeo la vita degli uomini, trasformandoli in filosofi:

Gli animali, a causa della loro struttura fisica (sono vicini alla terra e non possono guardare il cielo) sono impossibilitati a fare queste attività.

Secondo questa interpretazione gli dei quindi impediscono agli uomini che non hanno visto le idee possano vedere per sempre, e negandogli la conoscenza, per l’intellettualismo etico, negano loro anche la felicità.

Ma tutto ciò non è possibile, in quanto gli dei sono buoni e non possono volere il male per gli uomini, non possono essere vendicativi, perché sappiamo che sono buoni.

Allora perché Platone scrive tutte queste cose?

Perchè Crizia e Ermocrate si sono beccati tutto il pippone sulle idee, allora Platone gli dà solo delle istruzioni: occhio, perchése non segui la linea che ti ho illustrato, poi gli dei ti puniscono. Crizia non ha capito niente delle idee, allora Platone lo minaccia in pratica. Platone ha grande sfiducia che Crizia possa averlo seguito nel suo ragionamento.

A parte lo straniero di Elea, Timeo e Socrate, non ci sono nei dialoghi interlocutori all’altezza dei suoi discorsi filosofici.

92 c

Questa è una chiusura solenne, piena di superlativi assoluti, e molto solenne.

A questo punto (pesante) e poi davvero

Telos Exein: a questo punto abbiamo raggiunto il fine. Quando si è raggiunto il proprio fine, la cosa è anche perfetta. Platone sta ribadendo la corrispondenza tra il suo discorso e l’azione del demiurgo; la perfezione del suo discorso coincide con la perfezione del cosmo.

In un istante suggerisce un inizio temporale; ma l’aoristo indica azione puntuale e bisogna tradurlo così. Sta segnalando paradossalmente che tutto quello che ha detto si svolge in un istante. Il cosmo è subito perfetto.

I viventi immortali compresi dal cosmo sono:

I viventi mortali sono tutti gli altri

Esiste anche un vivente diverso: l’intellegibile, che a qualche titolo è parte del cosmo sensibile.

Non c’è una parte del cosmo che non sia riempita di un vivente: l’anima cosmica è ovunque, è coestesa al ricettacolo. Il demiurgo ha fatto istanziare i corpi e ci ha garantito che non esistono corpi all’infuori del cosmo: se ci fossero, il cosmo sarebbe attaccato da questi corpi, esattamente come noi siamo attaccati dalle malattie.

Platone mettendo qui tutto insieme ci sta dicendo che la generazione è sincronica ci dice che noi possiamo razionalmente descriverle separatamente e metterle insieme , ma l’azione del demiurgo è sincronica e immediata.

La domanda non è se ha avuto generazione o meno, ma come il cosmo ha avuto generazione.

Vivente visibile. Perchè visibile? Perchè sappiamo che è corpo. Se è visibile, deve essere anche sensibile, se è sensibile deve essere corporeo. Qui parla in particolare di visibilità perché il dio aveva acceso un lume nel cielo per regalarci la vista - la vista è il segno della bontà divina rispetto a noi. Prima nel Timeo abbiamo visto che

Perchè vivente? Abbiamo visto che era vivente all’inizio. Doveva essere vivente, perché se non fosse vivente non sarebbe buono, quindi ha un corpo e un’anima. Inoltre, il demiurgo segue un paradigma (intellegibile), e la struttura dell’intellegibile rimanda a una struttura olistica.

Dio sensibile immagine di un dio intellegibile: questo cosmo è un dio, questo è un elemento che la tradizione giudaico cristiana non è riuscita a prender Ovviamente è un dio per come lo intendono i greci. Il cosmo è un dio perché è immortale perfetto buono felice ordinato intelligente produttivo nel Bene.

La sua divinità viene trasferita a vario titolo sulla sua opera creativa. Il divino orienta tutto, spinge tutto a essere migliore possibile, e rende tutto felice. Questo è ciò che ognuno vorrebbe sentirsi dire.

Platone ci regala la possibilità di essere felici in un mondo felice.

Contaminazione totale pre-tradizionale: ci sono dei manoscritti diversi prima del V/VI secolo. Dopo il V/VI secolo si distinguono 7 manoscritti, divisi in due famiglie: - F, C e g - A, e V A (IX secolo) - Lui aveva un gemello perduto, un manoscritto antico copiato due volte, uno era A, noi abbiamo V che è stato copiato da A.

Intellegibile (noetou) o Produttore (poietou)? Dio intellegibile: potrebbe essere parte del paradigma, oppure figlio del demiurgo, sarebbe quindi impreciso.

Oppure qui sta facendo riferimento al rapporto immagine-modello. Ci sta più la somiglianza con il paradigma intellegibile che col dio. Questa ci sta molto, perché dice proprio sensibile-intellegibile. Intellegibile è la lezione più facile.

Poietou è la lezione più difficile, lectio difficilior.

Alla fine comunque entrambi le soluzioni sono instabili e incerte.

Grandissimo ed eccellente: Grandissimo perché fuori dal cosmo non c’è chora e non c’è tridimensionalità, perché non c’e nulla. Eccellente perché è la produzione migliore da parte della migliore delle cause. È anche la migliore in senso qualitativo - dal momento che il suo intelletto conosce, produce per il Bene.

Bellissimo ed assolutamente perfetto: è organizzato, armonico, orientato teleologicamente. Organizzato secondo un ordine matematico pervasivo.

Nella chiusura del Filebo ci dice che quando arriviamo ai vestiboli del Bene vediamo bellezza, misura, numero**.

Perfetto è teleotatos, cioè perfetto in quanto completo e completo perché è perfetto.

Il cosmo è unico altrimenti avremo più modelli intellegibili.

Ma la cosa più importante è che noi siamo dentro a questa opera creativa. Guardando il cielo assimiliamo le nostre orbite ai pensieri dell’anima cosmica. Andiamo all’unisono, che non è un unisono meccanico. Ci salviamo pensando, una riproduzione, nella misura del possibile, di quello che ha fatto il demiurgo. Il demiurgo ha messo nella sua opera creativa la sua conoscenza del Bene.

Perchè leggere il Timeo:

  1. Il Timeo smonta e smentisce molti pregiudizi pesanti su Platone - su tutti quello della prevalenza dell’anima sul corpo (Fedone).

  2. È una summa del pensiero platonico e il livello filosofico rispetto ad altri dialoghi è straordinariamente alto perché gli interlocutori sono due filosofi.

  3. Qui hanno le loro origini elementi della nostra cultura molto antichi, tipo il mito di Atlantide.

  4. Orienta programmaticamente tutta la filosofia verso un fine. Le caratteristiche della natura sono tutte rivolte al raggiungimento di un fine.

  5. Possiamo usarlo come centro di gravità degli altri dialoghi - cioè i riferimenti in essi contenuti possono essere ampliati e approfonditi leggendo altri dialoghi.

  6. C’è una quantità di generi letterali e livelli epistemologici diversi incredibile.

  7. Messaggio etico: puoi essere felice ora, sulla terra. Viene smentito un altro luogo comune di Platone: che puoi essere felice in una dimensione oltremondana.

  8. Insegna come approcciarsi a un testo filosofico, perché esistono moltissime interpretazioni diverse. Arrivati alla fine del dialogo, non siamo sicuri che esista il demiurgo, che il mondo abbia avuto generazione, ecc. Ci sono buone ragioni per sostenere entrambe le posizioni.